Purtroppo non ho più tempo per seguire il mio blog: da quando lavoro per Maggie (e grazie al fatto che l’egocentrismo fallocentrico di buona parte dell’imprenditoria italiana non prevede per nessuna ragione al mondo la concessione del part-time, seppur temporanea), non riesco più nemmeno a lavarmi le orecchie.
Di giorno in ufficio, di notte a scrivere, la vita dell’occlusione occupazionale mi porterà al TSO.
Ma non posso non trovare mezz’ora per scrivere della nostra vittoria: sì perché, nella Piccola Città di C., l’inceneritore (di cui avete letto così tanto sul questo blog) non si farà. Più che per comunicare la notizia (che è già di per sé sensazionale, perché è una delle poche volte in cui i cittadini vincono su economia e istituzioni), ne scrivo per mandarla in culo.
E guardate che dico “culo” a ragion veduta.
Voglio mandarla in culo a tutti quelli che mi criticano perché a quasi quarant’anni vivo ancora di sogni e di ideali. A quelli che continuavano a dire: “tanto non serve, tanto se vogliono lo fanno lo stesso”.
A quelli che non hanno combattuto e ora non dicono nemmeno grazie, perché la pelle l’abbiamo salvata anche a chi non se lo merita.
Lo riconosco, siamo stati fortunati, principalmente per due motivi:
- perché il terreno in questione era della Unilever, e noi abbiamo avuto la lungimiranza di attaccarla a livello internazionale (a dispetto delle minacce) colpendo pubblicamente (e in rete) la loro immagine ecofriendly su cui hanno investito così tante risorse
- perché tutti gli enti territoriali sono nelle mani di un’unica forza politica (la Lega) che non avrebbe potuto riversare le colpe di un eventuale fallimento su altre istituzioni, occupandole tutte (comune, provincia, regione). Dopo aver definito l’inceneritore un’opportunità, quando si sono accorti (probabilmente perché gliel’ha detto qualcuno) che se non si fossero messi a lavorare avrebbero sicuramente perso tutte le cadreghe in un colpo solo, sono corsi ai ripari (si parla dell’ultimo mese eh, non hanno di certo sudato).
È vero, noi del Comitato Casalerespira siamo stati bravi: cocciuti, ostinati, spesso soli, e spero che questo possa dare la forza ad altre realtà di intraprendere la stessa lotta a dispetto di tutto. Perché ci sono cose che non sono barattabili, e la salute, insieme alla dignità e alla possibilità di guardarsi serenamente allo specchio, sono tra queste.
Bisogna insegnare a chi ci governa che non siamo più disposti a lasciarci fare le peggio cose senza nemmeno alzare la testa, perché il potere sovrano è il nostro, è dei cittadini: nostro e dei nostri maledetti sogni.
E al prossimo che vi dice che non vale la pena lottare, protestare e non abbassare la testa, ricordate di guardarlo dritto negli occhi e urlargli: IN CULO.
COMMENTI (1)
Inviato il 04 novembre a 10:42
Ti scrive uno che lotta contro un raddoppio dell'inceneritore già in atto, un rigassificatore che farà perdere circa 3000 posti di lavoro, tra diretti ed indotto, per la "gioia" di pochi, contro un istituzione inesistente ed incoerente, che oggi dice una cosa e domani la smentisce, contro una mentalità gretta e medievale che punta ad arraffare quanto possibile prima di essere sgamati...solo che io ho qualche anno meno di te (scusa se ti do del tu)...e per quelli della tua età sono un povero sognatore. Un sognatore? si, io sogno, sogno che la mia spazzatura diventi qualcosa anziché bruciare, visto che abbiamo scoperto come riciclare, che mio figlio non nasca con un tumore, che se mi sento male non devo aver paura di andare al pronto soccorso perché c'è il figlio dell'amico laureato con il minimo dei voti che mi può "ammazzare" in duecento modi diversi...sogno, e non me ne vergogno.