Professore, l’università a Como è percepita come un corpo estraneo. Secondo lei cosa manca a Como per essere una città universitaria? E soprattutto come noi studenti possiamo contribuire?Che novità ragazzi! Pensate che, Monsignor Carloni, già 30 anni fa, diceva che Como è caratterizzata da tre “S”: Seta, Soldi e Solitudine. Ci ha azzeccato in pieno. Adesso la seta è in crisi, i soldi all’estero ma la solitudine rimane. Pensate i provvedimenti per l’apertura serale dei bar...La famosa movida che comunque a Como non esiste.Quando il Genoa è salito in serie A abbiamo fatto festa per due giorni. Qui a Como, in occasione dell’ultima promozione, i residenti hanno protestato per il baccano. Il comasco è un'individualista totale, non vuole turbative: sopporta i brianzoli che il sabato vengono a mangiare il gelato ma a stento e fastidiosamente. Quando nel ’94 abbiamo aperto l’Università,registrammo 610 matricole e il titolo cubitale della Provincia era “610 matricole, 610 disoccupati”. Pensate che incoraggiamento!Ma perché il comasco è così? Pensate: Giurisprudenza. “Gli affari miei li risolvo io, non dall’avvocato, che spreme soldi” poi il comasco, però, dall’avvocato ci và, ma a Milano …Como è una città chiusa, che non si interessa del sociale, ma anche per questo a me piace. La nostra Università l’abbiamo inventata nel ’94, sono passati 16 anni, dobbiamo dargli il tempo di attecchire, Anche se questo, forse, è un po’ un luogo comune, perché in 16 anni molte avvisaglie di partecipazione non ci sono state.Como-Varese è una rivalità storica, trova spazio sul piano didattico-universitario?CONTINUA A LEGGERE, CLICCA QUI!





