Di Oreste Cirillo. La Dda – Direzione Distrettuale Antimafia – di Reggio Calabria ha avviato un’indagine su quanto accaduto a Oppido Mamertina, dove mercoledì scorso la processione della Madonna delle Grazie si è fermata davanti all’abitazione del boss della ‘ndrangheta Giuseppe Mazzagatti, 82 anni, condannato all’ergastolo e ai domiciliari per motivi di salute. Per far visita al “boss” i portantini avrebbero compiuto un mezzo giro invertendo il verso della statua della Madonna. La conferma è arrivata dal procuratore Federico Cafiero de Raho.
Il gesto è stato subito colto dal maresciallo dei carabinieri Andrea Marino che comprendendo la deferenza al boss, ha subito ordinato ai suoi uomini di lasciare la processione, mentre i membri della giunta comunale e i sacerdoti restavano al loro posto. Sono stati proprio i carabinieri di Oppido a far giungere alla Dda la segnalazione. Ora gli inquirenti stanno cercando di risalire a chi abbia effettuato l’ordine.
Subito è iniziata la tempesta di commenti sull’accaduto. Il primo a farsi sentire è stato l’Osservatore Romano - giornale della Santa Sede – che ha immediatamente condannato la processione affermando che “in zone dove il pervertimento del sentimento religioso si accompagna spesso all’azione della criminalità e a un’acquiescenza, dettata da paura o interesse, purtroppo ancora diffusa tra le popolazioni”. Per il monsignor Nunnari, arcivescovo di Cosenza: “Se fossi vescovo di quella città – ha detto – per un po’ di anni non ne farei. Dispiace che i preti non abbiamo avuto il coraggio non di andare via ma di scappare dalla processione. Quando i carabinieri hanno lasciato, i preti dovevano scappare. Avrebbero dato un segnale e di questi segnali abbiamo bisogno”.
Anche il sindaco del paese si è mostrato indignato precisando che “qualora dovessero emergere reati a carico di terze persone reati da cui si evince che il significato del gesto reiterato nel corso degli anni era rendere riverenza alla criminalità organizzata, noi ci costituiremo parte civile nel procedimento a loro carico “. Anche Rosario Fiorello ha voluto dare un segno di protesta con l’hashtag su Twitter: #iononminchino.