14 gennaio 2014 • Serie TV, Serie USA, Vetrina Cinema •
Summary:
Una volta c’era l’Intersect di Chuck Bartowski in Chuck, adesso il sofisticato microchip di Gabriel Vaughn. E’ partita, infatti, il 7 gennaio su CBS, Intelligence, la nuova serie fantascientifica di Michael Seitzman. Chiaramente paragonare la spy comedy di Josh Schwartz al nuovo drama fantascientifico di Seitzman sarebbe come paragonare, in un contesto calcistico, un portiere ad un attaccante. Tuttavia, sfidiamo chiunque a non pensare ad una versione più seria di Chuck soltanto leggendo la trama di Intelligence.
La serie racconta, infatti, le vicende di Gabriel Vaughn, interpretato dall’ex naufrago di Lost Josh Holloway, un agente segreto al quale è stato impiantato un microchip nel cervello che gli consente di accedere al mondo della rete e ai vari sistemi informatici. A guidare la sua squadra tecnologica, chiamata Clockwork, non ci sono il burbero Casey (Adam Baldwin) e la bella Sarah (Yvonne Strahovski), ma Riley Neal (Meghan Ory di Once Upon a time), a cui viene affidato il compito da Lilian Strand (Marg Helgenberger) di fare da guardia personale a Gabriel. Ad arricchire la trama ci pensano le motivazioni di Gabriel. Ha accettato, infatti, di farsi impiantare il microchip e di diventare una specie di cyborg per ritrovare la moglie Amelia, dispersa da cinque anni. Il protagonista è convinto che la moglie sia ancora viva ed è pronto a fare di tutto per ritrovarla. Nel frattempo instaura un legame abbastanza forte con Riley.
Josh Holloway in azione in Intelligence
Intelligence è tratta dal romanzo inedito di John Dixon, Dissident, e la prima stagione è composta da 13 episodi. La serie sembra puntare tutto sulla suspense, sull’azione e sulla forza interpretativa di Josh Holloway. Intendiamoci, rivedere l’ex naufrago di Lost fa sempre piacere e un certo effetto ai nostalgici, ma è uno dei pochi motivi per non abbandonare subito la serie, che sembra sì fatta bene, ma non aggiunge moltissimi ingredienti nuovi al panorama delle serie tv.
Oltre alle notevoli somiglianze di trama, la serie ricorda molto Chuck anche per quanto riguarda il conflitto interiore del protagonista nel dover scegliere spesso tra il suo bene e quello del mondo. Molto “Chuckiane” sembrano anche le tecniche a cui Gabriel ricorre per salvarsi la pelle. L’accoppiata Holloway – Ory sembra tanto quella completata dall’altra ex naufraga di Lost, Evangeline Lilly. La donna è misteriosa come la bella Kate, nasconde un segreto che non vuole rivelare e il rapporto tra i due è molto simile a quello che eravamo abituati a vedere nella compianta serie tv di J.J. Abrams. Ci potremmo aspettare, da un momento all’altro, che il protagonista le dia il soprannome di “lentiggini” e quel poco di originalità della serie se ne andrebbe a farsi benedire.
Tuttavia la serie non è del tutto da buttare, ma dovrà convincere di più diventando più imprevedibile e meno scontata e banale con il proseguo delle puntate. La bravura dei protagonisti e l’adrenalina non basta a conquistare gli spettatori. Se dovesse continuare sulla stessa scia del pilot, la serie rischierebbe di stancare anche il numero uno dei “lostalgici”. Staremo a vedere. Per il momento il nostro giudizio è rimandato a data da destinarsi, non essendo rimasti molto affascinati dal pilot. Al contrario, i telespettatori americani hanno seguito in molti il primo episodio, facendo registrare ben 16.49 milioni di telespettatori e un rating di 2.4, diventando il debutto più visto di questa stagione.
Di Francesco Sciortino per Oggialcinema.net
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