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In Siria il governo fa sparare sui contestatori, causando 450 morti. Indovinate da che parte sta la Chiesa siriaca?

Creato il 27 aprile 2011 da Andream
In Siria il regime del dittatore Bashar al-Assad sta reprimendo nel sangue la ribellione del suo popolo, oppresso da una dittatura dal 1966 e suddito della dinastia al-Assad dal 1970.
I siriani chiedono la riforma dello Stato, ufficialmente egemonizzato dal partito Ba'ath e di fatto una dittatura familiare; al-Assad, dopo aver promesso l'abrogazione delle leggi speciali in vigore da decenni, ha scelto di usare la mano pesante contro gli oppositori, giungendo a far sparare le forze speciali contro i cortei dei funerali e facendo oltre 450 morti.
In una situazione del genere, in cui un dittatore sparge il sangue del proprio popolo per conservare il potere, da che parte sta la Chiesa del luogo? Da quella del dittatore, ovviamente.
«Siamo col governo e contro quei movimenti che lo oppongono», ha affermato il vescovo Philoxenos Mattias, portavoce della Chiesa ortodossa siriaca. «Qui in Siria non abbiamo problemi come i cristiani in altri paesi. Non abbiamo problemi col presidente».

Dunque, visto che al-Assad non perseguita la Chiesa siriaca, la Chiesa siriaca si schiera dalla sua parte, giustificando de facto gli assassinii ordinati da al-Assad.
Ogni volta che leggo dichiarazioni di sostegno delle varie Chiese a regimi dittatoriali che le favoriscono, non posso fare a meno di stupirmi e di indignarmi. Ma poi ricordo che non è la prima volta che accade, e mi convinco che sono io ad aspettarmi troppo...

In Siria il governo fa sparare sui contestatori, causando 450 morti. Indovinate da che parte sta la Chiesa siriaca?

Ignazio Zakka I Iwas (secondo da sinistra), Patriarca di Antiochia e di tutto l'Oriente, a fianco di Bashir al-Assad, Presidente della Repubblica araba di Siria.

Richard Spencer, «Syria: President Bashir al-Assad has a staunch friend in the Church», The Telegraph, 27 aprile 2011.

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COMMENTI (1)

Da Rizk
Inviato il 08 febbraio a 14:58
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Il fatto è che nei paesi del Medio Oriente e dell'Africa del nord, senza un dittatore, la comunità cristiana è sistematicamente massacrata dalla popolazione mussulmana. (vedi situazione recente dei Copti in Egitto et dei Cristiani in Irak). Come si puo' rimproverare a queste comunità cristiane di voler semplicemente sopravvivere nelle loro terre di origine? Tra un dittatore che gli permette di vivere e una "democrazia islamica" che non vuol traccia di cristianità sul "suo" territorio, la scelta è semplice!