Mi sa tanto di inciucio, l’elezione del cardinale argentino Bergoglio al soglio di Pietro.
L’Hispanidad era una scelta obbligata, dato che più di 400 milioni di cattolici ne fanno parte. La provenienza latino-americana, molto consigliata per lo stesso motivo. Il profilo basso, riservato e umile, doveroso, dopo anni passati da uno scandalo all’altro, senza soluzione di continuità.
Ma dietro a questi segnali di cambiamento c’è un Papa di 76 anni, dal quale non ci si può aspettare quel lungo percorso di svolta di cui necessita la Chiesa. C’è il primo Papa extraeuropeo, ma di sangue totalmente italiano, espressione di una Chiesa molto chiacchierata per le sue connivenze con una delle dittature più atroci del novecento.
La Curia, che potrebbe sembrare la grande sconfitta, in realtà limita parecchio i danni, mantenendo intatta la sua centralità.
Per la svolta bisogna aspettare il prossimo, forse. Sempre che non ci si accontenti di una patina pauperista e di un bel sorriso.
Probabilmente, l’unica novità dovrebbe essere per gli italiani, che potrebbero vedere progressivamente ridursi i tentativi di ingerenza, nella vita democratica nazionale, da parte del Vaticano.