8 Dicembre 2008
Zoppi i miei passi di ieri e ancora
mi affidi le spade dita strappate
di netto lo scudo mi scivola in basso
la paura è vestita di chiaro
i tuoi occhi nel becco dell’aquila
li sento scavarmi le colpe sfranarmi
gli amori negati cucirmi al braccio
un respiro di padre gioirmi addosso
una corona di alloro nel nome
dividimi adesso in parti di lacrime
uguali e fiorire vedrai il Tuo sangue
versato in offerta all’amore
….
Appoggiata al tuo profumo resto in piedi
a rovescio volando su stomaco pesante
cade a terra il mio violino
non sono più la pecora smarrita
buttata fuori a fischi
dall’uscita laterale salto su
in un cielo alla Chagal trafficato
di veleni da precetti
“Mi perdoni Santità ma in un giorno
come questo votato all’agonia feriale
ci vuole abilità fiabesca a morire
senza suono sul cestino tremante
della vecchia e il telefono bagnato fra le dita”
….
Ho sognato di conoscerTi davvero
di tirarti fuori dai santini della sera
bagnarti i capelli con le dita
sentire la Tua voce finalmente
e bruciare di colpo tutti i libri
conficcarlo nelle viscere
l’Amore che non cede contare insieme
gli errori e i buchi intorno ai fianchi
urlarti addoso i nomi dei miei NO
poi ucciderti anch’io mille volte
più di loro e vederti ancora in piedi
con il sangue rappreso sotto il petto
e le carezze vive nelle mani
C’è una scala nei tuoi occhi
esattamente di ventitré gradini
porta diritto alla tua porta triangolare
dopo colazione la percorro ogni mattino
ma all’ultimo scalino finisco sempre
in terra coi denti ed i biscotti sulla porta
gli occhi incollati alla maniglia
ci sarà un perché mio amore coccinella
eppure soltanto quando piangi si intravede
la fessura e allora rapida e furtiva lascio
il plastico del mondo giù in cucina e provo
a cercare il cacciavite che ha la punta di
una stella e aspetta la volta del tuo cielo
per brillare e dare un senso alla sua notte
….
Spagna Volume Uno
Sarebbe stato tutto facile l’avessi vista
là inchiodata ai clacson dei sorpassi
l’avrei presa sulla punta delle dita stesa
al Parco Helado de Los Martires chiesto
al gatto del custode di vegliarle i capelli
pallida Carmen senza unghie e troppi
desideri alla tua guerra di libri ed altruismo
ti avrei vista partire con al collo aghi
di antico fabbricato e negli occhi
il pianto soffocato di un ritorno
…..
Attende Giovanni la parola
per spezzare ancora la sua rete
vuota la pancia stanotte
vuota anche l’agonia
la stringe fredda fra le nocche
puzza di sale e sfinimento
fallire gli anelli del destino
uno dopo l’altro
nel salto monco di un acrobata
spegnersi in ebeti sorrisi di acquavite
e sul molo barili di cloro e varichina
“ Voglia Iddio fare di questo porto d’affondati
la nuova Cana del vino e degli sposi
delle ali macchiate dei gabbiani
la coperta all’amplesso della Luna
ossigenando di buio la speranza
nella valigia sfondata dei sopravvissuti”
….
Mi ha accerchiata con furore sapiente
salito sulle gambe è entrato nel ventre
urlava, sputava il cinghiale grigio
il seme mi ha messo in vena
il cuore invaso di fumo
il cinghiale mangiava i miei sogni
strappando col muso i capelli
leccava di odio le dita
ho visto il mio sangue arretrare
sentito franare lo spazio
ora tu che mi siedi vicino
con la fronte bianca del sonno
ignori la bestia silente
innocente mi allacci i tuoi occhi
scordando amato mio dardo
di vestire di pianto l’antica faretra
….
I bambini del silenzio fanno chiasso
lungo i corridoi della coscienza
sogni di latte andato a putrefarsi
denti rimasti nel ventre delle madri
ninos di latta ammaccata e mani d’oro
mostri lucidati di plastica e sorrisi
intagliati nel buco freddo dell’Inferno
che di giorno spegne ogni sua luce
per rendere più grassa e scintillante
l’infanzia naufragata di tutto l’Occidente
Deus caritas est a Romy
La testa danza al battito del cuore
ha fame delle mani che tendi ogni sera
al viso giusto di chi in processione sfila
davanti alla tua immorale voglia di levarti
veloce sulle gambe rubare al cervo un solo
balzo saltando le panche desolate e ascoltata
sedere al tuo banchetto con la veste i colori
profumati e freschi delle giostre e mangiare
da signora con le mani ferme il Pane caldo
raccogliendo in quel vecchio fazzoletto
le briciole per i cani azzoppati del tuo Regno
….
Fissare l’adesso
appendendoci il cuore e i polsi
rendere onore all’onore
…
ad Etty Hillesum
Il cielo si è chiuso nel ventre
il gelo ha spezzato il tuo piede
ti ha vista cadere in ginocchio
sul tuo gelsomino gridare
e sale di zolfo e trionfo
esalare dai polsi di vetro
nel campo partorivi il tuo fiore
le doglie dei giorni infiniti
rinascevano in bocca la sera
coi denti caduti per terra
lucidavi le labbra di Dio
…..
PAROLE DA UN CD a F. D. B. sine tempore
Gettate nell’orecchio
senza troppa attesa o circostanza
salta la fiaba di resina
sulle unghie fa presa
resa alla gola la sua
parte di sogno ribelle
è nell’oppio di violini
che aspiro da sempre polvere
di scarcerata malinconia
…..
Non è facile discutere con te
la fronte avanza con lo scatto
del dio giusto
il mento incide l’aria e
le parole scivolano piano
dai tuoi denti me le
metti in bocca delicata e
soave come un gatto la
lingua del giudizio mi rotola
in gola ruvida e bagnata
mentre soffoco penso
alle porte lasciate spalancate
alle chiavi posate sulle mani
a te altera come una dea
che entri ed esci
dalle stanze della mente appendendo
alle pareti il tuo profumo di vittoria
….
Nella mia vita ho passato le ore
a pensare a come sarebbe stato
se avessi smesso a tratti di pensare
avessi preso scarpe gonna e ombrello
lasciando appesi alla noia intrecciata
del mio letto pezzetti appuntiti di coscienza
e corde sbiadite di paura
COMMENTI (1)
Inviato il 08 ottobre a 21:42
Buongiorno prof. Spero sia lei; comunque sono Filippo Semprini della vecchia 2d di novafeltria. se puo la prego torni lei a insegnarci ke con questa prof nuova non si capisce niente quando spiega e non lo dico solo io ma tutta la classe. Quindi se puo torni lei perfavore. Spero ke legga il commento. comunque bella la poesia. Bye bye Filippo Semprini