In queste ultime settimane, forse un pò come in tutte le case che contengono figli, bambini, ragazzini e nani di vario taglio, le madri, nonchè i padri, ma specialmente le madri, ricorrono al meschino ricatto intitolato:"Babbo Natale vi osserva, comportatevi bene, altrimenti niente regali".
E' diventato quasi un tormentone, un mantra minaccioso, si inizia con la colazione:"non sprecate i cereali, Babbo Natale vi guarda,non buttate la torta per terra, Babbo Natale non vi porterà nulla", per poi riproporre la litania nel pomeriggio, quando non vogliono studiare, quando si picchiano rotolandosi sul tappeto, quando si arrampicano sulla grata della finestra e si lanciano con le ginocchia nude sul grès porcellanato, quando si infilzano stuzzicadenti nelle orbite e cotton-fioc nei timpani.
La minaccia natalizia incombe sulle loro teste a cena, quando urlano, si lanciano le pietanze, scendono da tavola per fare la cacca proprio quando si è appena impiattata la minestra calda,"bravi bravi continuate così, Babbo Natale vi sta osservando dalle finestre proprio ora, vedrete come andrà a finire", biascicano i generatori di prole scomposta, masticando la cena di traverso.
L'anatema babbo natalesco striscia nelle ventiquattro ore infantili, colpendo come una serpe velenosa, quando meno se lo aspettano, seminando qualche inquetudine nei piccoli virgulti,talvolta raggiungendo picchi drammatici e melanconici quando i genitori aggiungono viscidamente:"poi non piangete quando la vigilia di Natale, Babbo non vi porterà nulla mentre gli altri bimbi, bravi ed obbedienti, scarteranno ciò che hanno desiderato tanto, noi vi avevamo avvertito"
In uno di questi momenti minacciosi, in maniera ormai sotto-corticale, tentando di uscire da casa, una mattina in cui è troppo tardi per arrivare in tempo, ripetendo il solito temibile avvertimento, trascinando due figli, due grembiuli, due zaini, un computer portatile, una busta porta pranzo completa di tisana al finocchio inserita nel tèrmos,districandomi fra tacchi e sciarpe, cappotti e martin gala, piumini e cappelli, mio figlio grande mi gela con questa proposta:"mamma, ho pensato ad una cosa, se Babbo Natale ha visto quanto sono capriccioso, quanto ti faccio stancare soprattutto la mattina, quanto sono lento a prepararmi e quanto non mi và di fare i compiti, io gli scrivo una letterina e mi firmo:Giovanni.
Ovviamente il mio primogenito, capriccioso, lento e svogliato non è stato registarto all'anagrafe con tale appellativo.
Buoni preparativi.
Magazine Diario personale
In queste ultime settimane, forse un pò come in tutte le case che contengono figli, bambini, ragazzini e nani di vario taglio, le madri, nonchè i padri, ma specialmente le madri, ricorrono al meschino ricatto intitolato:"Babbo Natale vi osserva, comportatevi bene, altrimenti niente regali".
E' diventato quasi un tormentone, un mantra minaccioso, si inizia con la colazione:"non sprecate i cereali, Babbo Natale vi guarda,non buttate la torta per terra, Babbo Natale non vi porterà nulla", per poi riproporre la litania nel pomeriggio, quando non vogliono studiare, quando si picchiano rotolandosi sul tappeto, quando si arrampicano sulla grata della finestra e si lanciano con le ginocchia nude sul grès porcellanato, quando si infilzano stuzzicadenti nelle orbite e cotton-fioc nei timpani.
La minaccia natalizia incombe sulle loro teste a cena, quando urlano, si lanciano le pietanze, scendono da tavola per fare la cacca proprio quando si è appena impiattata la minestra calda,"bravi bravi continuate così, Babbo Natale vi sta osservando dalle finestre proprio ora, vedrete come andrà a finire", biascicano i generatori di prole scomposta, masticando la cena di traverso.
L'anatema babbo natalesco striscia nelle ventiquattro ore infantili, colpendo come una serpe velenosa, quando meno se lo aspettano, seminando qualche inquetudine nei piccoli virgulti,talvolta raggiungendo picchi drammatici e melanconici quando i genitori aggiungono viscidamente:"poi non piangete quando la vigilia di Natale, Babbo non vi porterà nulla mentre gli altri bimbi, bravi ed obbedienti, scarteranno ciò che hanno desiderato tanto, noi vi avevamo avvertito"
In uno di questi momenti minacciosi, in maniera ormai sotto-corticale, tentando di uscire da casa, una mattina in cui è troppo tardi per arrivare in tempo, ripetendo il solito temibile avvertimento, trascinando due figli, due grembiuli, due zaini, un computer portatile, una busta porta pranzo completa di tisana al finocchio inserita nel tèrmos,districandomi fra tacchi e sciarpe, cappotti e martin gala, piumini e cappelli, mio figlio grande mi gela con questa proposta:"mamma, ho pensato ad una cosa, se Babbo Natale ha visto quanto sono capriccioso, quanto ti faccio stancare soprattutto la mattina, quanto sono lento a prepararmi e quanto non mi và di fare i compiti, io gli scrivo una letterina e mi firmo:Giovanni.
Ovviamente il mio primogenito, capriccioso, lento e svogliato non è stato registarto all'anagrafe con tale appellativo.
Buoni preparativi.
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