Tutti a parlare in questi giorni di “Innocence of Muslims” (sarcasticamente “L’innocenza dei musulmani”), il film statunitense su Maometto. Ancora una volta un pretesto fornito ai fanatici islamici per scatenarsi contro gli USA, l’Occidente, e immancabilmente contro Israele. Tutti a parlarne (e a questo punto è doveroso), anche perché è costata la vita all’Ambasciatore Chris Stevens e a tre funzionari americani questa pellicola. E tutti i benpensanti e dialoganti – da Hillary Clinton al presidente Giorgio Napolitano – a condannarla per non irritare (oltre) i musulmani e all’insegna dell’ecumenismo.
Non ho ancora visto il film e non avevo neanche intenzione di vederlo, ma a questo punto lo farò. So per esempio che c’è una scena di Maometto in atteggiamento intimo con la moglie: ebbene, cosa c’è di strano? Maometto non ha avuto rapporti sessuali?
Si parla inoltre di pedofilia nell’islam, riconducendola a lui, che sposò Aisha quando lei era ancora bambina, con il benestare del padre di lei, Abu Bakr. Ora, è vero che non è ragionevole dare del pedofilo a Maometto, dato che è vissuto 1.400 anni fa in un determinato contesto storico, e senz’altro non è stato l’unico all’epoca a sposarsi con una bambina; ma è altrettanto vero che i musulmani pedofili che anche oggi sposano minorenni, si sentono legittimati a farlo dall’esempio del loro Profeta, tutt’oggi quello sommo da seguire. Se non ci fossero anche nel XXI secolo uomini che sposano bambine con questa “giustificazione”, nessuno si preoccuperebbero di ciò che ha fatto Maometto, tuttavia … sono gli stessi musulmani a farci presente questo dato storico (salvo poi accusarci d’islamofobia quando noi lo “ricordiamo”).
Infine, tra le tante sfaccettature sul Profeta che emergono dal film, c’è pure l’ostilità di Maometto nei confronti degli ebrei. E anche questa è storia, biografia ufficiale dello stesso condottiero Maometto: la cacciata delle tribù ebraiche dei Banu Qaynuqa e dei Banu Nadir, perché accusati di aver tradito il Patto di Medina, e, dopo la celebre Battaglia del Fossato (627), lo sgozzamento di circa 700 uomini ebrei della tribù medinese dei Banū Qurayza, mentre donne e bambini furono venduti come schiavi. In tale occasione Maometto si prese come concubina – dopo averle ucciso il marito – l’ebrea Rayahana, che più tardi avrebbe abbracciato l’islam in cambio della libertà. Storia, dunque, che oggi notoriamente prosegue il suo corso di sangue (ammantato di politica arabo-israeliana) nell’odio che la maggior parte dei musulmani nutre per gli ebrei, considerati, tra le altre cose, colpevoli di non aver accettato l’islam.
Ecco, il film che ha indignato (persino, ripetiamo, il nostro presidente Napolitano) l’intera comunità internazionale, e ben più di un altro film meno conosciuto: “Paradise Faith”, del regista austriaco Ulrich Seidl, presentato al Festival del Cinema di Venezia. Film che si chiude nientemeno con una donna ultradevota che si masturba con il Crocifisso. Un’offesa agli autentici sentimenti religiosi cristiani totalmente gratuita, che non ha alcuna ragion d’essere. Ma noi porgiamo sempre l’altra guancia… Non siamo mica fanatici islamici!
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Il link al trailer del film: L’innocenza dei Musulmani
di Alessandra Boga © 2012 Il Jester Dai la tua opinioneAutore: Alessandra Boga » Articoli 10 | Commenti: 2671
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