Sarà probabilmente discusso nel prossimo Consiglio dei Ministri il decreto che sospende la rata di giugno dell’Imu sulla prima casa. Innegabile l’importanza del provvedimento, sia per gli italiani, sia per la stabilità del Governissimo. E anche se il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ha dichiarato “È assolutamente più importante intervenire sulla tassazione del lavoro che sulla casa. (…) La priorità in questo momento è il lavoro e ritrovare la crescita”, il Governo procede con i lavori sulla sospensione.
Silvio Berlusconi e il Movimento Cinque Stelle chiedono a gran voce l’abolizione totale dell’Imu, ma Flavio Zanonato (Ministro dello Sviluppo economico) ribadisce e sottolinea con forza che l’impegno è di non far pagare la rata di giugno. Punto. La prossima rata, se passa la sospensione per il mese di giugno e se non ci saranno ulteriori novità, si pagherà a dicembre.
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Secondo ciò che ha affermato Letta a Che Tempo Che Fa, lo slittamento dovrebbe concedere il tempo per elaborare una riforma complessiva della tassazione sugli immobili, riforma che è sempre stata solo un’ipotesi montiana e non ha mai visto la luce.
Oltre che per la politica e i politici, la riforma è importante anche per qualcun altro, vale a dire per i cittadini, cioè per noi che scriviamo e per voi che leggete.
Lo dicono i numeri (fonte Agenzia del terriorio, rapporto 2012): in Italia ci sono 19,6 milioni di case e 45 milioni di anime che le abitano, di cui l’82% proprietari almeno di una casa e il 73% abitanti in una casa di proprietà.
Oltre ai 19,6 milioni di case sopra menzionati ci sono anche 12,5 milioni di pertinenze, cioè di garage, cantine o tettoie collegate alla casa. La questione si fa qui spinosa, soprattutto per chi dovrà redigere la norma di cancellazione della rata di giugno. La complessità è molto ben spiegata su LeggiOggi.it, nell’articolo “Imu: tutti i numeri e le dichiarazioni di Letta a che tempo che fa” di cui riportiamo un passaggio fondamentale:
“Le regole dell’Imu consentono di ritenere pertinenza e quindi di trattare alla stregua dell’abitazione solo una unità immobiliare per categoria catastale, ciò vuol dire che il proprietario di una casa con due garage distinti dal punto di vista catastale ha dovuto scegliere quale stimare come pertinenza e quale no, pagando su di esso l’aliquota per gli altri immobili, 7,6 per mille più i possibili ritocchi fissati dai singoli Comuni”.
Altro tema della norma sul quale occorrerà mettere chiarezza è quello delle case di lusso. Leggiamo ancora da LeggiOggi: “Un altro elemento a cui dovranno prestare attenzione coloro che si occuperanno di redigere la norma che stoppa la rata di primavera sarà il destino degli immobili di lusso (categorie catastali A/1, A/8 e A/9), ossia di quelle ville e castelli entrati nel 2008 nella questione Ici. All’epoca, infatti, ville e castelli furono esclusi dall’abitazione principale, ma con l’esordio dell’Imu nel 2012 ritornarono nella propria famiglia d’origine”.
Peccato che, oltre a tutto questo, ci sia un altro tassello fondamentale, da incastrare nel quadro dell’abolizione delle prossima rata Imu: l’Unione Europea. Le speranze del Primo Ministro Letta di ricevere l’aiuto dell’UE sulla sospensione sembrano fondate: entro metà maggio il Governo italiano deve presentare il programma di stabilità aggiornato e indicare, tra le altre cose, e in soldoni, dove l’Italia troverà i soldi che non incasserà.