Traduco e riporto un breve articolo pubblicato su Adbusters, associazione no-profit e agenzia di informazione indipendente, ambientalista, anticonsumista e anticapitalista canadese, famosa per aver lanciato l’idea di un’occupazione simbolica di Wall Street lo scorso settembre dando così origine al movimento Occupy (a proposito consiglio il numero di E-ilmensile di questo mese, incentrato su un’inchiesta dal titolo Occupy America che comprende un’intervista a Tom Morello, che beffardo propone: «se Obama chiude Guantanamo, è quello il posto per i responsabili dei crimini economici. Gli mettiamo una bella tutina arancione e gli facciamo ascoltare i Rage Againt the Machine tutto il giorno»).
Marta Sánchez su ROARmag.org scrive che una “rivoluzione silenziosa” basata su tre innovazioni tattiche sta emergendo in Spagna dall’entroterra sociale. Ecco alcune delle sue intuizioni più profonde:
–La decentralizzazione del movimento
Al termine del maggio 2011, il neonato movimento 15-M doveva trovare un modo per continuare a vivere aldilà dell’occupazione di Plaza del Sol. Così prese piede l’idea di decentralizzare il movimento verso i quartieri: le iniziative “toma los barrios” (prendere i quartieri) hanno supportato e favorito la creazione di assemblee in ogni quartiere di Madrid. In tal modo, il movimento è divenuto locale: dalla creazione di quelle assemblee, il 28 maggio 2011, ne sono fiorite circa altre 120.
–La comparsa di nuove iniziative sociali
Una delle più fortunate azioni del movimento 15-M che le assemblee di quartiere hanno contribuito a coordinare è la campagna “stop desahucios” (blocca gli sfratti). Dall’anno scorso circa 200 sfratti sono stati evitati. Intanto, l’assemblea del quartiere Concepción, nel nordest di Madrid, ha una delle più grandi e meglio organizzate “banche del tempo”, coordinata via internet. Gli abitanti del quartiere possono creare un profilo online in cui condividono informazioni sui servizi che sono in grado di fornire, ed entrare in contatto con persone che offrono servizi di loro interesse. La transazione è conclusa tra l’uno e l’altro e se sorgono problemi è prevista una commissione di mediazione. Il tutto senza denaro.
–Un nuovo clima sociale
Come ha espresso l’assemblea popolare di Algete su Twitter, “stavamo dormendo, ci siamo svegliati e ora abbiamo un’insonnia cronica”. Il filosofo Amador Fernández-Savater si spinge oltre e dichiara che il movimento 15-M ha aperto un “nuovo stato mentale”.
Una silenziosa interconnessione di menti ha luogo ogni settimana in tutta la città, nelle piazze e in rete. Ciononostante, i media si ostinano a insistere che il movimento sta perdendo forza. Stiamo assistendo alla comparsa di una economia parallela, alternativa, sotterranea. Ciononostante, chi ha il potere resta cieco a questo. Come dice il politologo Carlos Taibo, “vediamo costantemente come i media dichiarino che il 15-M è morto. E mi sono reso conto che è meglio non replicare: meno conoscono della realtà del movimento, più saranno sorpresi quando emergerà dall’invisibilità”.
Il movimento degli indignados si è spinto oltre la protesta: è riuscito ad alterare l’immaginario collettivo e l’atmosfera politica alle sue radici più profonde. Ha generato un processo di ripoliticizzazione della società.