In Brasile la questione ambientale è strettamente legata con la sopravvivenza. E’ di questi giorni la notizia che 170 Indios Guaraní-Kaiowá, con una lettera firmata dai loro leader, annuncino il suicidio di massa (50 uomini, 50 donne e 70 bambini) se verrà messo in pratico l’ordine della Corte federale di privare la tribù della “Cambará Farm”, dove sono temporaneamente accampati.
Dopo la morte a Rio de Janeiro dell’attivista ambientale spagnolo, Gonzalo Alonso Hernandez, sulla quale si sta ancora investigando, Amnesty International ribadisce la sua preoccupazione per la situazione che stanno vivendo i difensori dei Diritti Umani in Brasile che stanno continuando a subire intimidazioni, ostruzionismi e percosse da parte delle forze di sicurezza, dei gruppi paramilitari e delle bande criminali
ha comunicato Amnesty International in una nota.
Nel frattempo si legge anche che fra il 2011 e il 2012 sono stati uccisi 20 ambientalisti ed ecologisti, assassinati da forze di sicurezza, bande criminali e paramilitari, a causa delle loro prese di posizione per l’ambiente. L’ultima vittima è stato il biologo spagnolo Gonzalo Alonso Hernandez, 49 anni, noto per la sua lotta contro i bracconieri, trovato morto con numerosi spari alla testa, nello Stato brasiliano di Rio de Janeiro.
Non si può rimanere in silenzio su queste vite e su questioni che riguardano tutti!
Intanto possiamo firmare questa petizione per tentare di far fare marcia indietro al governo brasiliano e salvare gli indiani Guaranì-Kaiowà.
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