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Imu, case e videopoker, ma la politica non parla di lavoro

Creato il 14 ottobre 2013 da Propostalavoro @propostalavoro
Imu, case e videopoker, ma la politica non parla di lavoro

Hanno semplicemente del paradossale, per non dire dell'assurdo, le notizie delle ultime settimane legate al mondo del lavoro, dei giovani e della politica in Italia.

Dopo aver infranto il muro del 40% del tasso di disoccupazione giovanile e dopo le carambole sulla fiducia al Governo Letta, i dati sconcertanti sul gioco d'azzardo da una parte e sul fondo per mutui ai giovani lasciano davvero di stucco.

Nella prima metà di ottobre si è parlato molto di politica fiscale, cioè dal tira e molla sull'IVA alla bagarre IMU – col sospetto, peraltro non infondato, che il globale livello di equità del nostro sistema fiscale si sia abbassato sensibilmente.

Partono dall'IMU due articoli de lavoce.info che parlano appunto di gioco d'azzardo (Marcello Esposito) e del fondo mutui per i giovani (Raffaele Lungarella).

Tutto ruota intorno all'IMU, insomma, la cui abolizione dovrebbe essere compensata da un'inasprimento delle sanzioni per i gestori di sale da gioco irregolari, e nel cui decreto (il d.l. 102/2013 su fiscalità immobiliare e sostegno alle politiche abitative) è contenuto l'aumento del "Fondo per l'accesso al credito per l'acquisto della prima casa da parte delle giovani coppie".

Perché accostare questi aspetti, IMU a parte? Considero entrambi come un sintomo della patologica incapacità di vision della politica italiana: da un lato si fa ancora troppo poco per arginare il gioco d'azzardo a livello nazionale, dall'altro, invece, si ingora la gravità del problema della disoccupazione giovanile, considerando invece prioritario per i giovani l'acquisto di immobili.

Questa è l'immagine del nostro paese, dunque, un paese in cui la disoccupazione, e quindi pessimismo, mancanza di stimoli e di prospettive future, spinge sempre più persone verso le ludopatie (cioè verso la dipendenza patologica dal gioco d'azzardo) con il placet dello Stato, che da una parte incassa dal monopolio sul gioco la vertiginosa cifra di 8 miliardi (otto!) di euro, dall'altra chiude gli occhi sui circa 10 miliardi di gioco illegale che i cittadini hanno speso nel 2012.

Forse il nostro Governo pensa che un mutuo, per quanto controgarantito di un fondo dalle dubbie possibilità e – dati alla mano – di scarso successo, possa essere ripagato con le vincite al videopoker?

Sembra che non vi sia partito o leader politico in grado di dare una visione d'insieme della società italiana degli anni '10, un orizzonte che vada oltre il brevissimo termine della sopravvivenza e proietti, seriamente, verso il futuro le nuove generazioni.

Si gioca alla roulette con le vite dei giovani Italiani.

Bisogna tornare al lavoro, ma in tutti i sensi. Parlare, scrivere, testimoniare che solo con la cultura del lavoro è possibile risollevare le sorti del Paese, in tutti gli aspetti della sua vita economica e sociale.

 

Continuate a seguirci.


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