La giapponese Kyocera Tcl Solar ha annunciato l'avvio dei lavori per la realizzazione di un parco fotovoltaico galleggiante nel bacino idrico formato dalla diga di Yamakura, ad est di Tokyo.
Composto da 50.000 pannelli, coprirà una superficie di 180.000 metri quadrati e avrà una potenza di 13,4 MW: sarà il più grande impianto al mondo di questo tipo e dovrebbe essere allacciato alla rete elettrica nel marzo 2016.
Le piattaforme flottanti che sostengono i pannelli sono progettate e realizzate dalla francese Ciel et Terre e sono considerati molto affidabili. Secondo i progettisti la centrale è in grado di sopportare cambiamenti di livello dell'acqua fino a 6 metri, di restare in esercizio 30 anni e di resistere a bufere con venti di oltre i 150 km orari.
Fotovoltaico galleggiante: un'idea da sviluppare
L'idea di realizzare impianti fotovoltaici su bacini idrici non è nuova. Sono già in esercizio una ventina di piccoli impianti in almeno sei Paesi, come quello di Sheeplands Farm in Gran Bretagna, o del lago di Resia (Bolzano) o di Imola in Italia. Si stanno però progettando impianti di grande taglia, per esempio in India, in Israele e in diversi Paesi arabi.
Un impianto fotovoltaico galleggiante ha un impatto visivo sul territorio molto inferiore a quello dei suoi omologhi a terra. Inoltre non entra in conflitto con altre esigenze produttive (in prevalenza agricole o turistiche), cosa che già da tempo è un problema nei Paesi più avanzati e densamente popolati, come l'Italia e il Giappone, appunto. È proprio per questo che la più grande centrale fotovoltaica nipponica (70 MW, entrata in esercizio nel novembre 2013 presso Kagoshima) è stata costruita in mare, su una penisola artificiale, e altre centrali sono ora progettate a Hokkaido su ampliamenti artificiali della costa.
Ci sono però anche aspetti tecnici che giocano a favore del fotovoltaico galleggiante su acque dolci. Innanzi tutto il maggior rendimento dei pannelli, per il naturale raffreddamento dell'impianto dovuto alla presenza dell'acqua. Inoltre, in un gran numero di Paesi (praticamente in tutte le regioni aride o che necessitano di numerosi bacini per irrigazione: per es. in Sicilia) può esserci una sorta di sinergia tra impianti flottanti e bacini irrigui, sia per la produzione di energia, sia per la ridotta evaporazione dell'acqua.
Per contro c'è il solito problema dei costi: si tratta infatti di impianti costosi, e non solo perché tutti i componenti devono essere impermeabilizzati.
È comunque una ulteriore opzione che va considerata, ovviamente nell'ambito del più generale discorso energetico che in questo momento non è molto favorevole al fotovoltaico. Anche in Giappone, dove il mercato, dopo la recente e forte espansione, sembra ora vivere una fase di sofferenza, pur in presenza di un costante calo di prezzo dei moduli fotovoltaici.
[ Valter Cirillo]