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Intanto la Russia di Putin continua a non avere pietà per Magnitskij
Creato il 20 aprile 2013 da Matteo19.04.2013
Al tribunale Tverskoj di Mosca continua l'esame del procedimento penale nei confronti del giurista del fondo Hermitage Capital Sergej Magnitskij morto nel SIZO [1] "Matrosskaja Tišina" [2] e del direttore del fondo William Browder. Entrambi sono giudicati per "evasione fiscale". La gabbia degli imputati è vuota. Browder, che vive in Gran Bretagna, è ricercato a livello internazionale. Magnitskij è morto. Ma lo giudicano. "E' un processo difficile". Una cosa del genere c'è già stata nella storia.
Il "Sinodo del cadavere" ebbe luogo a Roma nell'897. Fu il tribunale ecclesiastico sul cadavere esumato di papa Formoso. Il papa regnante Stefano ordinò di porre sul trono il cadavere semi-putrefatto del proprio predecessore [3], che a quel tempo giaceva nella terra già da 9 mesi. Il cadavere del papa fu sottoposto a un interrogatorio. Dietro il defunto rispondeva, imitando in ogni modo la sua voce, un diacono nascosto dietro il trono. Secondo gli esiti del sinodo gli atti di papa Formoso furono dichiarati nulli e le sue azioni criminose. Le dita con cui faceva il segno della croce furono tagliate e il corpo di Formoso senza alcun abito fu trascinato per tutta Roma e sepolto in una fossa comune per stranieri [4].
Del caso Magnitskij e del processo al morto raccontano la mamma di Sergej Natal'ja Magnitskaja e l'avvocato della famiglia Magnitskij Nikolaj Gorochov.
Elena Masjuk: Nei numerosi ordini di comparizione, che a Lei, Natal'ja Nikolaevna, hanno inviato dal tribunale, si dice che Le è stato attribuito lo status di rappresentante legale e che è necessario che Lei compaia in tribunale e che in caso di mancata comparizione sarà sottoposta ad accompagnamento forzato o a un'ammenda. Ma quali obblighi ha come rappresentante legale?
Natal'ja Magnitskaja: Comparire e prendere conoscenza dei materiali del caso. Mi hanno dato i diritti che ha un imputato. Più di tutto mi ha colpito il punto dove è scritto: "Lei ha diritto di incontrarsi da sola con il suo avvocato". Come mi hanno spiegato gli avvocati quanto a "rappresentante legale di un morto" – non c'è uno status del genere. La Corte Costituzionale (questo è stato il 14 giugno 2011) ha dato diritto solo ai parenti prossimi di appellarsi per una riabilitazione ed esigere una ripresa delle indagini e un'udienza di istruzione. Ma noi non ci siamo appellati. Quando fu aperto il procedimento penale e indagarono sulla morte di Sergej, riconobbero parti lese [5]me e la moglie di Serëža. Adesso hanno deciso che dobbiamo essere rappresentanti legali. Lo stato fa un gioco non molto buono, scagionando i veri criminali e facendo di Sergej un criminale.
E.M.: Ma chi tra i criminali è scagionato dallo stato?
N.M.: Gli inquirenti e gli agenti investigativi che tennero Sergej in prigione. I giudici che presero la decisione sulla restituzione delle tasse. I giudici che continuarono a tenerlo agli arresti. I giudici che presero la decisione di arrestarlo.
E.M.: Ma l'unico imputato fu Dmitrij Kratov, vice-capo del SIZO Butyrka per la sezione sanitaria. Lo assolsero.
Nikolaj Gorochov: Sì, lo assolsero. Tra l'altro il procuratore chiese l'assoluzione senza presentare tutte le prove e senza interrogare tutti i testimoni.
E.M.: Alle udienze del processo in cui ora si giudica Sergej, Lei non va. Ma segue il processo?
N.M.: Volente o nolente qualcosa, certo, so. L'ho sentito alla radio o l'ho visto su Internet, ma non entro particolarmente in ciò che accade.
E.M.: Ma quando sente qualcosa sui canali di Stato…
N.M.: Mi sforzo di non guardare, ma se mi capita casualmente, spengo o cambio canale.
E.M.: Ma tra se che dice?
N.M.: Non posso dire cosa dico.
E.M.: E' qualcosa di ingiurioso? Ingiuria i giornalisti in quel momento, ingiuria il potere?
N.M.: Beh, in generale sì, ingiurio. Chi? I giornalisti, forse, gente anche forzata, ma mi indigna chi dice falsità. Infatti molte persone vedono solo questi canali di Stato e non sanno altro e pensano: "Ma ecco che è vero, infatti ha rubato, infatti non c'è fumo senza fuoco". Beh, capite la posizione dei nostri piccoli borghesi.
E.M.: Ma come reagiscono i piccoli borghesi quando vengono a sapere che Lei è la mamma di Sergej Magnitskij?
N.M.: Chi è venuto a sapere per caso che sono la mamma di Sergej ha detto: "La ringrazio per suo figlio". Lo considerano una persona onesta, che effettivamente ha difeso alla fin fine gli interessi dello stato.
E.M.: Cioè non è successo neanche una volta che qualcuno abbia detto: "E' giusto!"?
N.M.: Su Internet ci sono commenti del genere. Certo, non è piacevole leggerli, ma non li leggo fino in fondo. Ho riso molto quando ho letto che Serëža era il collaboratore di una qualche intelligence straniera MI-6. Talvolta scrivono – sì, certo, è un ebreo, un ebreo di Odessa… Beh, per prima cosa non è ebreo. Ma anche se fosse ebreo, che ci sarebbe? A Odessa passò meno di un mese. Nacque a Odessa perché ero una studentessa, studiavo a Odessa. Poi lavorai a Mosca, poi fui due anni in trasferta in Kazakistan a Priozërsk, è una cittadella militare, là aggiustavano apparecchi per i militari, ero ingegnere. Poi lavorai a Nal'čik[6].
E.M.: Dmitrij Kiselëv sul canale Rossija [7] di recente ha dichiarato che a Browder convenne la morte di Magnitskij.
N.M.: E' disonesto parlare così. In che modo gli convenne? Non capisco. So che Serëža era un uomo molto di principio e non si sarebbe mai messo a infrangere la legge.
E.M.: Ma Browder ora comunica con Lei? Forse Le telefona?
N.M.: No, non mi telefona. Mi vidi con lui, era all'inaugurazione di una mostra a Berlino, al Museo del Muro di Berlino. Umanamente tutto questo lo toccò e disse: "Il senso della mia vita adesso è ristabilire il buon nome di Sergej e ottenere giustizia per lui".
Е.М.: Ma come si relazionano a scuola con suo nipote, il figlio di Sergej? Probabilmente sanno che è figlio di Sergej Magnitskij?
N.M.: Si relazionano bene a scuola, lo amano molto a scuola. E' una comune scuola di quartiere. E i genitori con cui ho comunicato, al contrario, simpatizzano con me, sono partecipi.
La "lista Magnitskij" [8] e il giuramento di Ippocrate
E.M.: Chi vorrebbe vedere nella "lista Magnitskij"?
N.M.: Non l'ho stilata io e non sono stata l'iniziatrice di questa lista. In ogni caso vorrei vedere nella "lista" chi ha tormentato Serëža.
E.M.: Intende i giudici e i lavoratori del SIZO?
N.M.: Sì, tra cui anche i lavoratori della sezione sanitaria.
E.M.: Larisa Litvinova (medico curante di Magnitskij nel SIZO Butyrka – nota di E.M.) al processo per il caso della morte di Magnitskij disse che avrebbe voluto incontrarsi con Lei, "voleva esprimerLe partecipazione".
N.M.: Beh, di che avrei parlato con lei? Voleva incontrarsi con me tre anni dopo la morte di Sergej, quando l'avevano chiamata in giudizio in qualità di testimone. E adesso ha voglia di incontrarsi ed esprimermi partecipazione! Non avevo desiderio di incontrarmi con lei. E perché? Per sentire che bugie mi avrebbe detto, per cosa?
E.M.: Pensa che non sarebbe stata sincera?
N.M.: Penso di no. Beh, che mi può dire? Raccontare che là lo curava? Inizialmente disse (quando ancora non la accusavano) che è un medico, lo curava e si sforzava tanto. Ma quando le presentarono un'accusa, prese a dire: "Ma io in generale non sono un medico, sono un medico di laboratorio. Ho solo adempiuto le prescrizioni che c'erano in precedenza". Anche se nei documenti medici si firmava "medico Litvinova". Mi sono vista con lei due o tre volte quando Serëža era vivo. Mi descrisse che "egli si sente molto bene, è più sano di me". Le trasmisi delle medicine per Sergej, ma non gli arrivarono. Penso che volle incontrarsi con me quando sorse la minaccia che potesse essere inclusa nella "lista Magnitskij". Ha un figlio che studia negli USA e non avrebbe potuto andare da lui e suo figlio avrebbe potuto avere problemi.
E.M.: E con il medico Aleksandra Gauss (medico chirurgo del SIZO "Matrosskaja Tišina" – nota di E.M.) ha comunicato?
N.M.: No. Il medico Gauss, penso, è ben più colpevole di Litvinova. Il medico Gauss ha lasciato una persona in gravi condizioni a un guardiano e se n'è andata. Un'ora prima della sua morte.
E.M.: Gauss dice che Sergej da lei si coprì con un sacchetto di cellofan Ho una domanda: ma da dove è venuto questo sacchetto al punto di raccolta?
N.M.: Disse che "avevano preso questo sacchetto dalla sua borsa".
E.M.: E avrebbero potuto mettergli il sacchetto sulla testa?
N.G.: Penso di sì.
E.M.: Queste otto persone della brigata di rinforzo con mezzi speciali che Gauss chiamò da Sergej?
N.M.: Probabilmente. Non penso che Gauss gli mise il sacchetto.
N.G.: Ma probabilmente vide tutto questo. Penso che ci siano telecamere in questo punto di accoglienza. Sulle braccia aveva ferite da manette.
E.M.: Forse cercò di togliersi il sacchetto dalla testa con le mani incatenate?
N.G.: Beh, certo Perciò ha profonde ferita alle braccia.
E.M.: E le ferite alle nocche da cosa furono causate?
N.M.: Come disse Gauss, prese un lettino e ci batté contro l'inferriata.
E.M.: Ma forse là i lettini non erano avvitati al pavimento?
N.G.: Suppongo che Sergej fosse incatenato all'inferriata e semplicemente lo picchiassero. Sulle mani aveva segni di manganellate.
E.M.: Ma che le sembrò: al processo Gauss disse la verità o mentì?
N.M.: Penso che mentì, tra l'altro mentì sapendo che per questo non le sarebbe successo nulla.
A suo dire, Sergej gridava che "qui lo uccidono". Non credo a una sua psicosi, non era un vigliacco, non era una persona troppo emotiva.
E.M.: Ma Sergej ebbe mai qualche disturbo psichico?
N.M.: Non ebbe mai alcun attacco. Per tutto il tempo mi preoccupai per la sua salute, per il suo stato psichico e per l'appunto nell'ultima lettera scrisse "del mio stato psichico mi stupisco, è come se non mi importasse niente". Non so, forse gli iniettarono qualcosa perché avesse un attacco.
E.M.: Ma il forte dolore non avrebbe potuto provocargli un attacco?
N.M.: Se c'è un forte dolore e lo portano in ospedale, significa che la persona conta che gli allevino questo dolore. Ma egli giunse e disse: "Mi hanno portato qui per uccidermi". Cioè vide o sentì qualcosa che lo angosciò. E un'ora dopo muore.
E.M.: E le otto persone della brigata di rinforzo con mezzi speciali erano presenti al momento della morte di Sergej?
N.M.: Non sappiamo chi fosse presente là. Queste otto persone c'erano con mezzi speciali – con manganelli di gomma e manette. Ho letto deposizioni secondo cui quando decisero di mettergli le manette, porse tranquillamente le mani e gliele misero tranquillamente, quando Gauss disse: "Portatelo in cella", andò tranquillamente per il corridoio, non agitò le mani. Allora da dove gli vengono segni del genere?
E.M.: Ma Gauss lavora ora?
N.M.: Lavora. Lavora ottimamente. Proprio là, alla "Matrosskaja Tišina".
E.M.: Con il medico Vitalij Kornilov della brigata di pronto soccorso psichiatrico che il medico Gauss chiamò a Sergej ha comunicato?
N.M.: No, non abbiamo comunicato con lui. Lessi le sue deposizioni e lo sentii all'udienza del processo. Raccontò tutto, chiedergli qualcos'altro non aveva senso per me. Penso che neanche per lui fosse molto piacevole raccontare questo, ricordarlo. Prese questo, come capii, molto a cuore. Non aveva alcuna ragione di dire falsità. E' una persona coscienziosa. Giunse e disse: "Dov'è il malato?" Venne il guardiano e disse: "Ma questi, pare, è morto". Come racconta il medico Kornilov, questi disse: "Ma noi siamo medici e all'improvviso… Un guardiano capisce poco, forse la persona ha semplicemente perso conoscenza. Decidemmo di andare. Forse avremmo potuto fornire ancora un qualche aiuto". Ma quando giunsero, si accertarono che Sergej era effettivamente già morto, tra l'altro dalla morte erano passati, come dice, 15-20 minuti.
E.M.: Gauss dice che gli fecero una qualche iniezione alla radice della lingua?
N.M.: Questa racconta che lo rianimarono così, che non poterono fargli un'iniezione in vena. Ma non c'è alcun segno che abbiano cercato di fargli un'iniezione in vena.
E.M.: L'ha visto?
N.M.: Non l'ho visto, è il medico legale dell'11° obitorio Borzov che non ha trovato alcuna traccia. Come si sia ingegnata di guardare là (sotto la lingua), non so.
N.G.: Il medico che accompagnò Sergej Magnitskij da Butyrka a "Matrosskaja Tišina" disse che prima di andare a "Matrosskaja Tišina", fecero una flebo a Sergej. Come non trovare tracce di flebo trovando tracce di iniezioni sotto la lingua? Beh, è una sciocchezza.
E.M.: Ma cosa cercarono di introdurre sotto la lingua?
N.M.: Adrenalina e ancora qualcosa. Non un solo preparato. Tra l'altro Gauss disse che inserirono un ago, ma poi introdussero un preparato con altre siringhe, in seguito su questo ago posero un'altra siringa, poi ancora una siringa… E tra l'altro gli fecero anche la respirazione artificiale.
N.G.: Beh, è una bugia evidente.
N.M.: Le chiesi: "Ma come faceste? Gli esce un ago dalla bocca e fate la respirazione artificiale?"
E.M.: Cosa vi rispose?
N.M.: Non rispose niente.
N.G.: Praticamente tutte le domande che ponemmo in tribunale Natal'ja Nikolaevna e io furono cancellate dal giudice Neverova. In particolare, quando interrogarono l'esperto Šmarov (Leonid Šmarov, direttore della sezione degli esami di medicina legale ripetute e complesse del Centro di Medicina Legale Russo –nota di E.M.), gli posi una domanda: "Poteva aver luogo la dilatazione (l'ampliamento) del cuore…" – in conseguenza del fatto che a Sergej Magnitskij avevano messo un sacchetto sulla testa? Perché non c'era così per fare là il sacchetto di cui parlano le guardie… Si rifiutò di rispondere a questa domanda e il giudice non gli fece rispondere a questa domanda.
"Dall'obitorio potete andare solo al cimitero"
N.G.: Sergej morì il 16 novembre 2009, il 17 fu fissato l'esame. Una delle domande: qual è il gruppo sanguigno di Sergej Magnitskij? Fino ad oggi non sappiamo quale fosse il gruppo sanguigno. Non c'è risposta. Ma il sangue fu inviato a esaminare. Se si fa un'analisi del sangue, questa può chiarire che il sangue non è suo, ma se anche è suo, improvvisamente non c'è diabete e non c'è neanche epatite (diagnosi che furono fatte a Magnitskij nel SIZO –nota di E.M.). E al processo chiedemmo lo svolgimento di un esame genetico, basandoci sul fatto che gli organi che erano stati dati per gli esami degli esperti erano stati sostituiti furtivamente.
E.M.: E da dove avete un'informazione del genere?
N.G.: E' una supposizione perché Sergej aveva un determinato peso, una determinata altezza. Ma quegli organi che erano stati asportati, com'era indicato nella conclusione, per peso e volume erano inferiori a quelli che avrebbero dovuto avere una persona con i parametri di Sergej. E inoltre là era indicato che aveva tre polmoni. Beh, non può essere.
E.M.: Come tre polmoni?
N.M.: Beh, tre. Nella conclusione dell'esperto era indicato. Uno pesa tanto, l'altro tanto e un altro ancora.
N.G.: E tutti questi erano inferiori a quelli che avrebbe dovuto avere Sergej. Mancata corrispondenza… A noi e agli esperti indipendenti dell'organizzazione internazionale "Medici per i diritti umani" che abbiamo proposto non permettono l'accesso al referto istologico di Sergej Magnitskij.
E.M.: Se non eravate d'accordo con la conclusione dei medici legali, non avreste potuto svolgere una vostra indagine indipendente?
N.M.: Ci consegnarono il corpo dall'obitorio solo dopo cinque giorni. Per lungo tempo non fecero i documenti. Ancora prima di seppellire Serëža chiedemmo se avremmo potuto svolgere un esame indipendente. Gli inquirente non ce lo permisero. Dissero che da noi tutti gli esperti rientrano in una sola organizzazione (l'Ufficio di Medicina Legale). Gli inquirenti ci dissero "dall'obitorio potete andare solo al cimitero". Non ci permisero neanche di salutare Sergej in una qualche sala rituale decente.
E.M.: Ma questo significa che non vi permisero di andare in una sala rituale?
N.M.: Ci dissero: "Potete salutarlo dove c'è l'obitorio giuridico".
E.M.: Ne hanno forse l'autorità?
N.M.: In quel momento non pensai a nulla in generale. Quello che mi dissero, lo credetti.
E.M.: Nikolaj, ma è possibile in una situazione in cui i parenti non sono d'accordo con la conclusione dell'esame medico legale sulle cause della morte fare un esame indipendente del corpo nel nostro paese?
N.G.: Ritengo che questo diritto ci sia, ma come attuarlo…
N.M.: Avrei dovuto rubare e fuggire da qualche parte all'estero con il corpo?! Non pensai che questo in generale fosse possibile. Tanto più che in quell'obitorio ci dissero: "Portatelo via in fretta, il corpo si sciupa, da noi qui la temperatura non si mantiene".
N.G.: Infatti Natal'ja Nikolaevna vide quei terribili segni per caso.
N.M.: Sì, sui polsi non li vidi, ma sulle dita li vidi, sulle nocche.
Е.М.: Quando lo salutaste?
N.M.: In quella sala dell'obitorio… Beh, era coperto con un velo, non so cosa mi spinse a prendere e sollevare il velo. Aveva le mani a parte, chiuse a pugno, sulle mani c'erano ferite. Chiesi a mio nipote che fotografasse con il telefono. Quando giungemmo al cimitero, là c'erano molti fotoreporter e chiesi a uno di loro che fotografasse.
E.M.: Forse non aveva ferite solo ai polsi e non solo le nocche erano lesionate, ma c'era qualche altra lesione di cui semplicemente non sapete?
N.M.: Beh, in nessun modo avrei potuto spogliarlo là, non mi venne neanche in mente.
N.G.: Fatto sta che inizialmente c'era la diagnosi "trauma cranico-cerebrale aperto", a dire il vero in forma interrogativa. Ma poi la coprirono semplicemente con un pennellino, lo fotocopiarono e questo referto di morte andò bene a tutti.
E.M.: Scusate se faccio una domanda del genere, ma immaginando che comunque giungano altri tempi nel paese, l'esumazione del corpo potrà dare una diagnosi precisa della morte? Ne avete parlato con gli esperti?
N.M.: Non vorrei già più turbarlo.
E.M.: Neanche per chiarire le cause della morte?
N.G.: Gli organi interni sono stati asportati, li hanno distrutti… Beh, cosa può dare questo? Intraprendiamo un'azione perché sia conservato almeno il referto istologico. Finora non l'abbiamo visto, ma abbiamo ricevuto una lettera, secondo cui il sangue di Sergej Magnitskij è stato distrutto.
N.M.: No, su una fascetta c'è ancora. Una piccola garza imbevuta di sangue è tra le prove materiali. Perché si sia trovata là non so. Ci fu anche un esame biologico. Analizzarono il suo costume da bagno, l'esame appurò che – sì, è una persona di sesso maschile… ma l'appartenenza del materiale analizzato è impossibile da appurare per la piccola quantità di materiale biologico. Lo rivestirono subito dopo la morte, indiscutibilmente, perché i medici psichiatri del pronto soccorso dissero che giaceva sul pavimento, sotto di lui c'era una pozza e questo succede al momento della morte. Quando una persona muore, tutto si rilassa. Ciò significa che semplicemente lo rivestirono.
N.G.: E lo misero sul letto. I medici della "Matrosskaja Tišina" fotografarono là che gli fornivano aiuto medico e misure di rianimazione. Gauss dice che morì sul letto da loro, nel reparto di terapia intensiva. Ma il medico del pronto soccorso disse che Sergej era morto in cella di internamento.
E.M.: Cioè è indicato un luogo di morte diverso? Risulta che dopo la morte lo portarono in rianimazione?
N.G.: Sì Dopo la morte lo portarono in rianimazione.
N.M.: Siail medico, sia l'infermiere diplomato del pronto soccorso confermarono che c'era già il rigor mortis, che aveva già iniziato a raffreddarsi.
E.M.: E dopo questo Gauss si mise a soccorrerlo?
N.M.: Dopo questo Gauss cercò di rianimarlo. Gauss dice che scese al punto di raccolta e trovò a Sergej ancora un filo di battito alla carotide. E corse con lui nel reparto di rianimazione. E la provò a rianimarlo per mezz'ora.
E.M.: Se non fosse stato per il medico psichiatra e per quelli del pronto soccorso, in generale sarebbe stato tutto coperto?
N.G.: Sì. Solo grazie a questi medici sappiamo cosa successe.
E.M.: Ma contro Gauss non si è neanche provato a far aprire un procedimento penale?
N.M.: No. Non è stato neanche esaminato il suo comportamento.
Il tandem su Magnitskij
E.M.: Medvedev al forum economico di Davos disse che Magnitskij "non è un lottatore per la verità" e che i processi penali in corso non sono un processo a un morto, ma si conformano alle norme penali esistenti.
N.G.: Ancora Medvedev dichiarò che il caso Magnitskij non è interessante per il mondo degli affari. A dire il vero, fui stupito da tale approccio. Come non è interessante per il mondo degli affari? Cioè venite investitori da noi, se avrete un buon business, ve lo prenderemo, vi renderemo impossibile entrare qui, non potrete disporre di niente qui da noi e poi diremo che non avete pagato le tasse e vi dichiareremo criminali e ricercati a livello internazionale. Ho difeso un uomo d'affari e questi mi ha chiesto dov'è sepolto Sergej Magnitskij. Glielo dissi, ci andò, depose dei fiori.
N.M.: Sì, vedo che la gente porta fiori alla tomba.
E.M.: Alla fine dello scorso anno Putin disse che "Magnitskij non era un attivista per i diritti umani, non lottava per i diritti umani. Era il giurista del signor Browder, che è sospettato dalle nostre forze dell'ordine di aver compiuto un crimine di carattere economico sul territorio della Federazione Russa".
N.G.: E ancora Putin disse che nessuno aveva ucciso Magnitskij e subito il procuratore rinuncia all'accusa, rinuncia a presentare le prove. Ecco tutto. Evidentemente il segnale era partito e subito conseguì la cessazione del procedimento penale.
"Chi sopravviverà a chi…"
E.M.: Ci sarà una decisione della giustizia sul caso "di evasione fiscale". Naturalmente sarà di condanna. Cosa sarà poi?
N.G.: E poi agiteranno questa decisione e grideranno che la nostra giustizia è la più eminente del mondo. E probabilmente saranno presentate istanze per il risarcimento del danno. Il problema sta nel fatto che Sergej non ha niente, non ha lasciato un'eredità. Non ha conti esteri, non ha automobili costose, non ha immobili né all'estero, né a Rublëvka [9]. Cosa vogliono? In realtà si ha semplicemente un medioevo.
E.M.: Natal'ja Nikolaevna, scusi, Le farò una domanda scorretta. Pensa che nel corso della sua vita Sergej sarà riabilitato?
N.M.: Non so quanto vivrò. Forse, anche… Chi sopravviverà a chi. Siamo coetanei.
E.M.: Lei e Vladimir Vladimirovič[10]?
N.M.: Sì
Elena Masjuk, "Novaja gazeta", http://www.novayagazeta.ru/politics/57777.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1] Sledstvennyj IZOljator (Carcere di Custodia Cautelare). [2] "La Quiete del Marinaio". [3] Non diretto, dopo Formoso regnò per quindici giorni Bonifacio VI. [4] In realtà il cadavere fu gettato nel Tevere, recuperato e poi sepolto nelle tombe dei papi (dopo lo scandaloso processo Formoso fu in qualche modo riabilitato). [5] Il rilievo grafico, qui e altrove, è nell'originale. [6] Capitale della repubblica autonoma caucasica di Kabardino-Balkaria. [7] "Russia", il primo canale della TV di Stato. [8] La lista dei complici della morte di Magnitskij a cui è stato negato il visto per gli USA. [9] Nome non ufficiale di una zona ai margini di Mosca in cui si trovano le residenze della leadership politico-economica russa. [10] Putin.
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