Harielle e Alice
E con l’arrivo delle sospirate vacanze, è arrivato anche il momento dell’agognato viaggio all’estero con mia figlia Alice , ormai ventenne e cittadina del mondo come la mamma.
L’idea di unire Bratislava a Vienna mi era venuta in mente questa primavera, quando sono andata in gita scolastica con i miei studenti a Budapest e mi sono resa conto di quanto fossero vicine le tre capitali. Complice anche la Ryan Air con l’allettante proposta di viaggi aerei low cost, abbiamo finalmente prenotato con poco preavviso, come sempre…decido sempre i miei viaggi all’ultimo momento :D
Ed eccomi a Bratislava, Slovacchia, una città dalla lingua incomprensibile, dall’animo gentile e dal cuore semplice. Gli automobilisti sono così rispettosi delle strisce pedonali e delle regole, che quando avvistano i pedoni sul punto di attraversare la strada, rallentano già a duecento metri prima, senza mostrare nessuna aria spazientita. A livello architettonico, l’influenza sovietica di tanti decenni ha portato ad abbattere parecchi dei vecchi palazzi liberty del centro storico e a rimpiazzarli con anonimi casermoni di cemento armato senza stile, così che, passeggiando per il Mikalskà o per Kapuziner, le strade principali, si ammiri una discontinuità estetica, talvolta un senso di squallore alternato all’ammirazione per il bello.
Kapuziner Ulica, la strada verso il centro storico di Bratislava
Il freddo ci ha colto impreparate: ci aspettavamo sì un calo delle temperature, ma non di tornare a marzo – aprile…all’inizio è stato un sollievo, poi, quando ha iniziato a piovere tanto, un problema vero e proprio.
Un poster toccante nel museo della cultura ebraica di Bratislava dedicato all’Olocausto
Fortunatamente c’erano da visitare il Castello, che nella foto su vedete troneggiare sulla città, un museo della cultura ebraica e il conforto dei pub all’aperto che ai tavolini offrono plaid agli avventori per ripararsi dal vento gelido (li abbiamo usati con entusiasmo
Mikalska Brana, il ponte dell’angelo Michele, difensore della città
Dopo tre giorni trascorsi nella piccola capitale slovacca in un hotel confortevole e godendo dei vantaggi dei prezzi bassi in tutti i servizi (evidentemente hanno saputo gestire bene il passaggio all’euro 6 anni fa), siamo andate a Vienna, distante solo 60 km, un’ora di treno. Ebbene, la vecchia capitale dell’impero austroungarico è sempre affascinante. Io vi ero già stata 22 anni fa, nel 1990, e l’ho trovata cambiata, anche migliorata nel suo fascino mitteleuropeo.
Scalinata del castello di Schonbrunn
Rispetto a Bratislava, in cui francamente le attrazioni turistiche sono poche, qui c’era solo l’imbarazzo della scelta. Bellissimi i due castelli asburgici , quello di città, Hofburg e la residenza estiva di Schonbrunn, con percorsi tematici dedicati entrambi ai grandi imperatori e imperatrici, e soprattutto alla memoria della coppia Francesco Giuseppe – Sissi.
Un abito da ballo della principessa Elisabetta di Baviera,Imperatrice Sissi
Incantevole il Prater con i suoi boschi e le sue attrazioni, delizioso girare in traghetto il Danubio più verde limo come il Nilo che blu, oramai, gustoso l’immancabile assaggio di torta Sacher nell’omonima pasticceria, quasi proibitivo lo shopping (un “magnetino ” da frigo che normalmente costa 1 € o 1, 5 € in Italia o in altri paesi qui costa quasi 10 euro!)
la Sachertorte nella mitica pasticceria Sacher
Un lusso però me lo sono concessa: l’ultima sera a Vienna siamo andate ad un concerto con musiche di Mozart e Strauss tenuto presso il castello di Hofburg. Un’orchestra da camera ha eseguito le musiche più conosciute di questi autori. All’ascolto di “Voi che sapete” dalle Nozze di Figaro ho iniziato a piangere, di gioia. Ecco l’effetto della musica sulla mente, rende il senso del sublime. Da quanto tempo non ero così felice?
Ed è già tempo di tornare, stelline negli occhi e nella mente le note del Bel Danubio Blu…e dell’immortale Mozart.
“Voi che sapete
che cosa è amor,
donne vedete
s’io l’ho nel cor”
Il Danubio di notte alle mie spalle