In una delle ultime giornate del Social World Film Festival, un vero e proprio uragano di nome Giancarlo Giannini si è abbattuto su Vico Equense. L’attore, napoletano di adozione, ha deliziato le decine di giornalisti presenti per l’occasione con le sue espressioni colorite e la sua gioia di vivere. Ci ha scrutati, invitati a riflettere e, talvolta, rimproverato per la superficialità nell’uso di luoghi comuni. L’attore settantaduenne si è raccontato come un fiume in piena esortando chi lo ascoltava a cercare la felicità nelle piccole cose – “uno spaghettino alle tre di mattina, un brodo di tagliolini o un bel risottino” – e ad essere curiosi. Non a caso un certo Federico Fellini diceva che “è la curiosità ciò che ci fa svegliare la mattina”. A chi invece gli chiede se ha un sogno nel cassetto risponde: “No che non ne ho, perché di sogni ne ho un’infinità in ogni momento. Tutto mi incuriosisce e mi appassiona. Le belle storie e i personaggi interessanti ti arrivano. La cosa più bella di questo lavoro è la curiosità di ciò che non c’è”.
Oggialcinema ha avuto il piacere di intervistarlo.
Ternosecco e Ti ho cercata in tutti i necrologi, quando la rivedremo dietro la macchina da presa?
Non c’è due senza tre ma chi lo sa. Quest’ultimo è stata una fatica pazzesca e adesso ho bisogno di calmarmi un momento (ride, n.d.r.). Per ora sono impegnato a teatro con Shakespeare. Ho esordito a Ravello in Una Notte di Mezza Estate, grazie all’idea di un meraviglioso musicista di nome Giovanni Bellucci. Amo la musica soprattutto se è geniale come in questo caso. Lui è italiano ma vive in Francia perché, come sempre, i migliori se ne vanno.
In America tutti i grandi del cinema si stanno prestando alla televisione, che sembra tornata ad essere la regina dell’entertainment. La segue o le piacerebbe cimentarsi in un progetto di questo tipo?
Ma se sono impegnato a fare i risottini alla quattro di mattina come faccio a seguire le serie? (ride, n.d.r.). No scherzo, ne seguo alcune ma non molto però studio e leggo per preparare le cose con molta cura. Non ho bisogno della televisione per trovare l’ispirazione. Ho bisogno del silenzio. Forse il mio prossimo film si chiamerà così (ride, n.d.r.).
Oltre ad essere un grande maestro del cinema, lei è anche un grande doppiatore. Che cosa ne pensa di chi vorrebbe che i film venissero sottotitolati?
Dico da quarant’anni che il doppiaggio è una mostruosità. Però oggi se le persone vogliono vedere il film in lingua originale, comprano il DVD e possono vederlo in tutte le lingue del mondo. Il problema non è quello ma che in Italia il doppiaggio è sempre stato un’istituzione. Il cinema è fantasia, il doppiaggio l’ha inventato Fellini e non so a chi interessi se c’è Jack Nicholson che parla con la voce di Giannini. Purtroppo oggi non ci sono più i grandi doppiatori del passato, che spero possano essere di esempio ai più giovani.
Dicono che stia girando un film in Ucraina?
Cosa? Dicono un sacco di fesserie (ride, n.d.r.). La verità è che sono stato in Bulgaria a Sofia e ho ricevuto un premio ad un festival molto bello. Ho presentato il mio ultimo film e poi ho piantato un albero con sotto una stella con il mio nome proprio come quella di Hollywood. Così quando sarò morto, guarderanno l’albero e diranno: “Quello era Giannini” (ride, n.d.r.).
In conclusione, un ricordo di Mariangela Melato?
Mariangela amava il palcoscenico ed il cinema ma soprattutto il teatro. Ricordo di essere rimasto affascinato da un sua potente interpretazione di Medea. Poi era una persona di grande senso civile e come donna combatteva per i propri diritti come una vera femmina. Una femminilità di cui tutti sono stati testimoni in Travolti da un insolito destino. Quello che non dimenticherò mai di lei è la sua luminosità, un’anima vitrea e generosa. Una grandissima donna.
di Rosa Maiuccaro per Oggialcinema.net