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In treatment: sara

Da Elisabettaricco

IN TREATMENT: SARALa paziente del lunedì: Sara. Dopo alcune settimane di visione di questa serie televisiva, mi piacerebbe ricevere alcuni commenti, considerazioni, idee.

Non è mai successo in Italia di avere materiale cinematografico così consistente rispetto alle sedute di psicoterapia. In questo vedo molto originale e innovativa l’idea di una serie sulla psicoterapia. Potremmo provare insieme ad  utilizzare parti delle puntate per riflessione, discussione, condivisione, co-costruzione di idee…

Tornando alla paziente del lunedì, mi vengono essenzialmente in mente due temi che,  tra gli altri, gli autori hanno toccato, utilizzando le sedute di Sara:

1. l’innamoramento di una paziente per il terapeuta;

2. la prima volta, il racconto del primo rapporto sessuale di Sara (la perdita della verginità) avvenuta con un amico di famiglia, un adulto cinquantenne.

Mi sembrano due temi di spessore su cui poter riflettere.

1. L’innamoramento di una paziente per il terapeuta, come evidenziato nelle sedute che Castellitto (lo psicologo) ha al venerdì con il supervisore,  è un tema delicato. Nel film si parla dell’ innamoramento di Sara (paziente donna) per Castellitto (psicologo uomo) che sembra in crisi affascinato e coinvolto. Nella realtà potrebbe aversi la stessa dinamica a ruoli invertiti o tra persone dello stesso sesso. Credo che i lettori di Psises sappiano benissimo cosa siano transfert e controtrastert, due concetti ben spiegati da Freud e che sono centrali in qualunque relazione terapeutica. Darei però una mia idea di transfert post freudiana (potremmo trovare infinite idee delle diverse scuole di psicoterapia): il transfert è flusso di informazioni che il paziente vive e condivide con il terapeuta che si generano dalla storia passata del paziente e circolano in seduta. Il controtransfert è invece il flusso di informazioni che genera il terapeuta (in cui assume molta importanza l’idea di premessa) e che investe il paziente. In un ottica circolare si può parlare di co-costruzione o di danza terapeutica per spiegare che queste informazioni circolano tanto da diventare alla fine materiale su cui basare parte del processo terapeutico. Il codice deontologico dell’ordine degli psicologi (http://www.psy.it/codice_deontologico.html art. 28) a cui ogni professionista fa riferimento, sottolinea l’attenzione che il terapeuta deve avere rispetto alla gestione delle parti di transfert (che come dicevamo sono anche inevitabilmente di controtransfert) e controtrasfert,  relative al possibile innamoramento giocato tra terapeuta e paziente. La paziente che dovesse trovarsi in una situazione di tensione e difficoltà nel gestire sentimenti nei confronti del suo terapeuta dovrebbe parlarne con il terapeuta, ed arrivare perfino ad interrompere la psicoterapia, qualora non ci fosse la possibilità di ridefinire col tempo tale informazione o vi fosse una situazione di reciprocità. I terapeuti, i miei colleghi sanno benissimo qual è la procedura da attuare, da parte loro, in casi come questo. Quello che posso aggiungere da dati esperenziali (soprattutto per gli utenti, i terapeuti avranno già informazioni sul tema) che se è vero che ignorare una informazione così importante e viversi la storia senza interrompere la terapia potrebbe portare a conseguenze psicologiche disastrose per l’intero sistema è anche vero che ci sono colleghi che hanno sposato ex pazienti, avendo gestito la cosa con il giusto grado di etica e magari vivono oggi felici, in queste relazioni (qui mi piacerebbe sentire i protagonisti).

2. L’abuso di un minore (oggi 5 maggio giornata nazionale contro la pedofilia) ha un confine legale molto chiaro. Come spesso accade questo confine legale non coincide con la realtà psicologica ed esperenziale, spesso è in ritardo rispetto alla realtà sociale, per cui le ipotesi, interpretazioni soggettive rispetto ad una situazione per come descritta da Sara, diventano tantissime, ognuna basata su un punto di vista figlio di una complessità di premesse della persona che interpreta. Come considerate il fatto che una ragazza di 15 anni, per sua scelta, che ha perso da poco la mamma, una notte, mentre il papà dorme, entra nella camera da letto di un amico del padre cinquantenne ospitato e consuma un primo (in assoluto) rapporto sessuale, a cui fanno seguito altri rapporti nei giorni successivi? Una prima cosa da dire, sperando anche che qualche adolescente possa leggere questo articolo, è che la sessualità è una parte meravigliosa per la nostra vita, se vissuta in condivisione e coinvolgimento e può raggiungere apici importanti di eroticità con partner in linea con la nostra idea di piacere. E’ pur vero che  la spinta sessuale dei giovani adolescenti (ormonalità, voglia di essere riconosciuti e di piacere all’altro etc.),verso un adulto (con una grande differenza di età) , dovrebbe impattare adulti consapevoli di questo limite, il superamento del quale potrebbe produrre danni psicologici importanti.

Una buona relazione con un adulto significativo, si spera possano essere i genitori o gli educatori dei diversi contesti di vita del ragazzo, con cui consultarsi prima di lasciarsi andare ad una storia di sesso, quando l’interlocutore è un adulto con una notevole differenza di età, potrebbe risultare un buon metodo di prevenzione, coscentizzazione.

Un’altra possibilità di prevenzione possono averla i sessuologi e gli psicologi scolastici durante gli incontri a scuola, sul tema della sessaulità. Si  dovrebbero inserire passaggi relativi a questo argomento e al rischi psicologico connessi (in generale sono tanti gli argomenti da poter trattare che esulino dalla sola spiegazione tecnica dell’atto e dell’uso del profilattico come prevenzione alle malattie e alla gravidanza). Ma perchè parlo di rischio psicologico? Perchè come evidenziano per Sara gli sceneggiatori, spesso un’esperienza di sesso con un adulto in età adolescenziale o peggio pre-adolescenziale può evere delle conseguenze psicologiche importanti, sull’immediato, ma anche sulla futura sessualità dell’individuo. Senza voler essere  moralizzatore e dare facili giudizi e senza cadere nell’altro versante di permissivismo e accettazione, vi invito semplicemente a riflettere su questo punto, delicatissimo, con confini fluidi e come sempre mi rendo disponibile a raccogliere vostre mail o considerazioni su FB che possano essere gestite in privato, senza apparire sul blog.

Mi scuso con i colleghi e i lettori del Blog, se nel trattare argomenti tanto delicati, possa avere in qualche modo toccato parti di sensibilità. Non è stato facile misurare le parole… Un caro saluto a tutti.


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