
È quindi naturale che, vista la mia passione per la fantascienza, arrivassi a parlarne, prima o poi. La prima intenzione era quella di dedicargli una sorta di recensione/dossier, ma visto che il tempo9 a mia disposizione è poco e non ho ancora trovato il modo di rileggerlo, la farò slittare a data da destinarsi. Però un paio di parole voglio comunque spenderle, prima di lasciarvi all'incipit.


"Novantotto, novantanove, cento." Gloria riabbassò le braccia paffute con le quali si era schermata gli occhi e battendo le palpebre nella luce del sole. Poi si allontanò cautamente dall'albero cui si era appoggiata, cercando di guardare contemporaneamente in tutte le direzioni. Girò il capo per controllare un folto cespuglio alla sua destra, poi arretrò ancora per poter frugare con lo sguardo negli angoli meno illuminati. Il silenzio era profondo, rotto solo dall'incessante ronzio degli insetti e, di tanto in tanto, dal grido solitario di qualche uccello che sfidava coraggiosamente il sole di mezzogiorno. "Scommetto che è rientrato in casa," si imbronciò Gloria. "Eppure gli ho detto un milione di volte che non è leale." Strinse le labbra, mentre un cipiglio severo le riempiva la fronte di rughe, e si avviò a passo deciso verso la casa che sorgeva al di là della strada. Udì troppo tardi il fruscio che si levava alle sue spalle, la caratteristica cadenza ritmata dei passi di Robbie. Si girò in tempo per vedere il suo compagno di giochi spuntare trionfante dal nascondiglio e correre verso l'albero.