Magazine Diario personale
Di nuovo in coda quasi due anni dopo, quante emozioni. Dovete sapere che 'in coda a Villa Pisani' non è tanto una situazione di fatto, quanto più che altro un vero e proprio luogo. Anzi, meglio, il punto d’incontro fra un vero e proprio luogo ed una vera e propria e particolare forma dell’essere. (la mia)
Perché Villa Pisani non è solo una stronzissima villa veneta dalle architetture, dagli affreschi e dai giardini un po’ così, ma è un luogo dove, sarà per colpa delle architetture, degli affreschi e dei giardini un po' così, il mondo è cambiato.
Per dire:
-Nel 1700 e qualcosa i nobili e l’élite veneziana pensarono bene di piantarla con il progressismo ed il mare per iniziare ad espandersi nello statico entroterra padano. Hanno così iniziato a costruire splendide ville, fra cui e soprattutto la nostra: villino di seconda mano tirato su per la cucciolosa famiglia Pisani. Son così durati 80 anni sopravvivendo grazie ai vecchi fasti e buttando nel cesso appena 1100 (millecento) anni tondi tondi di Repubblica.
-Il buon Doge Pisani, annoiato e triste, a partire dai festoni a VP si mise d’impegno per dilapidare l’allora patrimonio BillGates-style familiare, perdendo fortune al gioco e sperperando in lungo ed in largo a colpi di mignotte e pokerini. (doge aka simbolo di sfarzo e potere supremo, immaginate il Papa sul lastrico...)
-Nel 1800 e un pochetto Napoleone pensò bene di sganciare due milioncini di lire per regalare VP al viceré d’italia, suo figliastro, che, oltre alla conduzione dell’esercito italiano, si dedicò alla direzione della più grande associazione massonica italiana. Anzi fu il primo, primissimo, gran maestro della più grande associazione massonica italiana. La quale, per pura coincidenza forse, vide la partecipazione di Garibaldi, Carducci, e un paio di altri illustrissimi di minor conto. In seguito tale loggia dapprima appoggiò il fascismo, poi lo deappogiò, quindi, nel dubbio, si “ricostruì in aderenza ai nuovi principi fascisti”. Dopo vicissitudini varie, tutto e il contrario di tutto, roba noiosa e altra roba noiosa ci ritroviamo dentro Licio Gelli e pacchi su pacchi di P2. Ovvero uno dei migliori autosputtanamenti mai realizzati dall’italia, ovvero, di traverso, un cazzo in culo di debito pubblico che apparentemente ci ha condotti a Monti.
-Zona 1800 e un pochetto di più di un pochetto sono passati per VP, si sono incontrati, si sono divertiti (e mi piace pensare rimbecilliti), il Carlo IV preso per il culo da Goya, lo zar Ale I l’enigmatico che inventò la cresta prima di Beckham, e Ferdinando Carlo Maria di Borbone che dapprima lanciò inutilmente nel futuro il sud italia eppoi lo affossò, tanto per, a furia di distruggersi a colpi di pastiera napoletana.
-Dalle parti del 1900 divenne meta amata e ispiratrice di D’Annunzio e Wagner, il che spiega molte cose riguardo la produzione artistica dei due.
-Fu il luogo del primissimo (proprio primo primo) incontro ufficiale del buon sir Fasci Mussolini ed il sir Nazi Adolfino.
Una stronzissima villa veneta sita in anonima località agricola fu ben collegata a, ricapitolando: il declino di una fra le più longeve ed importanti repubbliche mai esistite; il dominio del primo impero francese sotto Napoleone; la nascita della più grande lobby massonica italiana che nel tempo avrà dirette implicazioni con lo sputtanamento italiano e la crisi del debito pubblico; il rimbecillimento di: Carlo IV che condusse alla burina crisi spagnola con conseguente piallata, Ale I l’uomo più potente d’europa (in seguito alla caduta di Napoleone) le cui periodiche crisi mistiche impattarono sulla conformazione geopolitica dell’odierna europa, Ferdinando II la cui moralità si basava sulle figure del boia e del confessore e del mangia babbà; la joint venture artistica nazi-fasci; la seconda guerra mondiale; io in coda che mangio la piadina in macchina.
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