Ieri, dopo sette anni dall’ultima volta, ho affrontato un colloquio di lavoro.
Mi hanno chiamato alle 14.30. Dalle 14.00 non avevo piu’ nulla da fare, come spesso succede: “facciamo subito? “, ho detto. “La aspetto”, mi é stato risposto. Una scusa per uscire, un’ora di auto, due ore di colloquio di valutazione, la mia voce che raccontava di me. E dietro la storia di un’illusione, la frustrazione, la rabbia, il bisogno di rimettersi in gioco e impegnarmi a far funzionare il cervello, il senso di oppressione, la delusione e anche la voglia: nell’eventualita’, ci sara’ da raccattare baracca e burattini per ricominciare da capo.
Respiro profondo.
Stamattina in treno verso Bologna: un quadro troppo ammirato, una citta’ coi negozi e mercati, il sole che splende.
Aria.