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Inerviene Carla Spagnoli e si scalda la diatriba Cucinelli – Guarducci,

Creato il 21 febbraio 2012 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria

LETTERA A GOODOMIRNINGUMBRIA

Non posso non intervenire in questa diatriba fra Brunello Cucinelli ed Eugenio Guarducci, non solo perché il “cioccolato” e il “cachemire” fanno parte del passato e del presente, mio e della mia famiglia, ma perché ho a cuore la mia città e la mia regione. Questo è il presupposto per cui non posso che essere d’accordo con le valutazioni che Guarducci ha esternato in merito alla visione riduttiva che Cucinelli ha del turismo nella nostra regione: la “teoria del silenzio” con la necessità di abolire gli eventi di massa, fra l’altro espressa in un contesto, quello della BIT di Milano, in una serata specificatamente dedicata alla promozione dell’Umbria attraverso gli eventi, mostrando un tempismo dannoso, fuori tempo e fuori luogo. E’ certamente ammirevole l’ispirazione mistica che negli ultimi anni ha colpito il “re del cachemire”, pur non avendo distolto il “francescano Brunello” dal lusso. Ammirevole … Forse Cucinelli avrebbe fatto meglio a reclamare dalle Istituzioni una politica del turismo che sia di autentica promozione delle bellezze artistiche, storiche e monumentali delle nostre città e della nostra regione. Avrebbe dovuto chiedere un salto di qualità sull’offerta, sulla valorizzazione delle nostre ricchezze e del “prodotto” che Perugia e l’Umbria sono in grado di presentare. Avrebbe potuto mettere l’accento sulla carenza che le nostre Istituzioni mostrano in sede di programmazione e promozione del turismo. Ma forse ha ritenuto scomodo o quanto meno non vantaggioso muovere appunti alla sinistra che governa le nostre amministrazioni. Quella sinistra che anche nel settore turistico mostra di essere in stato confusionale se arriva con l’assessore Bracco ad affermare che ha ragione, sia chi afferma che i “numeri vanno tenuti bassi”, sia chi li vuole dilatare. La verità è che turismo spirituale e turismo “commerciale” possono e debbono convivere, non si escludono a vicenda, anzi, spesso si intersecano e si sostengono vicendevolmente. Per il rilancio del turismo è necessario intervenire sulla promozione, sul sostegno, abbandonando ad esempio l’ipotesi di introdurre la tassa di soggiorno, aumentando la qualità dell’offerta che non significa certo agire sul contenimento della domanda, programmando eventi (due grandi manifestazioni, pur rilevanti a livello nazionale ed internazionale, non bastano a sostenere il settore). Su questo però Cucinelli resta fedele alla “vocazione al silenzio” che reclama per l’Umbria. Bene avrebbe fatto a rispettarla anche nelle esternazioni a cui si è lasciato andare. L’economia, anche quella del turismo, si fa con la qualità, certamente, ma anche con i numeri che la sostengano e la facciano vivere. Altrimenti sarà veramente il “silenzio”. Non quello dell’educazione e del rispetto, ma quello inquietante di centinaia e centinaia di attività che cessano di produrre.

Carla Spagnoli



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