Magazine Maternità
Annaspando tra le quotidiane faccende di ordinaria amministrazione mi rifugio qui.
Com'è come non è, tutte le scadenze si ritrovano sempre a coincidere.
Moduli da riempire e documentazione da allegare si ammonticchiano senza che io riesca a trovare il tempo e il coraggio per iniziare solo a capire da che parte cominciare.
Allora, c'è da rifare l'iscrizione al nido. Quando scade il termine per la presentazione delle domande? Ma tanto che la faccio a fare: non me la prenderanno. Però falla, eh! Che almeno guadagni punti in graduatoria (sarà poi vero?).
E poi bisogna andare all'URP, al SICET, alla SEPI, all'USID... Che è 'sta roba? Cos'è, c'hai il singhiozzo? Ah, no: è per il contributo agli affitti, il bando dell'edilizia popolare (siamo noi i nuovi poveri!), la munnezza da pagare...
- Ciccionismo? Oggi puoi passare in banca?
- Oddio, Hasuna, come faccio! Con la bimba!
- Boia dé! Devo pagare le tasse!
- E io devo fare la spesa! Sono finiti i pannolini, il detersivo per i piatti e c'è il lavandino pieno di pentole incrostate, e l'acqua. A proposito: mi lasci la macchina?
- C'è da fare l'assicurazione. Quando hai tempo guarda su internet i preventivi.
- A proposito: a fine maggio mi scade la patente! Dove devo andare per rinnovarla?
- Non puoi rinnovarla se non hai gli occhiali, perché c'è scritto: guida con lenti.
- Appunto: ho le lenti (a contatto). Ti pare che senza occhiali non mi fanno rinnovare la patente? (però ora che mi fai venire il dubbio...). Andranno bene pure se gli manca una stanghetta?
- Dammeli, te li aggiusto io domenica. Però ricordamelo.
- Sì, me li aggiusti! Ma come fai, sono proprio spaccati! Sono stravecchi: tanto vale che me ne prendo un paio nuovo. Anzi, sai che faccio? Prendo una montatura farlocca al Carrefour e poi mi ci faccio montare le lenti dall'ottico.
Ecco, appunto: devo andare al supermercato.
Prima o poi pulirò anche il piano cottura, me lo giuro. Ma vedi che ho fatto bene a non pulirlo una settimana fa, quando me lo dicevo? Percé ora sarebbe di nuovo sporco. economizza, Suster, economizza, ch'è tempo di crisi.
Prima o poi ce la farò anche a sistemare quel campionario di oggettistica assortita di discutibile utilità che si continua ad ammonticchiarsi in cima al frigorifero. Uh, cos'abbiamo qui? Un tubetto di Vinavil! Fantastico! Un passaporto libico, una stecca di Rothmans vuota, un fornelletto per le zanzare, una molletta, due, tre, dieci mollette. Cavi vari. Fogli vari. Scontrini vari. Lasciamo perdere.
Prima o poi. Prima o poi come espressione è rassicurante: presagisce un poi. Sempre meglio di "devo fare questo o quello": presagisce fatica.
- Se vai dal tuo commercialista fatti dare i documenti da portare al CAF.
- Cosa serve?
Mannaggia, devo leggermi il bando. UFF!
Dunque il CUD, l'ISEE, ci risiamo con le sigle!
E due ore in fila alla sede dell'Unione Inquilini con la pupa insofferente che voleva pulire il pavimento con le ginocchia, e io che la sballottavo in braccio e cantavo Nella vecchia fattoria, sperando nel buon animo di qualcuno che mi facesse passare avanti, e lei che voleva a tutti i costi l'orrendo busto di Lenin che ristagnava in cima a uno scaffale a raccogliere polvere secolare.
In tutto ciò sono riuscita infine ad andare dalla mia dottoressa a farmi vedere il polso (dopo tre mesi di convivenza con la mia tendinite, che quasi quasi mi ci sono affezionata).
Prima o poi dovevo farlo.
Ha detto: tendinite. E mi ha prescritto un'eco. (Come volevasi dimostrare).
Nel frattempo sono riuscita a seminare il panico nell'anticamera di suddetta dottoressa.
"Signora mia, io sono buona e cara, ma quando il vaso è colmo, è colmo. Uno dà un braccio, e c'è chi si piglia la mano (no, era il contrario). Se sei educato tutti ti piazzano i piedi in testa!" E altre simili frasi da repertorio, snocciolate a volontà.
Chi le ha dette? Ma la Suster!
Non ci credete? Neanche io se me l'avessero raccontato.
E: "Non è possibile! Tutte le volte 4 ore di anticamera! E io ho la bambina piccola, e non posso stare qui un pomeriggio intero. E' da venerdi che ho prenotato! Chi è mi ha cancellato? Ah: no no no no! Io entro! Sono la prossima! E mi dispiace per lei signora, ma se la prenda con la persona che sta dentro. Perchè è stata DISONESTA! Questo è il mio nome in lista, il numero 4. Chi l'ha cancellato?"
Insomma, un delirio.
Il motivo di tutto ciò: qualcuno aveva osato cancellare il mio nome dalla lista d'attesa, e quando sono arrivata mi hanno detto che il mio turno era passato e ora toccava alla numero 5.
E credetemi, davvero: non sono una di quelle che amano litigare per ogni cosa, che nelle discussioni ci sguazzano, che colgono al volo l'occasione per attaccare turilla, direbbe il commissario Montalbano.
Tanto meno per il posto in fila dal medico, ma quella sala d'attesa è veramente esasperante: un covo di mastini inferociti. Io ogni volta me ne uscivo con le lacrime agli occhi per lo stress. E per l'attesa logorante con: il rappresentante farmaceutico che passa ogni due pazienti, il paziente a cui serve "solo una ricetta" e che poi sta dentro mezz'ora, i bambini che devono fare il vaccino che hanno la precedenza (ma a maggio? E non ce l'anno un pediatra, Cristo santo?), i furbi che telefonano alla dottoressa da dietro la porta del suo studio dicendo "Passavo di qua e , non è che posso fare un salto solo per ritirare l'impegnativa...". Ma sì, certo, venga pure! Tanto ci sono solo 17 coglioni in fila ad aspettare da due ore e mezza!
Suster in quell'anticamera ne ha viste di tutti i colori, ed è capitato anche che, dopo un pomeriggio di attesa, dovesse desistere e tornare a casa senza niente di fatto perché aveva lasciato la pupa alla Master, la quale a una certa ora doveva tornare a lavoro.
Finché non ha capito (ma nessuno glie l'aveva mai detto) come faceva quella lista d'attesa ad essere sempre compilata fino al diciottesimo paziente, anche alle 7 del mattino: gli ipocondriaci over 65 (i più pericolosi esemplari della specie umana in cui potreste imbattervi nella sala d'attesa di un medico di famiglia) si facevano iscrivere per telefono dalla dottoressa stessa giorni e giorni prima. Ok, buono a sapersi. Meglio tardi che mai. Lo faccio anch'io, alla faccia di chi ancora non lo sa, né, forse, mai lo saprà.
Ma poi arrivo ed ecco: il mio nome è stato rimpiazzato da un altro in lista. Eccheccazzo! Stavolta ci sta la Suster furiosa, e divento verde di bile, e mi gonfio tutta e mi pulsa la vena sul collo.
"Lei ha anche ragione,che la colpa non è sua, ma vede: io passo. Cara signora, io passo, ha capito? Ho la bambina, ho la precedenza e passo: non mi interessa."
Brandendo mia figlia coma passe-partout, come la garanzia vivente delle mie parole.
La quale figlia credo che intanto si stesse vergognando un tantino di me, come sovente capitava a me da piccola di fronte alle pubbliche piazzate di mia madre.
Entro nell'ambulatorio sudata e accalorata.
La dottoressa è insolitamente gentile e accogliente. Sarà perchè ho ripetuto più volte, facendo bene attenzione a mantenere un tono di voce tale da poter essere udito anche da dentro, che "Non si preoccupi, tanto mi sono proprio rotta i coglioni di questa dottoressa: appena riesco, cambio medico, e non mi vedrà più qui, lei, e quella troia che è entrata al mio posto!"
Vedi perchè il mondo è dei prepotenti, di chi sgomita per entrare per primo, di chi alza la voce più forte. E nel caso ci butta dentro anche qualche parolaccia, che non fa mai male.
- Giacché ci siamo diamo anche un'occhiatina anche al seno, che vedo qui che c'è una storia di fibrocisti.
(Davvero?)
Accidenti al mio reggiseno con i piccioni colorati, ora ho perso tutta la credibilità che mi ero guadagnata con la mia colossale sfuriata, e mi tocca pure vergognarmi.
- Mh, sì, ci sono un po' di nodulini: meglio fare un'eco anche qui.
E mi prescrive pure quella.
C'è scritto: sospetta mastopatia fibrocistica, e la cosa non suona proprio bene.
Ma non è che la cara dottoressa si è voluta vendicare così delle mie minacce di cambiare medico?
Il dubbio mi viene, ma intanto ho l'appuntamento a luglio, e fino ad allora non saprò.
Ok, quando ho finito con CAF e CUD e URP e BOT e CCT, farò un salto anche alla ASL, e si cambia dottore.
Prima o poi lo farò. Uh, se lo farò!
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