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Inception

Creato il 08 ottobre 2010 da Veripaccheri
INCEPTION INCEPTION
di C NOLAN

Una grande montatura, un grattacielo costruito sulla sabbia. Se la bellezza di un film dipendesse dalle sue dimensioni allora questo sarebbe di sicuro un capolavoro. In termini di grandeur Inception non teme concorrenti o per lo meno si pone a livello dei grandi affreschi tecnologici prodotti dalla fabbrica del cinema: e se Di Caprio porta dentro al film un titanismo iconografico desunto dall’opera che lo ha reso famoso, e con lui Nolan ormai identificato dai più con l’eroismo enigmatico e tormentato di una maschera da fumetto (se mai c’è ne fosse bisogno c’è lo strillo del poster a rammentarlo), è tutto il film a ricordarci le dimensioni ipertrofiche di una costruzione architettonica che cresce su se stessa, moltiplicando livelli e spiegazioni, storie e paradossi, scenari apocalittici e performance attoriali, per non parlare dei rimandi cinematografici scelti in un contesto di consolidata fama cinefila.
Un caleidoscopio di forme e possibilità poggiate sulla scommessa più grande, quella di arrivare al dunque della nostra vita attraverso il percorso che più di altri sembrerebbe negarlo. Il sogno come flusso indefinibile eppure esistente diventa il motivo per un incursione spazio temporale capace di dare lustro all’ultima tendenza del cinema d’azione - i prossimi “Salt” e “Innocenti bugie” sono solo gli ultimi esempi di film globtrotter - ed allo stesso tempo di destabilizzare il racconto con stilemi che appartengono al noir e che vedono soprattutto nell’interiorizzazione della vicenda – un passaggio obbligato per una storia modellata sulle proiezione oniriche dei suoi personaggi-e nell’ingannevole rappresentazione di una visione sospesa e mutaforme, il loro punto di forza.
Per non dire della sottotrama sentimentale, ancora una volta nel cinema di Nolan negata a qualsiasi lieto fine e caratterizzata da figure femminili sfuggenti ed ingannevoli (Marion Cotillard con il suo fascino retrò è una dark lady politicamente corretta), costrette al sacrificio per alimentare le nevrosi di uomini distratti. Ma è proprio la volontà di vincere la scommessa su più tavoli a relegare Inception nella gabbia dorata del cinema blockbuster. Nel tentativo di armonizzare cinefilia ed intrattenimento Nolan si sbilancia a favore del secondo infarcendo la trama di spiegazioni, visive e letterarie, che spengono il potere evocativo dell’assunto, riducendolo ad un pretesto su cui imbastire ostentazioni di forza ed evoluzioni ipercinetiche. Nelle mani del regista le sinapsi oniriche diventano delle tavole sinottiche lacerate da suoni roboanti e scenari intercambiabili. Nulla è vero, tutto è permesso, come all’interno di un enorme videogame. Tanto se muori si ricomincia da capo.

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