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Ingovernabile a chi? Stravince il M5S e perde, ancora una volta, il Pd

Creato il 26 febbraio 2013 da Massimoconsorti @massimoconsorti


Ingovernabile a chi? Stravince il M5S e perde, ancora una volta, il Pd. Silvio sta lì, immobile, cuntent...Silvio e Beppe hanno fatto campagna elettorale, Bersani no. Non si discute e i risultati si sono visti. Gatto Silvio è riuscito nella mission impossible di rianimare i suoi elettori e, pur avendo perso un dieci per cento netto, sta sempre lì: un governo possibile passa attraverso di lui. Il M5S è il primo partito, era nell'aria, perfino quella di casa nostra dove i figli sono tornati a votare dopo un paio di consultazioni andate in bianco. Il M5S non è solo “rabbia giovane”, e i risultati al Senato ne sono la dimostrazione. Occorrerà fare i conti con loro, perché considerarli un fenomeno estemporaneo e andare avanti come se non esistessero, sarebbe un suicidio politico colossale. Il Partito Democratico ha dilapidato in un mese tutto il ben fatto con le primarie. È riuscito dove neppure il peggiore e più agguerrito masochista, avrebbe fallito. Ha perso le elezioni miseramente, e in modo brutale, violento, senza aver combattuto, senza aver dato segnali di esistenza in vita, restando a Bettola a bere birra mentre Silvio e Beppe giravano l'Italia in lungo e in largo convincendo (o rianimando) un elettorato sfiduciato e deluso. Ma queste elezioni hanno dimostrato che agli italiani interessano sì i temi del lavoro e delle tasse, ma più del lavoro e delle tasse gli italiani vogliono, pretendono, una classe politica onesta, che non sia corruttibile e non corrompa, che non viva di privilegi e che pensi di risolvere i problemi dei cittadini essendo loro stessi cittadini e non unti dal signore. Esigono, gli italiani, che i politici non scorrazzino più nelle loro auto blu, con i carabinieri a far da scorta a mogli prede di shopping compulsivo; che non si ritrovino, dopo un mandato in Parlamento, con un vitalizio da far invidia a Barack Obama. Gli italiani vogliono poter guardare negli occhi i loro rappresentanti anche se, nel caso di Grillo, hanno guardato nelle palle degli occhi, tramite web, solo, a questo punto, l'ex comico. Il Pd non sa vincere, è affetto dalla sindrome di Berlusconi, quando Silvio scende in campo i democratici si ritirano, si appallottolano, diventano ricci con gli aculei pronti a pungere ma solo per difesa, non attaccano più, non sono in grado di farlo, sono incapaci di combattere e, quindi, assolutamente inadatti a governare. Uno non pretende per forza un leader, ma gente con le palle sì, e i pidini le palle, purtroppo per loro, le considerano un optional, quasi una sovrastruttura. E poi sono arroganti, guardano gli altri dall'alto in basso, non si confondono con la gente e non ne capiscono i problemi. Per cui, chi è causa del suo male... Italia ingovernabile, era l'esito scontato di questa consultazione e tanto è stato. Non di queste dimensioni, ma dar torto ai fatti e ai voti sarebbe un insulto all'intelligenza di un normodotato. Monti è stato un flop. Anche questo era prevedibile. Nonostante i tentativi di umanizzare Ufo Robot, l'ex presidente del consiglio non ha appeal, mentre si ritrova con una Imu sulle spalle che pesa peggio di un macigno. Ingroia non ce l'ha fatta e con lui tutta quella sinistra che ha esaurito il suo percorso di vita politica. Vecchi, stanchi, un po' retrò e un po' romantici, gli attrezzi da museo archeologico della politica non entrano né alla Camera né al Senato. Ci dispiace ma, anche in questo caso, i vari esponenti dei Comunisti Italiani, di Rifondazione Comunista e di tutti i cespugli della ex sinistra dovrebbero farsi un esame di coscienza lungo sette anni, magari in Tibet vestiti da bonzi. La loro è una sinistra antistorica che non ha più diritto di cittadinanza, tanto radical-chic quanto supponenti, i sopravvissuti del Komintern hanno esalato l'ultimo respiro e si ritroveranno a essere tutelati dal WWF come gli ultimi Panda in una Cina soffocata dallo smog del progresso. Milioni di italiani hanno votato ancora una volta per Silvio. In questo Paese, in molti, cominciano a sentirsi prigionieri. Noi compresi.


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