L’aperitivo dovrebbe essere un momento di socializzazione piuttosto che uno sprofondamento nella solita grande abbuffata. Qui è tutto diverso. Mi imbuco nel covo dell’Old Fashion a Milano e ritrovo un pezzo della mia famiglia in Francia, parlottando con un gruppo di studentesse d’oltralpe. Mi sposto pochi metri e finisco in Australia, confessando ad una coppia di Sidney il mio progetto di un viaggio on the road nella terra dei canguri, alla mia maniera di esploratore squattrinato.
Poi tutti seduti intorno allo stesso tavolo e allora sì che mi sembra di accarezzare un mappamondo. Klodian, ha in tasca due lauree e una gran cultura, viene dall’Albania. Condividiamo le polaroid del mio viaggio nei Balcani e l’accoglienza che ho avuto a Tirana. Attacco bottone con Faez: lui mi racconta della musica a Teheran, io di quella che ho vissuto nella Napoli sotterranea che mischiava le sonorità mediterranee. Faez non conosceva Persepolis, il graphic novel di Marjane Satrapi, che mi rese ai tempi dell’università turista in Iran, rincorrendo una delle storie a fumetti più belle che abbia mai letto. Bruno ha mezza famiglia che vive laggiù a Rio De Jaineiro. Sgrana gli occhi appena gli racconto per filo e per segno le mie interviste a Toquinho, Gilberto Gil e Daniela Mercury. Nella discussione si inserisce anche Victor Junior, figlio del Brasile delle nuove tecnologie: è pieno di energie, saltella da una start up all’altra, perché la sua passione è lavorare dove tira il vento dell’Innovazione.
A tutti questi ragazzi devo qualcosa. Mi hanno arricchito con il loro vissuto in terre lontane da me. Sono proprio le lande che volevo esplorare quando, più di venti anni fa, mi iscrissi alla Facoltà di lingue straniere alla Federico II di Napoli. Quasi quasi stasera torno a rifugiarmi sotto il tendone di International Week. Voglio stringere amicizia con questo ragazzo nella fotografia. Mi ricorda un jazzista di colore, conosciuto ad Harlem nell’estate del ’92. Fu allora che ingoiai la bellezza e la ricchezza della diversità. Fu allora che barattai l’anima da sognatore di periferia con quella di cittadino del mondo. E non me ne pentirò mai.