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Indiana sulle orme di Chicago

Creato il 14 gennaio 2012 da Basketcaffe @basketcaffe

Dalla fine del Lockout ad oggi si sono disputate 10-12 partite, e come lecito aspettarsi da una stagione che si promette scoppiettante visto il calendario accorpato, le sorprese non sono mancate. Sia la Eastern che la Western Conference stanno attraversando cambiamenti considerevoli nella composizione di quelle 8-10 squadre che si daranno battaglia per i prossimi playoff; ad Ovest il mercato dei Clippers ha aggiunto di diritto la seconda squadra losangelina nel novero delle pretendenti all’accesso ai playoff, e c’è da aspettarsi grande battaglia con altre franchigie ricche di talento come Thunder, Blazers, Timberwolves ecc.
Nella Eastern Conference, pur tenendo presente Miami e Chicago come le “apripista” della classifica di conference, iniziano a balzare agli occhi squadre che, complici le difficoltà di alcune big in affanno (New York e Boston) stanno lavorando bene e sopratutto ottenendo risultati eccellenti. Detto dei Sixers, un’altra di queste squadre è sicuramente quella degli Indiana Pacers.

E’ ancora presto per dire se di rivelazione si tratta, ma senza dubbio i Pacers hanno materiale interessante da presentare a chi non pensa che questa squadra possa “ereditare” la stagione folgorante dei Bulls dell’anno passato. Indiana ha quest’anno riproposto in gran parte il gruppo che l’anno scorso ha permesso alla squadra di Indianapolis di partecipare come ottava classificata ai playoff NBA. Giustissima quindi la scelta di riconfermare il lavoro portato avanti da Frank Vogel e gran parte del roster. In più quest’anno i Pacers hanno firmato l’ala grande David West, che per percentuali a tiro e presenza in pitturato, si abbina perfettamente accanto al centro di talento e sostanza Roy Hibbert, che sta continuando la sua crescita.
E a completamento della front line aggiungete anche quel Danny Granger che forse è arrivato alla sua completa maturazione; è vero che quest’anno sta viaggiando a 14.7 punti (la peggiore statistica della carriera esclusi i primi due anni), ma la divisione dei compiti con West lo sta aiutando a fare scelte migliori e piccole cose utili alla squadra. Quindi, già solo osservando i big man, le analogie con Chicago sembrano ben poste ed almeno sulla carta la coppia Hibbert-West non è molto peggiore dell’asse Noah-Boozer a Chicago.

Indiana sulle orme di Chicago
Nel back court Indiana può schierare l’ottimo playmaker Darren Collison, che già l’anno passato con la maglia degli Hornets (e con quella dei Pacers nella seconda metà di stagione) ha fatto cose molto interessanti, non è un Derrick Rose ovviamente (sopratutto perchè parliamo di due giocatori con specifiche fisiche e tecniche differenti), ma comunque sta producendo buoni numeri (10.5 punti e 5.5 assist) dedicandosi più a far giocare la squadra che a creare per se stesso. L’arrivo di George Hill che è “costato” la scelta numero 15 all’ultimo draft ha portato un grande difensore che agli Spurs è cresciuto molto mentalmente e che può giocare in vari ruoli.

Se si va poi a spulciare la panchina di Indiana, escono elementi più che validi da inserire nella rotazione: parliamo ovviamente di Paul George (10.8 punti di media) e Tyler Handsbrough (terzo miglior marcatore di squadra con 12.2 punti e 6.2 rimbalzi), ma anche Danthany Jones, AJ Price e Lance Stephenson.

I Pacers hanno il talento e gli uomini giusti al posto giusto per provare a migliorare il record della passata stagione, e l’8W-3L con conseguente secondo posto a pari merito ad Est sembra confermare la bontà della strada intrapresa. Occhio però: le big oggi in affanno promettono battaglia.


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