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instamonth maggio

Da Gynepraio @valeria_fiore

Bentrovati a Instamonth Maggio, l’appuntamento con il superfluo ma pur sempre colorito report delle foto che ho pubblicato su Instagram nel mese appena concluso, opportunamente divise in famiglie e collage. Perché le riepiloghi? Perché ogni giorno che dio manda in terra ogni tanto ho la sensazione che il tempo mi passi tra le mani senza che io faccia nulla per godermelo. A fine mese, ripercorrere ciò che ho vissuto -tipicamente istanti significativi, altrimenti non li avrei fotografati- mi serve a farmi recriminare meno, a essere più riconoscente, a proiettarmi verso il “bello a venire”. Questo è il lato romantico, mentre quello prosaico è che vorrei che mi seguiste su Instagram, razza di miscredenti.

Quindi, a noi.

#copenhagen. La prima cosa importante che ho fatto è visitare Copenhagen e -a parte essermi sentita bassa, grassa, malvestita e oltremodo povera- mi è piaciuta da morire. Ho anche scritto un post sull’irragionevole tasso di ottimismo degli abitanti di questa città.

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Dall’alto a sx: parco divertimenti Tivoli, Stattua della sirenetta, ciliegio in fiore, bici col contropedale, altalena hippie a Christiania.

#books. Grandi passi avanti!!! Giubilo e speranza! Ho letto 2 libri dopo che mi ero paralizzata tutto aprile sulla raccolta di racconti “Da dove sto chiamando”. Perché ti fossilizzi su Raymond Carver, gran maestro del racconto, visto che -tranne rarissimi casi come questo– non hai mai amato un racconto che fosse uno, pezzo di cretina che non sei altro?

Perché sentivo di avere una lacuna da colmare, insomma, Carver non è Andrea de Carlo, no? Oltretutto me l’ha consigliato il mio fidanzato: lui si fida dei miei suggerimenti letterari, mi spiaceva iniziarlo e poi gettare la spugna. Ho taciuto il mio disappunto, sono arrivata fino in fondo infilandomi i cucchiai negli occhi per tenerli aperti e poi, quando mi ha chiesto che ne pensavo, ho finalmente vomitato detto la mia opinione. “Insomma, due o tre racconti non sono male, tipo “Cattedrale” l’ho trovato bello, però “Di cosa parliamo quando parliamo d’amore” ecco, nulla di emozionante, dai! E poi, quella sfilza di ragazzini che vanno a pescare carpe al fiume, mariti con l’amante, e mogli rancorose, ecco, ha rotto il cazzo. Lascia che te lo dica, Carver è sopravvalutato.” Ovviamente non mi ha parlato per 2 giorni, voltandosi indignato dall’altra parte quando mi incrociava in corridoio.

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Tra Eggers e Modiano, Eggers tutta la vita

#tbt. Questo mese, grazie a Dio, c’erano solo 4 giovedì. Per reperire le foto di infanzia e adolescenza ho coinvolto mia madre, mia fotografa ufficiale nonché fan e press agent.

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dall’alto a sx: recita scolastica, sub ma con maschera dei black bloc, scazzo adolescenziale, padre in trasferta calcistica

#torino. Angoli di città, fotografati quando corro da sola (se vado a correre con voi-sapete-chi, non posso fermarmi a fare foto altrimenti si spazientisce e mi lascia indietro di 1 km, razza di infame) oppure mentre sono in auto, incolonnata come un povera stronza. Se avessi indietro il tempo che passo ai semafori, altro che un blog, avrei già scritto un romanzo.

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Dall’alto a sx: io in auto con tettuccio panoramico, Castello del Valentino, scie chimiche torinesi, Piazza Castello, Mole Antonelliana

#ootd. Questo mese ho continuato il decluttering: ne sono scaturiti 2 sacchi di abiti inutilizzabili, più un altro di sole borse (che però sono state tutte vendute alle mie colleghe in un mercatino improvvisato nell’ufficio vendite). Ho comprato poche cose: bluse, una tunica bianca, una gonna nera. Ho rispolverato una camicia vichy e uno scamiciato denim, che stranamente non avevo buttato. Sarebbe stata meglio una salopette vera e propria, ma non ce l’ho.

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Dall’alto a sx: corredino tricolore, camicia vichy, blusa, collane fregate a mia madre, scamiciato, coulotte

#farecose. Questo mese ho fatto cose belle, tipo mostre, cortei, mercatini, pisolini sul divano, semine di fiori, visite a Ginevra. Annoveriamo anche momenti di vera esaltazione: Il completamento del 730 online (impresa per la quale mi ero preparata per mesi con un training autogeno davanti allo specchio: in men che non si dica, avevo finito e cantavo tronfiamente il Nessun Dorma al balcone) e un viaggio in treno in Business Class, dove per 40 minuti mi sono atteggiata a Valeriovna Gyneprovic, una bellissima nababba russa in procinto di ereditare un trilione di rubli tintinnanti. E poi niente, sono scesa a Rho Fiera, e c’era odore di fumo e malinconia.

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Dall’alto a sx: mercatino dei fiori, tentativo di semina, corteo del 1 maggio, fontana di Ginevra, mostra di Modigliani, compilazione del 730, tentato pisolino sul divano, viaggio deluxe in treno

#food. Sempre incerta tra il desiderio di ripulirmi le arterie e quello di ostruirle con un mix di trigliceridi e colesterolo, ho mantenuto fede alla mia politica del pendolo e ho alternato piatti punitivo-dietetici e bombe caloriche sfondastomaco. Coerenza innanzitutto.

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Dall’alto a sx: bagel, tris di piatti c/o Expo, plumcake al miele, insalata di quinoa, insalata di orzo, cereali per colazione, verdure al vapore

Per Beatrice, che su FB mi ha chiesto la ricetta della quinoa soprarappresentata, ecco a te:

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#blog. Questa è la nota dolente: solo 4 post, cioè 1 alla settimana. Però li ho scritti col cuore in mano (che, vi ricordo, secondo Mike Bongiorno Buonanima era il segreto della bontà dei prosciutti Rovagnati). Colgo l’occasione per ringraziare pubblicamente Mark Zuckerberg che, resosi finalmente conto che per le 4 t-shirt grigio mélange e i jeans di Gap che porta quotidianamente non gli servivano poi tutti quegli zillioni di dollari, ha deciso che dei miei investimenti pubblicitari non se ne fa nulla. Insomma, sembra che abbia smesso di penalizzare le visualizzazioni di noi povere tenutarie di fanpage che non lucriamo nulla, anzi siamo vieppiù povere in canna. Era un modo articolato per dire che le visualizzazioni su FB sono cresciute. Se non li avete letti, vi invito a colmare questa lacuna e seguire il mio blog con uno strumento democratico, evoluto, scandinavo, minimal e gratuito, cioè Bloglovin.

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E adesso buon giugno a tutti, in particolar modo mando un caloroso ciaone grosso grosso a chi sta facendo il ponte mentre io sono in ufficio a perdere diottrie su un Powerpoint.


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