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In Italia e all’estero, sempre più bunker per il 2012

Creato il 15 settembre 2011 da Tnepd

In Italia e all’estero, sempre più bunker per il 2012

In Italia e all’estero, sempre più bunker per il 2012Ne abbiamo già parlato in passato, sempre più gente si sta orientando sulla costruzione di bunker per il 2012. Abbiamo pubblicato un’intervista al più noto costruttore italiano di bunker privati Leonardo Remorini, e un articolo sulla società inglese Vivos specializzata in questo settore. Oggi pubblichiamo un articolo di Adnkronos che riprende il tema della costruzione dei bunker in vista del 2012.
Voglia di bunker: mania o altro? Tra guerre e Maya verso la fine del mondo. Il 21 dicembre 2012, secondo le varie interpretazioni, avrà luogo un evento di portata planetaria che produrrà una significativa discontinuità con il passato.

Mentre le foto dei bunker di Gheddafi stanno facendo il giro del mondo, in Italia c’è chi il suo bunker se lo sta costruendo, in gran segreto e pagandolo profumatamente. Certo che la situazione politica della Libia non è delle più tranquille e il raìs ha voluto correre ai ripari, ma anche gli italiani hanno le loro preoccupazioni tra cui, secondo gli addetti ai lavori, l’imminente fine del mondo fissata, secondo il calendario Maya, al 21 dicembre 2012.

Cosa accadrà allora, lo sapremo tra circa 480 giorni, ma nel frattempo la profezia si sta già traducendo in un affare colossale per i costruttori di bunker e rifugi di tutto il mondo. In barba alla crisi generalizzata. La Matex Security di Pontedera, azienda attiva nel settore da 20 anni, ha visto addirittura “triplicare le richieste rispetto al 2009, e la profezia Maya c’entra eccome”, dichiara all’Adnkronos il titolare, Leonardo Remorini. I suoi clienti “sono commercianti, industriali e anche parlamentari – aggiunge – al momento stiamo costruendo un rifugio sull’Appennino, uno in Toscana, uno nella zona delle colline di Asti e uno per un industriale romano che ha venduto casa al mare per farsi il bunker in montagna”.

Di più non è dato sapere, perché la collocazione dei bunker è top secret, ma normalmente vengono costruti in collina o in montagna. La sicurezza, poi, non ha prezzo, nel vero senso della parola. “Noi lavoriamo come i sarti, su misura – aggiunge Remorini – Il prezzo finale dipende quindi esclusivamente dalle disponibilità e dalle richieste del cliente. Possiamo fornirgli qualsiasi tipo di comodità perché là dentro ci potrà stare anche 50 anni”.

Invece, secondo Nello Di Savio, consulente ed esperto in tecnologie investigative, non è la profezia dei Maya a far paura agli italiani, ma minacce più concrete. “Gli italiani – dice – vogliono costruirsi il bunker perché sono convinti che tanto prima o poi qualcosa succede”, spiega all’Adnkronos. Sarà, ma l’azienda per cui lavora ha il nome evocativo di Bunker2012, e sul sito campeggia il countdown di “quanto ci resta” che calcola puntualmente quanto manca alla fatidica data predetta dai Maya. Forse è anche per questo che ricevono dieci richieste a settimana.

Qualsiasi sia la motivazione a spingere i clienti, per un loro bunker si deve essere pronti a sborsare dai 300 ai 700.000 euro. Le dimensioni variano da 40 ad 80 metri quadrati, rigorosamente sottoterra e con due ingressi camuffati. E per non farsi cogliere impreparati dalla fine del mondo o dall’attacco batteriologico, c’è anche la più economica versione portatile: circa 18mila euro per un bunker-tenda che può ospitare fino a sei persone, comodamente impacchettato in una valigia da portarsi sempre dietro.

Insomma, il bunker sembra essere tornato auge, ma non solo in Italia. La californiana Vivos ha visto le proprie richieste di prenotazioni volare del 1.000% dopo lo tsunami in Giappone e sta lavorando alla realizzazione di un bunker nel Nebraska che, una volta terminato, ospiterà fino a 950 persone per un anno. Poi c’è la Northwest Shelter System nell’Idaho che ha registrato un aumento delle vendite del 70% da quando hanno avuto inizio le rivolte in Medio Oriente. La UndergroundBombShelter, specializzata nella vendita di rifugi portatili, antiaereo e bunker sotterranei, ha visto le richieste aumentare del 400% dall’11 marzo.

La moda del bunker in Italia, affonda forse le sue radici nella storia di un Paese il cui sottosuolo è letteralmente scavato da bunker e rifugi antiaerei. A costruire i primi furono gli eserciti e soprattutto i tedeschi, come nel caso dei bunker Recoaro, mentre la protezione antiaerea della popolazione venne stabilita in un documento del Ministero della Guerra del 1934 secondo il quale per la ”Protezione collettiva contro le bombe scoppianti ed i gas” dovevano essere approntati ricoveri pubblici. Gallerie, cantine, sotterranei e pozzi divennero rifugi antiaerei, indicati all’esterno da una R, ancora visibile sui muri di molte città.

Celebri quelli di Colleferro: 6 km di tunnel che dopo l’armistizio si trasformarono in una vera e propria “Colleferro sotterranea” in cui si svolsero 159 cresime, 14 matrimoni e anche 8 nascite. Tra i bunker più suggestivi e ben conservati, invece, quello antiaereo e antigas voluto da Benito Mussolini a Villa Torlonia, a Roma, sotto il Casino Nobile. Posto a 6,5 metri sotto terra, questo bunker di forma cilindrica è dotato di una muratura in cemento armato spessa quattro metri circa, e si compone di più bracci disposti a croce con due uscite di sicurezza, una delle quali conduce alla misteriosa sala ipogea, con tanto di finta tomba etrusca, fatta costruire dal principe di Torlonia per i suoi consessi massonici.

Tanti i bunker nel Moncenisio, costruiti tra il 1932 e il 1941 a difesa del tratto di confine Italia-Francia; molti in Alto Adige. Alcuni sono abbandonati, altri sono stati adibiti agli usi più diversi: c’e’ chi nel bunker ci stagiona il formaggi, chi ci ha aperto un’enoteca, alcuni invece sono stato trasformati in musei, come il Bunker Mooseum a Passo del Rombo o la Gampen Gallery a Passo Palade.

Mille e non più mille, si diceva temendo l’avvento del fatidico anno che avrebbe segnato la fine del mondo. E invece eccoci qui, con il 2000 già alle spalle da ben undici anni. Il pianeta Terra è uscito indenne dal 1260 e dal 1836, anni in cui si sarebbe compiuta l’Apocalisse rispettivamente secondo i calcoli del beato Giaocchino da Fiore e del reverendo John Wesley, mentre per Sun Myung Moon, capo della Chiesa dell’Unificazione, nel 1967 si sarebbe compiuta la “grande catastrofe mondiale”.

Secondo Nostradamus nel 1999 sarebbe arrivato dal cielo il “re del terrore”, mentre il Giudizio Universale predetto da Harold Camping per il mese di maggio 2011 non si è compiuto. Non c’è stato tempo per tirare un sospiro di sollievo che già la specie umana deve far fronte alla prossima temibile profezia, quella che fissa la fine del mondo al 21 dicembre 2012, in coincidenza con la fine di uno dei cicli del calendario Maya.

In questa data, secondo le varie interpretazioni, avrà luogo un evento di portata planetaria che produrrà una significativa discontinuità con il passato. In molti indicano le tempeste solari che dovrebbero verificarsi nel 2012 come la causa di tutto ciò.

Il Sole varia il suo campo magnetico ogni 11 anni e ogni tanto raggiunge un picco dei fenomeni che provocano una grande quantità di radiazioni ed energia. Secondo la Nasa e la National Academy of Sciences, tra il 2012 e il 2013 si avrà uno di questi picchi provocando tempeste solari come quella che nel 1921 mise fuori uso linee elettriche e telefoniche.

In un mondo fondato sull’energia questo significherebbe, secondo i catastrofisti, devastazione sociale ed economica. Tranne che per Bugarach, paesino sudorientale della Francia, che pare rimarrà indenne alla fine del mondo. A causa del magnetismo della montagna Pech, che forse conterrebbe l’Arca dell’Alleanza, il sepolcro della Maddalena o una città catara. Comunque, probabilmente grazie al suo legame col mistero di Rennes-le-Chateau, situato poco distante.

Fine del mondo a parte, la storia delle profezie è lunga e piena di sorprese. C’è la Monaca di Dresda che non solo predisse i nomi dei papi (come nella Profezia di Malachia), ma anche il futuro di Casa Savoia (compreso in che modo sarebbero morti tutti i re) in una lunga lettera a Vittorio Amedeo II, stando alla quale dopo questo periodo di pausa, tornerà a guidare il Paese un quinto re d’Italia, dodicesimo e ultimo di casa Savoia.


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