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Innovazione senza permesso

Creato il 07 aprile 2013 da Barcampsolbiateolona
Parafrasando un antico proverbio africano, il momento migliore per cambiare l’Italia era tanto tempo fa. Ma se non lo abbiamo ancora fatto, il momento migliore è adesso. La strada è una sola. Si chiama: innovazione senza permesso
È in corso una rivoluzione che sta abbattendo antichi vizi nazionali, è la rivoluzione degli innovatori. Non la fanno riempiendo le piazze o dando l’assalto ai palazzi del potere. Ma cambiando le nostre vite: il modo in cui si fa scienza, si condivide la conoscenza, si fa impresa, si creano posti di lavoro, si producono beni, si amministra la cosa pubblica. Non sono casi isolati. È un movimento. Ci sono migliaia di startupper che il lavoro non lo cercano perché provano a crearselo inseguendo un’idea innovativa. E artigiani digitali che hanno aperto una fabbrica di oggetti sul proprio computer. E innovatori sociali che stanno modificando le istituzioni. Sta cambiando tutto perché abbiamo a disposizione la prima arma di costruzione di massa: Internet. Che non è una rete di computer, ma una rete di persone che provano a migliorare le cose senza aspettare niente e nessuno.

 

Innovazione senza permesso
Cambiamo tutto!” (edizioni Laterza, 14 euro, anche in versione ebook) è un libro sull’ottimismo. Sul perché dobbiamo essere ottimisti oggi in Italia. Il mondo attorno a noi può cambiare in meglio grazie a tre parole d’ordine: trasparenza, partecipazione, collaborazione. E alla voglia di ciascuno di noi di provarci.!”  è un libro sull’ottimismo. Sul perché dobbiamo essere ottimisti oggi in Italia.
Il mondo attorno a noi può cambiare in meglio grazie a tre parole d’ordine: trasparenza, partecipazione, collaborazione. E alla voglia di ciascuno di noi di provarci.

 Riccardo Luna: " Ho 48 anni e ne ho trascorsi dieci bellissimi a “la Repubblica” (il quotidiano per il quale scrivo tuttora). Prima e dopo ho avuto la fortuna di fondare e dirigere tre giornali: “Campus”, “Il Romanista” e “Wired”. Ho fatto un sacco di cose apparentemente scollegate: ho scritto per primo di Calciopoli, ho candidato Internet al premio Nobel per la Pace, sono presidente
di Wikitalia, associazione che si occupa di trasparenza e partecipazione politica attraverso la rete. Ho collaborato con Expo2015 e con il ministero della Istruzione ma con scarso successo.
Sul web ho diversi progetti in corso: un blog su “Il Post”, la direzione del sito “CheFuturo! Il lunario della innovazione”, il coordinamento di italia2013.me e la guida di StartupItalia!.
Ho curato e condotto le conferenze internazionali Happy Birthday Web, Makers e iSchool e il Next della Repubblica della Idee e sono co-direttore della European Maker Faire che si farà nell’autunno del 2013 a Roma. Scrivo storie da quasi quarant’anni. Da quando mio padre una volta mi portò allo stadio, finì 3 a 0, io tornai a casa in un tripudio di bandiere e sulla sua macchina da scrivere scrissi di getto il mio primo articolo. Non potevo resistere. Avevo 8 anni. Questo libro – “Cambiamo tutto!” – che esce oggi, il 4 aprile, per le edizioni di Laterza, ha seguito un percorso diverso. Scrivo già così tanto, ogni giorno, tutti i giorni, che potevo benissimo resistere dal farlo. Ma in questi anni sono stato fortunato. Sono stato eccezionalmente fortunato perché per lavoro ho potuto frequentare una Italia sconosciuta: inventori, innovatori, esploratori, sognatori. Io non pensavo neanche che esistessero ancora; pensavo fossero rimasti prigionieri dei libri di storia o delle favole per bambini e invece mi hanno cambiato la vita. Mentre tutt’intorno a noi il cielo si faceva più scuro, ho visto in loro passione per il futuro, concretezza e una determinazione che non è solo carattere, o Dna, ma che poggia su una nuova cultura, sui valori fondativi della rete: apertura, condivisione, collaborazione e merito. Ho visto in questi italiani spesso ignoti alle cronache i semi di una rivoluzione possibile, l’unica per il nostro paese. La rivoluzione dell’innovazione. Questo libro è innanzitutto per loro, naturalmente, è il mio modo per dire loro grazie di quello che fanno. Ma questo libro è anche per noi: noi che in queste pagine troveremo forse un filo rosso che secondo me unisce storie apparentemente diverse per dimostrare che sì, un altro paese è possibile
Cambiamo tutto La rivoluzione degli innovatori

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