Durante la campagna elettorale delle ultime elezioni politiche italiane il cardinale di Bologna Carlo Caffarra ha voluto indicare ai cattolici una serie di valori non negoziabili da tenere in considerazione per la scelta dei candidati.
Tra questi il punto che più ha fatto infuriare gli statalisti di Repubblica e del Fatto Quotidiano è stato quello riguardante la libertà di educazione. Togliere il potere allo stato per sostenere le famiglie, liberarsi dall’ideologia dello stato-papà tanto caro ai totalitarismi rossi e neri, di cui molti giornalisti e intellettuali sono ancora nostalgici, per offrire un vero pluralismo dell’offerta scolastica pubblica, statale e non statale, pluralismo che consenta alle famiglie una reale possibilità di scelta.
In Europa, la maggior parte degli stati finanzia interamente (o quasi) le scuole paritarie/private e anche in America si stanno facendo progressi importanti. E’ notizia recente della vittoria della libertà di educazione nello stato dell’Indiana, dove i cinque giudici della Corte Suprema hanno votato a favore per la destinazione di fondi alle scuole private, religiose o no.
Il programma è costituzionale, è stato scritto, perché i fondi pubblici «non sono diretti a beneficio delle scuole private, ma piuttosto a diretto beneficio delle famiglie a basso reddito con bambini in età scolare». A livello nazionale, i “buoni scuola” sono usati da più di 100.000 studenti in una dozzina di Stati, tra cui Florida, Georgia, Ohio e Wisconsin. Diversi altri Stati utilizzano i crediti d’imposta per aiutare le famiglie a pagare le tasse scolastiche delle scuole private. Casi simili a quello dell’Indiana sono in appello alla Corte Suprema del Colorado e della Louisiana, le sentenze sono attese a breve, e qualcosa di simile sta per essere approvato in Texas.
In Italia la regione Lombardia attua già qualcosa di simile grazie alla “Dote Scuola”, per le famiglie lombarde interessate è possibile fino al 02 maggio 2013 attuare la richiesta alla Regione. Ricordiamo che, come ha stabilito il Ministero dell’Istruzione (Miur) la presenza delle scuole paritarie in Italia permette un risparmio di 6 miliardi all’anno. Nel 2010 la rivista specializzata di settore Tuttoscuola ha calcolato che lo Stato risparmierebbe oltre 500 milioni di euro l’anno se aumentasse di 100 milioni i contributi alla scuola paritaria, consentendo a più famiglie di sceglierla (ogni euro investito nella paritaria renderebbe allo Stato 5 euro di risparmio).