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In bocca al lupo, Beppe

Creato il 26 aprile 2011 da Mapo
In bocca al lupo, BeppeLe elezioni amministrative, si sa, sono alle porte. E mentre mi aspetto da un momento all'altro di entrare in bagno a fare la pipì e di trovarci un manifesto della Moratti con il mano lo scopino del cesso (ce ne sono dovunque e di ogni tipo, ma questo, ammetto, ancora manca all'appello) e i nostri politicanti hanno trovato il modo di rubare qualche soldo in più alle nostre tasche col tremendo autogol di bocciare l'accorpamento del voto al referendum in un più intelligente Election Day, ecco che a Treviglio, città capoluogo della bassa bergamasca (come mi insegnavano a scrivere quando mi divertivo a scimmiottare i cronisti dei giornali della provincia) un professore di italiano un po' atipico accetta una sfida politica nuova e impegnativa. Trattenendo i conati di vomito nel vedere la sua faccia elettorale a qualche cm dal sole delle alpi, posto anche qui il mio "in bocca al lupo", comparso su "Il popolo Cattolico" di Treviglio settimana scorsa.
La sua pagina personale su facebook, da sempre superfrequentata, reca in alto a sinistra, nello spazio destinato alla “fotografia profilo”, una sua caricatura stile Simpson in cui viene raffigurato in piedi, cravatta rossa su camicia bianca e occhiali appoggiati a metà del naso. Sullo sfondo, naturalmente, una lavagna nera. Io, del resto, me lo immagino ancora così il mio ex professore di italiano.Stiamo parlando di Giuseppe Pezzoni, attuale preside dell’Istituto Salesiano don Bosco di Treviglio e, come molti in queste ore si augurano, possibile futuro primo cittadino della capoluogo della bassa bergamasca.E’ proprio navigando un po’ per caso su quella pagina web, nell’oretta di relax serale davanti al pc, che mi sono imbattuto nella notizia, ormai ufficiale, della Candidatura del Beppe (mi si perdonerà la confidenza) a futuro sindaco della città che, come puntualmente mi ricorda la carta d’identità, mi ha dato i natali e dove ho passato otto lunghi e bellissimi anni di scuola media e superiore.Da troppo tempo, ormai, anche solo per seguire le strade che la vita ci invita a percorrere inseguendo carriera e quant’altro, Treviglio non è più il centro del mio mondo e le sedute consiliari della città, che per qualche tempo ho frequentato regolarmente per renderne conto anche ai lettori di questo giornale, sono solo un lontano seppur vivido ricordo. Ho lasciato definitivamente alle mie spalle le cronache trevigliesi quando ancora i suoi politici si scontravano quotidianamente sulle sorti della zona ex-Sai Triade. Ora, come ho notato passandoci davanti qualche giorno fa, essa è sede di un grande cantiere con un palazzo che, giorno dopo giorno, prende sempre più forma. Lungi da me, quindi, permettermi di abbozzare un qualche genere di riflessione politica sulle prossime elezioni amministrative. Non farei altro che far torto a chi, meglio di me, saprà farlo nelle lunghe settimane elettorali che separano Treviglio dalle prossime votazioni.I programmi dei candidati sono probabilmente in corso di stesura, gli incontri con i cittadini ancora da organizzare, gli impegni elettorali poco più di qualche appunto su calendari provvisori. Eppure la voglia di “fare il tifo” cresce già, anche per uno che, ahimè, voterà in tutt’altro Comune. Ho sempre pensato, forse un po’ ingenuamente ma certo di essere in buona compagnia, che mai come nelle amministrazioni locali di città e paesi, raramente la buona politica possa passare attraverso un colore partitico o un’appartenenza ad uno specifico schieramento. Ciò che importa davvero sono la qualità, la trasparenza e l’impegno dei nostri amministratori. Per questo, nonostante molte delle mie simpatie politiche siano distanti dal “partito del prof”, così, a caldo, non posso che essere un po’ orgoglioso del mio eclettico insegnante, che negli anni ho imparato a conoscere come una persona responsabile, impegnata e capace, in grado di passare, nell’arco della stessa giornata, da una riunione alla MIA (Congregazione Misericordia Maggiore di Bergamo, di cui è presidente con indubbio successo da anni) ad una lezione sul VI canto della Divina Commedia, davanti ad una platea di scalmanati liceali. Chiunque abbia preso un diploma o frequentato un corso universitario non può negare come larga parte dell’interesse e della passione che ognuno di noi può provare nei confronti di una determinata materia, passi attraverso lo stesso interesse e la stessa passione che la legano all’insegnante incaricato di trasmetterli. Se ancora oggi, nonostante nella vita mi occupi di tutt’altro, il giornalismo e la letteratura italiana (pur nelle loro varie sfaccettature) sono ancora tra i miei interessi più vivi so a chi dire grazie. Una città, un partito, un’istituzione, proprio come una squadra di calcio o una classe scolastica, nei limiti che ci sono imposti dalla democrazia, hanno sempre bisogno di una guida. Ho l’impressione che Treviglio non potrebbe augurarsene una migliore. Del resto, per un uomo che nella sua carriera è stato da sempre abituato ad avere a che fare con schiere di studenti superiori, questa potrebbe anche non rivelarsi la più difficile delle sfide. In bocca al lupo, Beppe.

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