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Imposture

Creato il 26 aprile 2012 da Andreapomella

ImpostureL’uomo cammina sul marciapiede. Ha le mani nelle tasche di un giubbotto di renna leggero, un paio di pantaloni morbidi, forse grigi, forse sul celeste, il passo un po’ spenzolante e l’aria svagata. Si ferma, guarda le macchine che passano sulla strada battendo le palpebre leggermente disorientato. Può essere chiunque, ma adesso è semplicemente l’uomo che cammina sul marciapiede. Intorno a sé non c’è traccia della sua esistenza, della casa in cui abita, un bilocale in affitto nella periferia sud-est di Roma, la nebulosa delle cose che compongono la sua vita non rileva la presenza di una moglie da cui è separato, di due figlie di tredici e diciotto anni, una delle quali si chiama Anna, l’altra Manuela, tutto è dentro di lui, o dietro di lui, ben nascosto alla vista di noi mortali. Quest’uomo ha l’aria tranquilla, eppure avrà anche lui i suoi guai, ha i primi bottoni della camicia sbottonati, non li abbottona mai perché è il suo modo di dimenticare le rogne finanziarie, i prestiti che ha dovuto chiedere per sopravvivere alla separazione, il pensiero di suo padre che si porta a spasso il sacchetto della colostomia. Lui è semplicemente due mani ficcate nelle tasche di un giubbotto, una testa mezzo calva che avanza all’alba lungo una strada smorta, accanto a una fila di palazzoni osceni che sorgono davanti a un campo di erbacce e spazzatura. Lì, nell’istante che lo vedo apparire dentro lo specchietto retrovisore della macchina, che guardo i suoi tratti insignificanti, che credo di riconoscerlo per quello che non è.


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