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Insonnia: cause e rimedi naturali

Creato il 28 febbraio 2014 da Abcsalute @ABCsalute
Omeopata Dott. Francesco Candeloro
Omeopata Dott. Francesco Candeloro

A cura dell’omeopata Dott. Francesco Candeloro.

 

Più della metà degli adulti lamenta alcuni disturbi del sonno che contribuiscono ad alimentare l’insonnia. I più diffusi sono: difficoltà di iniziare e mantenere il sonno, eccessiva sonnolenza diurna associata a stanchezza e svogliatezza, sonnambulismo, alterazioni della fase REM, movimenti periodici degli arti.

 

Le cause dell’insonnia sono molteplici: variazioni del ritmo sonno-veglia legate al fuso orario, modifiche ambientali come dormire in un letto diverso dal proprio, cambiamenti di lavoro o ancora eventi importanti e particolarmente ansiogeni.

 

In base a come si manifesta, l’insonnia si può suddividere in 3 tipologie:

 

  1. sleep onset insomnia, difficoltà di addormentamento;
  2. sleep offset insomnia, frequenti e prolungati risvegli durante il sonno;
  3. sonno poco ristoratore, persistente sonnolenza diurna nonostante un periodo di riposo adeguato in termini di durata.

 

In rapporto alla loro durata nel tempo, si distinguono 3 forme di insonnia:

 

  1. forma transitoria legata a particolari eventi o situazioni;
  2. forma acuta, o a breve termine, che può durare da alcuni giorni fino a tre settimane;
  3. forma cronica, o a lungo termine, che può persistere per mesi o anni come un disturbo a fasi alterne, con aggravamenti spontanei o indotti da eventi stressanti.

 

Le prime due forme – transitoria e a breve termine – spesso sono alimentate da un’inadeguata igiene del sonno, caratterizzata da un comportamento precedente il riposo notturno incompatibile con un sonno adeguato.

 

Per prima cosa, il terapeuta deve indagare le abitudini del paziente insonne, e individuare gli eventuali comportamenti che influiscono sulla qualità del sonno. Così, il medico può dare al paziente le indicazioni opportune per migliorare, nel modo più naturale e semplice possibile, qualità e quantità del sonno.

Insonnia

Le abitudini che conciliano il sonno sono:
- andare a dormire e svegliarsi ogni giorno più o meno alla stessa ora;
- leggere, ascoltare una musica rilassante, o dedicarsi a tecniche di rilassamento; – fare un bagno caldo almeno 2 ore prima del riposo, perché un eccessivo riscaldamento del corpo favorisce l’irrequietezza;
- evitare di addormentarsi davanti alla TV, perché la luce intermittente del video infastidisce il sistema nervoso e interferisce con il sonno;
- evitare un’attività motoria faticosa nelle 3 ore che precedono il riposo notturno perché l’attività fisica stimola il metabolismo;
- evitare i pasti abbondanti.

 

Otre alle cattive abitudini, l’insonnia può dipendere anche da alcune malattie neurologiche, come la demenza, l’epilessia e il morbo di Parkinson, o da alcuni disturbi psichiatrici tra cui la depressione, l’ansia, la psicosi maniacale e la schizofrenia. Infine, ci sono alcune patologie che favoriscono i disturbi del sonno: asma, insufficienza cardiaca, iperagitazione da ipertiroidismo, reflusso gastro-esofageo.

 

Per porre rimedio all’insonnia, è anche necessario curare l’alimentazione. La caffeina, per esempio, ha un effetto eccitante che può persistere fino a 6-8 ore dalla sua assunzione, dunque è meglio evitarla se si soffre d’insonnia; gli alcolici danno sonnolenza, ma al tempo stesso favoriscono un sonno leggero e poco ristoratore, per questo è meglio non berli nelle 2 ore che precedono il riposo.
I problemi di insonnia sono causati anche da carenze alimentari di alcune vitamine del gruppo B, dell’acido pantotenico e di alcuni sali minerali tra cui il rame, oltre che da bassi livelli di ferro. È dunque utile intervenire con l’assunzione supplementare di ferro, e di lievito di birra contenente in quantità elevata le vitamine del gruppo b e i sali minerali.
Se l’insonnia dipende da una carenza di melatonina, la si può assumere dall’esterno, ma mai durante il giorno perché la sua azione interferirebbe con i normali ritmi dell’organismo.

La melatonina regola il ciclo sonno-veglia: si riduce dopo i 60 anni favorendo l’#insonnia.

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Nella dieta quotidiana non devono mancare alimenti contenenti il triptofano, un aminoacido da cui si forma la serotonina, neuromediatore del buonumore, nonché agente chimico che interviene nella regolazione delle diverse fasi del sonno. I cibi ricchi di triptofano sono: le banane, il formaggio fresco, il pesce, i datteri, il latte, le noccioline e il tacchino. Anche i carboidrati presenti nella pasta e nel riso possono favorire un ottimo riposo notturno.

 

Chi vuole curare l’insonnia con i farmaci può usare le benzodiazepine, una classe di farmaci usati contro i disturbi del sonno cronici o intermittenti. Le benzodiazepine si usano per 2-4 settimane nelle forme acute di insonnia, oppure in maniera intermittente nelle forme croniche e, in questo caso, sono associate a basse dosi di farmaci antidepressivi ad azione sedativa.

 

Sebbene efficaci, le cure farmacologiche possono provocare una serie di effetti collaterali come debolezza, stato confusionale, movimenti involontari degli arti o dei muscoli mimici, alterazioni dei parametri epatici e dipendenza. Per questo, specie in caso di insonnia cronica, è preferibile ricorrere alle terapie alternative.
I rimedi naturali all’insonnia fanno rientrano nella cure omeopatiche che, se ben seguite, si rivelano efficaci e sicure.

 

Distinguiamo l’uso dei rimedi omeopatici a seconda che i disturbi d’insonnia siano di recente insorgenza oppure datati.

 

Nel primo caso, la scelta del rimedio dipende dalla situazione che ha preceduto e scatenato il disagio: c’è la cura del jet lag, quella per l’insonnia dovuta a eccessive abbuffate o stress intellettuale, o rimedi all’insonnia legata a stress psicologici e affaticamento fisico.

 

Nelle forme d’insonnia un po’ datate, il discorso si complica.

Sonnolenza da insonnia
L’insonnia duratura e protratta nel tempo si associa a deficit di concentrazione e memoria, alla riduzione della reattività e creatività, e anche a una maggiore suscettibilità alle infezioni. In questi casi, non basta soffermarsi sulla causa scatenante dell’insonnia, ma oltre a definire caratteristiche peculiari del disturbo in relazione agli orari precisi d’insorgenza nel corso della notte, e ad altri problemi eventualmente concomitanti, è necessario ampliare l’analisi alle caratteristiche emotive e reattive della persona per inquadrare il disturbo d’insonnia come facente parte di una più complessa difficoltà di adattamento del soggetto a circostanze e avvenimenti. In questo caso, il miglioramento della qualità e della quantità del sonno è preceduto dal miglioramento di altre funzioni e reazioni –emotive e non – che caratterizzano la persona nelle ore diurne.

 

I rimedi naturali all’insonnia, e l’omeopatia in particolare, si dimostrano pienamente efficaci solo quando applicati in maniera olistica al caso da curare, cioè quando si analizza la persona nella sua interezza, come individuo caratterizzato da precise abitudini e determinate connotazioni emotive.

Contatta l’omeopata Dott. Francesco Candeloro per chiedere consigli e informazioni.


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