In attesa della discussione di stasera in Commissione Giustizia al Senato sul
ddl intercettazioni, la maggioranza, viste anche le dure critiche arrivate non solo dall'opposizione, ha aperto al dialogo annunciando possibili modifiche. La linea 'morbida' è uscita dalla riunione che si e' svolta oggi a palazzo Madama tra i capigruppo del Pdl al Senato e alla Camera,
Maurizio Gasparri e
Fabrizio Cicchitto. Il ddl sulle intercettazioni dunque non e' ''blindato'', ma sara' ''aperto a modifiche anche in aula''. La commissione Giustizia del Senato dovrebbe concludere questa sera, in una seduta notturna, l'esame degli emendamenti al disegno di legge. Un'apertura al confronto era stata annunciata poco prima da
Paolo Bonaiuti: "Io sono abituato a volare con le ali delle colombe piu' che con quelle dei falchi, quindi dico che le intese si possono trovare" ha affermato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio aggiungendo che il problema e' quello "di non leggere piu' pagine e pagine di conversazioni personali che non distinguono tra ruoli e che soprattutto non riguardano profili di responsabilita' penale". Dalla maggioranza, i finiani e larga parte degli ex-An, chiedono di tornare al testo varato dalla Camera. ''E' opportuno sgombrare presto il campo da alcune previsioni che minano alla radice la tenuta del provvedimento, come il divieto di pubblicazione per riassunto degli atti e le megamulte agli editori'' sottolinea
Italo Bocchino. L'opposizione conferma il giudizio totalmente negativo al ddl.
Anna Finocchiaro e
Luigi Zanda annunciano che il Pd stasera in commissione al Senato chiederà il ritiro del testo. Rispetto alle ipotesi di modifiche, "ribadiamo che la tutela della privacy e la garanzia del segreto istruttorio sono due principi sacrosanti. Ma l'insieme delle norme contenute nel provvedimento che stiamo discutendo in Senato costituiscono una mistificazione pericolosa che colpisce le indagini e danneggia gravemente i principi democratici del nostro Paese". Anche per il leader dell'Idv,
Antonio Di Pietro, il ddl va ritirato. L'Italia dei Valori inoltre annuncia che "il giorno dopo l'approvazione del disegno di legge, si attivera' per la raccolta firme contro questa legge vergogna". Sulla vicenda interviene oggi
Nicola Mancino, vicepresidente del Csm, che apprezza le aperture fatte dal ministro
Alfano ma, avverte "bisogna vedere quale sara' il seguito". Mancino ribadisce il parere "fortemente critico" sul ddl sulle intercettazioni e asupica una "convergenza tra gli opposti". "C'e' bisogno di rivedere una parte delle disposizioni, mi auguro che queste disposizioni siano rivedute e condivise". Un appello a trovare il "giusto equilibrio" arriva anche da
Luca Cordero di Montezemolo che giudica "
molto bene" l'apertura di Alfano. "Apprezzo lo sforzo del ministro per avere una soluzione il piu' possibile condivisa" ha spiegato Montezemolo. "Il dialogo e la ricerca di unita' di intenti sono sempre fondamentali per questo Paese". Secondo Montezemolo negli ultimi anni "
siamo stati intossicati da intercettazioni che spesso poco o niente avevano a che fare con le realta' processuali, con un uso alcune volte distorto da parte della magistatura. Detto questo -ha concluso- dobbiamo anche dire che sono
fondamentali per le
indagini e per scoprire i
reati". Intanto, fuori dal mondo politico, continuano le
proteste contro il ddl.
Giornalisti e
direttori - che si sono incontrati oggi in una riunione promossa dalla
Federazione Nazionale della Stampa Italiana - "denunciano il pericolo del disegno di legge sulle intercettazioni telefoniche per la libera e completa informazione. Questo disegno di legge - si legge nel documento diffuso al termine della riunione - penalizza e vanifica il diritto di cronaca, impedendo a giornali e notiziari (new media compresi) di dare notizie delle inchieste giudiziarie, comprese quelle che riguardano la grande criminalita', fino all'udienza preliminare, cioe' per un periodo che, in Italia, va dai 3 ai 6 anni e, per alcuni casi, fino a 10". "Le norme proposte -prosegue il testo diffuso dalla Fnsi- violano il diritto fondamentale dei cittadini a conoscere e sapere, cioe' ad essere informati. E' un diritto vitale irrinunciabile, da cui dipende il corretto funzionamento del circuito democratico e a cui corrisponde, molto semplicemente, il dovere dei giornali di informare". Dure critiche anche dalla
magistratura. Per il segretario dell'
Anm Giuseppe Cascini, con l'approvazione del ddl intercettazioni, ''ci sara' meno informazione e meno sicurezza per i cittadini''. Per Cascini il provvedimento ''non e' una legge che tutela la privacy, come si continua a dire, ma un provvedimento che presenta limiti di incostituzionalita'''. ''E' qualcosa che ha dell'incredibile, oltre alla violazione dell'Art.21 che sancisce la liberta' d'informazione e la Convenzione europea dei diritti dell'uomo''. Il segretario dell'Anm si dice ''stupito, che ancora ci si ostini a proporre questa norma''. Riguardo invece il versante della capacita' investigativa di forze dell'ordine e magistrati, prosegue Cascini, ''e' di tutta evidenza che il complesso di norme da approvare o in discussione rende impossibile l'uso delle intercettazioni ambientali per gravi reati, dagli omicidi ai sequestri di persona, dalle violenze sessuali ai reati di immigrazione clandestina, fino al riciclaggio e la corruzione. Sara' difficile, se non impossibile farle''.