Sono molto contento di presentare oggi l’incipit del primo libro della trilogia scritta da Katherine Pancol, Gli occhi gialli dei coccodrilli.
Per la prima volta sono riuscito a leggere una trilogia, non l’avevo mai fatto e adesso mi domando perchè?! Spero sia l’inizio di una lunga serie, questo è l’augurio che personalmente posso farmi.
Il libro racconta la vita di tutti i personaggi presenti, i loro pensieri, le loro paure e certezze e il carattere che hanno.
Ambientato tra Parigi, Londra e New York, è un lungo viaggio.
Gli occhi gialli dei coccodrilli si affianca a Il valzer lento delle tartarughe e a Gli scoiattoli di Central Park sono tristi il lunedì. Tutti e tre si leggono velocemente, sono discorsivi e questo è davvero un piacere!
Qui di seguito riporto l’incipit sia in lingua originale, in francese, che nella traduzione italiana.
Buona lettura!
Incipit di Les Yeux jaunes des crocodiles
Joséphine poussa un cri et lâcha l’éplucheur. Le couteau avait dérapé sur la pomme de terre et entaillé largement la peau à la naissance du poignet. Du sang, du sang partout. Elle regarda les veines bleues, l’estafilade rouge, le blanc de la cuvette de l’évier, l’égouttoir en plastique jaune où reposaient, blanches et luisantes, les pommes de terre épluchées. Les gouttes de sang tombaient une à une, éclaboussant le revêtement blanc. Elle appuya ses mains de chaque côté de l’évier et se mit à pleurer. Elle avait besoin de pleurer. Elle ne savait pas pourquoi. Elle avait trop de bonnes raisons. Celle-là ferait l’affaire. Elle chercha des yeux un torchon, s’en empara et l’appliqua en garrot sur sa blessure. Je vais devenir fontaine, fontaine de larmes, fontaine de sang, fontaine de soupirs, je vais me laisser mourir.
C’était une solution. Se laisser mourir, sans rien dire. S’éteindre comme une lampe qui diminue.
Se laisser mourir toute droite au dessus de l’évier. On ne meurt pas toutes droite, rectifia-t-elle aussitôt, on meurt allongée ou agenouillé, la tête dans le four ou dans sa baignoire. Elle avait lu dans le journal que le suicide le plus commun chez les femmes était défenestration. La pendaison, pour les hommes. Sauter par la fenêtre ? Elle ne pourrait jamais. Mais se vider de son sang en pleurant, ne plus savoir si le liquide qui coule hors de soi est rouge ou blanc. S’endormir lentement. Alors, lâche le torchon et plonge ton poignets dans le bac de l’évier ! Et même et même… il te faudra rester debout et on ne meurt pas debout.
Sauf au combat. Par temps de guerre…
Ce n’était pas encore la guerre.
Elle renifla, ajusta son torchon sur la blessure, bloqua ses larmes, fixa son reflet dans la fenêtre. Elle avait gardé son crayon dans les cheveux. Allez, se dit-elle, épluche les pommes de terre… Le reste tu y penseras plus tard !
Da Les Yeux jaunes des crocodiles di Katherine Pancol, pagine 11-12
Incipit di Gli occhi gialli dei coccodrilli
Joséphine lanciò un urlo e lasciò cadere il pelapatate. La lama era slittata, entrando in profondità nella pelle del polso. Sangue, sangue dappertutto. Guardò le vene blu, lo sfregio rosso, il bianco del lavello, lo scolapasta in plastica gialla dove aveva messo le patate già pelate, bianche e lucenti. Le gocce di sangue cadevano a una a una, chiazzando le piastrelle. Appoggiò le mani ai due lati del lavello e si mise a piangere.
Aveva bisogno di piangere. Non sapeva perchè. Aveva un sacco di buone ragioni per farlo, e questa era da prendere al volo. Cercò con gli occhi uno strofinaccio, lo afferrò e lo applicò come un laccio emostatico sulla ferita. Sto per diventare una fontana, fontana di lacrime, fontana di sangue, fontana di sospiri. Sto per lasciarmi morire.
Era una soluzione. Lasciarsi morire, senza ire niente. Spegnersi come una luce che si smorza.
Lasciarsi morire ben diritta sul lavello. Non si muore diritte, rettificò immediatamente, si muore distese oppure inginocchiate, con la testa nel forno o nella vasca da bagno. Aveva letto su un giornale che il metodo di suicidio più comune tra le donne è la defenestrazione. L’impiccagione, per gli uomini. Saltare della finestra? Non avrebbe mai potuto farlo. Ma svuotarsi del sangue piangendo, non sapere più se il liquido che cola fuori di te è rosso o bianco. Addormentarsi a poco a poco. Allora, lasci andare lo strofinaccio e tutti i pugni nel lavello! Eppure, eppure… dovrai restare in piedi, e non si muore in piedi.
Tranne che in battaglia. In tempo di guerra…
Non era ancora tempo di guerra.
Tirò su col naso, aggiustò lo strofinaccio sulla ferita, frenò le lacrime, fissò il proprio riflesso nella finestra. Si era fermata i capelli con una matita. Su, si disse, pela le patate… al resto penserai dopo!
Da Gli occhi gialli dei coccodrilli di Katherine Pancol, pagina 9
Dati del libro:
Titolo: Gli occhi gialli dei coccodrilli
Autrice: Katherine Pancol
Traduzione dal francese: Roberta Corradin
Casa editrice: Dalai Editore
Pagine e anno: 523, 2011
Scritto da Mac La Mente