“Gerard Butler e Aaron Eckart: “Ecco il nostro film, a metà tra Die Hard e Apocalypse now”
“Scusatemi, sono cotto”. Così il divo hollywoodiano Gerard Butler apre l’incontro con la stampa romana, tra una battuta e un sorriso ironico, per presentare lo spettacolare e adrenalinico Attacco al Potere di Antoine Fuqua, in questi giorni nelle nostre sale. Lo affianca Aaron Eckhart, protagonista con lui nei panni del Presidente degli Stati Uniti. Butler, invece, interpreta la sua fedelissima guardia del corpo, pronta a immolarsi e a lottare nel corso di un imprevisto quanto feroce attacco terroristico alla Casa Bianca.
Come mai ci teneva tanto, signor Butler, a realizzare questo film?
Gerard Butler: Ho pensato di produrlo perchè mi colpiva la sua caratteristica di essere un classico film d’azione stile Die Hard e, insieme, una novità originale: una storia ruvida, spigolosa, reale sull’attuale situazione politica. Aggiornavamo lo script di continuo, l’obiettivo era inserire grande azione e rendere l’attacco alla Casa bianca il più verosimile possibile. Oggi il terrorismo è una minaccia molto reale.
Perchè avete scelto, come nazionalità per i terroristi, proprio il Nord Corea?
G. B.: Andiamo, se avessimo realizzato un film con terroristi giamaicani nessuno l’avrebbe visto! Cercavamo minacce pertinenti, attuali, che ci colpissero cuore e mente, che riuscirrero a spaventarsi e farci stare all’erta con tutti i sensi pronti: per questo il film è così coinvolgente ed efficace. La crisi nord coreana non è iniziata certo ieri, forse ormai ha raggiunto un punto di criticità, ma è stata già negativa in passato e lo sarà, temo, anche in futuro.
Aaron Eckhart: Ovviamente è solo un film, si tratta di fiction, anche perchè qui c’è una cellula terroristica che attacca la Casa Bianca, non il Presidente stesso che minaccia. Tra l’altro, da sempre la Casa bianca viene vista come trofeo su cui mettere le mani e il Presidente come una gallina dalle uova d’oro da poter essere spennata. Viviamo una situazione molto negativa per il mondo, speriamo ci sia una soluzione diplomatica alla tensione che si è creata.
Come mai ha pensato al regista statunitense Antoine Fuqua per dirigerlo?
G. B: Con Antoine siamo molto amici, lo eravamo molto anche prima del film, avevamo già collaborato insieme. Mi sembrava un progetto perfetto per lui, l’unico a saper dare credibilità a un film pieno d’azione che altrimenti poteva scadere nel fantascientifico. Poi abbiamo un film preferito in comune, io e lui: Apocalypse Now, anche quello un racconto mitico dell’eroe. Abbiamo pralto molto di questo, volevamo una pellicola che parlasse dell’eroismo presente in ognuno di noi: come esseri umani siamo sempre spinti a reagire, a prescindere da ciò che ci colpisce e ferisce, e alla fine riusciamo a venirne fuori.
A. E.: È un film che celebra gli eroi nascosti, sono d’accordo: quelli quotidiani, quelli che si impegnano per la nostra sicurezza stando nell’ombra.
Eckhart interpreta il Presidente degli Stati Uniti: com’è andata?
A. E.: Qualunque bambino americano è orgoglioso di poter credere di diventare il nuovo Presidente. È solo un sogno infantile, ma fa parte dell’immaginario di tutti i ragazzini, e per me è stato bello coronarlo anche solo per un film. Ho un grande rispetto per il mio Paese e per la carica di Presidente, per cui quando mi è stata proposta la chance di interpretarne uno che fosse energico giovane e atletico, ho accettato subito. Come riferimento, mi è stato dato John F. Kennedy, perchè incarnava fascino e carisma, ma anche durezza. Certo, poi abbiamo parlato molto di Obama, e discusso della scena di apertura in cui mi sarei dovuto allenare a boxe: volevamo un presidente che fosse abbastanza forte, duro e resistente da essere in grado di affrontare quello che gli succede e continuare ad essere, malgrado tutto, un vero leader.
G. B.: E’ stato bello veder recitare Aaron e assistere a cosa riusciva a tirar fuori. Ha interpretato una figura istituzionale mostrando non solo integrità ma anche dolore, mettendoci un impegno notevole e alla fine, lo dico sia da spettatore che da produttore, come Presidente mi è piaciuto veramente tanto.
Un’ultima curiosità: il film anticipa White house down, ci avevate pensato o è stato casuale?
G. B: No, è che il cinema funziona così: si fanno prima due film sugli alieni, poi due su Cenerentola, poi due sul far esplodere la Casa Bianca. E’ il trend del momento. In generale è interessante fare film sul tempo che viviamo oggi, ci portano a riflettere sull’attualità, a capire che anche le istituzioni più importanti non sono poi così sicure.
di Claudia Catalli