Si fa a scaricabarili perché i conti non tornano. La “sòla bella e buona” ce l’ha tirata il governo precedente, stonando con “Addio mia bella ICI”. Adesso restituiamo tutto e con gli interessi triplicati.
Mentre i partiti, chi più e chi meno, sono travolti da scandali e affari immobiliari, la stangata la subisce chi ha un mutuo acceso per la prima casa: oltre al danno, anche la beffa. Soldi da versare alla banca, alla quale si aggiunge una tassa di un immobile che per giunta non è ancora di proprietà. Mentre gli intoccabili delle caste, parlamentari inclusi, continuano a svignarsela, i poveri fessi restiamo noi.
Ieri in treno una signora sudamericana mi ha rimproverato: “Dite che noi siamo terzo mondo, ma dalle mie parti l’imposta sulla casa è davvero equa e il conto ci arriva preciso a domicilio”. Se continua così, dovremmo tagliare i costi della badante accanto all’anziano di casa e prenderci un contabile, perchè qui nessuno ci capisce un fico secco.
Mi sa che, per sfuggire al ricatto dell’Imu, rinuncerò alla mia casetta e farò come Beniamino Lomacchio, l’impiegato comunale del film di Steno & Monicelli “Totò cerca casa”. Chiederò rifugio in un’aula scolastica. Ops, dimenticavo che la scuola italiana sta messa peggio del secondo dopoguerra del secolo scorso.
Tra poco obbligheranno i nostri figli a fare i turni di notte per mancanza di aule e suppellettili.E noi li proteggeremo facendoli dormire di giorno per non destare il sospetto di vivere in un Paese dove, all’alba di ogni giorno, c’è un suicidio.