“Romina, vai di là che nonno è contento se lo vai a salutare…”
“Nonna, tu lo sai che nonno è morto, vero?”
“Sì, certo. Il 24 aprile 2010″
“E non ti sembra strano che ora sia di là?”
“No, perché ora con la legge nuova che hanno fatto, con 50,00€ puoi resuscitare chi vuoi!”
“Andiamo bene…”
Ti sei creata un mondo tutto tuo, in cui mischi i vivi e i morti, dove puoi condurre la vita che preferisci con le persone che preferisci. Siamo sempre io, te, Claudia, nonno e spesso anche mamma. E ci aggiungi anche altri personaggi, come l’altro giorno, al telefono:
“Senti ma…dimmi la verità, perché non me lo vuoi dire che sei incinta?”
“EH?”
“Ti ho vista ieri…”
“Nonna, noi ieri non ci siamo viste…”
“Ma sì, possibile che non ricordi? Ti stavo aiutando a piegare i panni, ma ho dovuto lasciar perdere perché Claudia stava pasticciando con la farina. A proposito, poi li hai messi via, i vestiti piegati? Comunque, la pancia si vede…perché non lo dici?”
“Perché non sono incinta…”
“Ah”
Che poi, sei coerente nelle tue fantasie. Giusto l’altro giorno…
“I tuoi figli vanno all’asilo?”
“Nonna, io ho solo Claudia…”
“E chi era l’altro bimbo piccolo che era qui ieri?!”
Nel tuo mondo, hai limato quel che della realtà non ti piaceva, stai con le persone che ami, stai sempre con nonno, con me e con Claudia. Sarebbe bello poter stare con nonno ancora una volta. Quel suo cappello che ho nel comodino, da stringere a me quando ho bisogno di sentirmi di nuovo piccola, non mi basta sempre. E sarebbe bello se potessero incontrarsi lui e Claudia. Da una parte, a volte vorrei davvero entrarci, in quel tuo mondo dove tutto è possibile, dove siamo sempre insieme, come quando ero ragazzina…prima che cambiassero tante cose. Prima che altri si rivelassero per quel che sono. Prima che tante relazioni deflagrassero. Prima che tu invecchiassi così velocemente. Prima di tutti questi strappi. Perché siamo sempre stati capaci di andare avanti solo per strappi? Non è mai stato possibile mettere insieme fili così diversi. Maglie sfilacciate che non si possono ricomporre. E di tutto quel che era, sei rimasta praticamente solo tu. Il buono della mia infanzia sei tu. Tu che mi hai sempre trattata per l’età che avevo e non per quella che agli altri faceva comodo credere che io avessi. Ti sento allontanarti, come portata avanti e indietro sulla spiaggia dalle onde. Sulla spiaggia c’è il mondo reale, verso il mare c’è il mondo tutto tuo. E tu sei in mezzo. Un po’qui, un po’lì. E io sono sia di là, che di qua. Sempre, nonna. Sempre.
“Senta, se capisce che nonna ha altri episodi allucinatori dopo la mia visita, me lo dica. Non voglio che le mie visite la agitino…”
“Non hai capito il problema. Che tu venga o no è indifferente. Tu sei per lei SEMPRE qui”