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In nome della morale (?)

Creato il 01 marzo 2014 da Marinobuzzi

A guardare bene quello che sta accadendo a livello mondiale assistiamo a una spaccatura profonda sui diritti di donne e persone omosessuali. Da una parte ci sono quei paesi che cercano di portare avanti politiche sociali di inclusione che diano diritti a tutte/i mentre, dall’altra, ci sono paesi che hanno scelto di combattere apertamente i diritti usando, spesso, leggi che limitano la libertà delle persone e che portano, in alcuni casi, all’omicidio, all’incarcerazione e che espongono donne e omosessuali alla rabbia e all’odio pubblico.
In questo contesto l’Italia spicca per l’immobilità politica e la mancanza decisionale di leader che sanno fare solo promesse in campagna elettorale. A guardare bene nel substrato sociale, però, scorgiamo una rinascita di gruppi estremisti con ideologie retrograde che si fanno portavoce, non si sa bene con quale diritto, di una “moralità” che si basa non sull’essere individui sociali che rispettano le regole ma sull’essere considerati “persone contro natura” su base religiosa.
Ora, se questo accade in paesi con religioni diverse dalle nostre nessuno esita a parlare di estremismo. Da noi, invece, si parla di “difesa dei valori” (vorrei sapere però quali).
Accade così che un consigliere comunale di Trento, tal Claudio Cia, proponga un ordine del giorno in cui chiede che: «i Servizi sociali del Comune, individuati sul territorio casi di omogenitorialità singola o multipla, verifichino l’ambiente di crescita del bambino, in considerazione dell’assenza di una figura materna o paterna, per deliberata scelta che sottende motivi di illegalità e la segnali immediatamente al sindaco».
In poche parole il buon Cia chiede che i bambini di coppie omosessuali, e parliamo soprattutto di bambini biologici visto che nel nostro paese le adozioni non sono permesse e che gli affidi si contano sulle dita di una mano, vengano strappati dalle loro famiglie di origine considerate “non adatte” per essere collocati in ambienti che lo stesso giudica più idonei.
Non sono religioso ma mi chiedo cosa ci sia di “cristiano” in un atteggiamento del genere. A me, francamente, questa iniziativa, ricorda le leggi razziali.
Ovviamente la richiesta di Cia è stata sposata da altri consiglieri comunali e da quasi tutti i media di stampo religioso o con orientamento di destra.
Secondo questa gente non importa che il minore sia accudito e amato, importa solo che il genitore sia o no omosessuale e, se omosessuale, il figlio vada rimosso dall’ambiente. Con buona pace dei traumi che questa cosa creerebbe al minore.
So che a molti potrebbe sembrare una cosa che riguarda solo le/gli omosessuali ma, mi/vi chiedo: domani a chi toccherà? Ai vegani? Ai vegetariani? A chi professa una fede diversa da quella del signor Cia?
Ovviamente i media vicini alle posizioni di Cia non hanno parlato in modo critico di questa proposta e hanno posto l’accento, invece, sulle presunte aggressioni che il signor Cia avrebbe subito. Egli afferma di essere stato offeso su Facebook, cosa probabilissima, del resto se proponi un ordine del giorno per togliere i figli alle coppie omosessuali puoi pure aspettarti che qualcuno ti dia dell’omofobo. Lo stesso Cia afferma: «Ieri sera - racconta, in riferimento alla seduta del Consiglio terminata senza il tempo per discutere l’ordine del giorno in questione - tre persone mi hanno fermato per strada, senza farmi del male fisicamente, ma di fatto impedendomi di proseguire a camminare. Le minacce sono state a parole, ma ho avuto per la prima volta davvero paura. Mi chiedo se si debba avere paura di esprimere pubblicamente il proprio pensiero. Sono dalla polizia a sporgere denuncia». «Ma le minacce mi sono arrivate anche via Facebook - spiega - perché oltre a chi mi ha scritto pubblicamente il dissenso, c’è anche chi con messaggi privati, mi dice che sono demente, omofobo, fascista, che ho bisogno di curarmi. Uno accenna anche al fatto che ho dei figli. Non li minaccia, ma ne parla» (cit. Trentino corriere Alpi). Quindi è stato fermato da tre persone e qualcuno ha accennato al fatto che ha dei figli. Fossi in Cia chiederei la scorta contro i cattivi omosessuali.
Il signore in questione fa parte anche delle Sentinelle in piedi, gruppi legati, spesso, alla Manif pour tous di cui fanno parte personaggi come Giovanardi le cui posizioni sull’omosessualità sono ben note.
Le sentinelle in piedi si ergono a paladini della verità andando di piazza in piazza, rimanendo immobili a leggere un libro, a lottare contro la teoria del gender e contro l’omosessualizzazione della società.
Omosessualizzazione è un concetto che torna spesso nei discorsi di questa gente. Mi viene da chiedere in che modo dovremmo omosessualizzare la società. L’omosessualità non si insegna, non è una moda, non è che qualcuno ti ipnotizza e ti fa diventare omosessuale. Parlare di omosessualità, di diritti, di educazione al genere non fa diventare i bambini o gli adolescenti omosessuali. Se stai vicino a un gay o a una lesbica non diventi omosessuale anche tu. Forse questo dovremmo spiegarlo ai signori e alle signore che parlano di omosessualizzazione e che si scagliano, per esempio, contro l’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) colpevole di aver portato avanti un progetto rivolto alle e ai docenti dal titolo: Educare alla diversità a scuola (il progetto e le spiegazioni le trovate QUI). Sia mai che a scuola si educhi al rispetto degli altri.
Mi viene un po’ da ridere sentendo parlare di omosesualizzazione di una società costruita ad immagine e somiglianza del maschio eterosessuale in cui molti dei ruoli chiave sono in mano a persone che antepongono la propria fede all’uguaglianza sociale.
Sarà forse per evitare l’omosessualizzazione della società che Renzi ha scelto Gabriele Toccafondi, contrario a ogni forma di riconoscimento per le coppie gay e che partecipa alle adunate delle sentinelle in piedi, come sottosegretario all’istruzione.
Che il clima sociale e politico si sia incattivito ormai è chiaro da tempo, le persone omosessuali divengono una facile valvola di sfogo da parte di chi crede che il proprio stile di vita sia l’unico modello possibile.
Marino Buzzi


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