Ferguson alza la sua ultima coppa
NOTIZIE (Londra). 2013, odissea nel calcio inglese. Questa stagione appena conclusa sarà indimenticabile per tutti i tifosi inglesi a causa di tantissimi addii. La premier league si è conclusa con la vittoria del Manchester United che ha trionfato davanti ai rivali del City. La festa finale è stata un lungo commiato a Sir Alex Ferguson. Il tecnico scozzese ha definitivamente lasciato la panchina dei Red Devils chiudendo di fatto un’era calcistica cominciata nel lontano 1986. In 27 anni Fergie ha vinto 13 campionati, 2 Champions League e tanti altri trofei che lo hanno fatto diventare una leggenda vivente. Il suo addio sancisce dunque la fine di un ciclo per il football inglese. Come se non bastasse in questi giorni sono arrivati altri importantissimi addii. Carragher, Owen, Scholes e Beckham hanno annunciato di ritirarsi dal calcio giocato. Giocatori importantissimi che hanno fatto la storia di Liverpool e Manchester United, non a caso le due squadre più titolate d’Inghilterra.
La Premier League è diventato il campionato più bello del mondo grazie anche alle loro gesta e soprattutto alle loro vittorie. I tifosi dello United sono quelli più traumatizzati da questa stagione. Ovviamente godono ancora della vittoria in campionato, ma si ritrovano dal prossimo Luglio senza il timoniere di una vita. Ferguson è stato l’artefice della rinascita dello United. Dopo l’era di George Best lo United aveva passato un ventennio in penombra senza vincere nulla. L’avvento dello scozzese ha fatto ritornare i Red Devils sul tetto d’Europa e del mondo e per tanti tifosi non vederlo più in panchina è come essere stati lasciati dalla moglie dopo 25 anni di matrimonio. Ma non finisce qui, oltre a Ferguson anche Scholes ha messo fine alla sua carriera. Per il centrocampista però la situazione è ben diversa.
Infatti, già lo scorso anno l’Old Trafford lo aveva salutato, ma poi proprio Sir Alex lo aveva convinto a tornare in rosa. A dare però la mazzata finale ai tifosi dello United è stato l’annuncio del ritiro di David Beckham. Andato via nel 2003 lo Spice Boy non è mai stato dimenticato e la notizia ha dato un tono ancora più triste all’intero ambiente. Ferguson, Beckham e Scholes sono stati i pilastri inossidabili di uno squadrone che ha dettato legge negli anni 90’ e 2000 e che nessuno dimenticherà mai. Come mai verranno dimenticati dai tifosi del Liverpool altri due pezzi da 90, ovvero Jamie Carragher e Michael Owen. Senza dubbio è il difensore inglese quello che mancherà di più ai supporter dei Reds. 726 presenze con la maglia del Liverpool condite dalla Champions League vinta in rimonta contro il Milan nella magica serata di Istanbul.
Carragher ha concluso quest’anno la sua diciassettesima stagione all’Anfield Road, l’unico suo stadio della carriera. Ha iniziato a giocare con questi colori e non se li è più tolti. Insieme a Gerrard sarà sicuramente il giocatore a cui verrà fatta una statua in futuro. Non meno doloroso l’addio al calcio di Owen che ha finito la carriera giocando nelle fila dello Stoke City, dove però ha disputato soltanto 8 match. Wonder Boy è entrato di diritto nell’olimpo dei grandi per essere attualmente il più giovane giocatore della storia del calcio inglese a vestire la maglia della nazionale. Il suo inizio di carriera fu eccezionale. Ai mondiali di Francia ’98 segnò un gol spettacolare contro l’Argentina che tutti ancora ricordano. E’ anche l’unico calciatore inglese ad aver vinto il pallone d’oro negli ultimi 35 anni. Insieme a Shearer è sicuramente l’attaccante più apprezzato dell’ultimo ventennio.
Attualmente la premier sta vivendo un florido momento economico, grazie anche ad un accordo faraonico per i diritti televisivi. Le squadre che verranno promosse nel massimo campionato avranno a disposizione 70 milioni di euro, una cifra davvero cospicua. E’ dunque un’epoca contrassegnata dalla legge del dio denaro e a dimostrarlo sono i continui investimenti da parte di imprenditori provenienti dall’Asia e dall’est Europa. La sensazione comunque leggendo anche i forum e navigando sui social network è che questa generazione di giocatori difficilmente potrà essere emulata. Nonostante i soldi la facciano ormai da padrone, sarà davvero durissima ritrovare giocatori e allenatori di questo spessore che vinceranno oltre dieci campionati e che vestiranno una sola maglia senza più togliersela. Ma soprattutto sarà molto difficile trovare un’intera generazione di calciatori che si dimostreranno dei professionisti sia in campo che fuori.