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Intervista a Grow The Planet: chi cosa e quanto

Da Anna Maria Simonini @AMSimo
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Quando, dove e come nasce il progetto?

Grow the planet  è un progetto nato in H-FARM nell’estate del 2011 con l’obiettivo di diventare uno strumento di riferimento per la coltivazione del proprio orto, dalla semina alla raccolta, dallo scambio al piatto, attraverso un’esperienza facile, divertente e social. Basta iscriversi alla community online, dove ogni appassionato potrà condividere idee, conoscenze e trovare consigli su come far crescere gli ortaggi nel giardino o semplicemente nel balcone di casa. E nella vita reale gli utenti possono incontrarsi e scambiarsi attrezzi e prodotti a km 0 raccolti direttamente dal proprio orto. Un riscontro immediato e reale, che fa di quest’idea una buona pratica della coltivazione e dell’interazione fra appassionati. Grow the Planet rappresenta un nuovo canale per diffondere pratiche di sensibilizzazione verso comportamenti ecocompatibili e per stimolare gli utenti ad assumere stili di vita rispettosi dell’ambiente.

 

Chi sono i fondatori? Obiettivi della community e target

L’idea è nata due anni fa dall’attività di Gianni Gaggiani – founder di Grow the Planet assieme a Leonardo Piras – in veste di blogger su Florablog.it, attraverso la quale ha potuto constatare il crescente interesse, nel panorama italiano ed internazionale, che ruota intorno all’orto. In questo particolare momento storico, sia i giovani che gli abitanti delle città stanno recuperando le abitudini di una volta, reinterpretando e adattando il concetto di coltivazione di ortaggi alle necessità della vita contemporanea. Ed è proprio qui che Grow the Planet gioca il suo importante ruolo. Il nuovo social network per chi ha il pollice verde è stato lanciato dal palco del TechCrunch Disrupt, uno dei principali eventi per le startup web. Più che il premio in denaro tuttavia, l’obiettivo delle società che volano fino a San Francisco è quello di mettersi in risalto davanti a una platea di investitori di primissimo livello, che includono i principali venture capital della Silicon Valley e le grandi società tecnologiche come Facebook, Google e Yahoo.

In questo quadro, s’inserisce parallelamente la crescita esponenziale del numero globale di orti: 70 milioni negli Stati Uniti, 18 milioni solo in Italia e l’attenzione verso i prodotti eco sostenibili e le tematiche green sono ormai argomenti noti a tutti. È su questi concetti che prende vita l’idea di Grow the Planet.
Come quasi tutti social network, anche Grow the planet ha un sistema di geolocalizzazione che permette di localizzare il proprio orto sulla mappa. Così facendo, non solo si possono ottenere consigli personalizzati sui calendari di semina e raccolta, ma anche riconoscere i propri “vicini di casa” coltivatori e incontrarli di persona, costruendo una comunità locale che si scambia esperienze e semi, e baratta i prodotti per smaltirli durante i picchi di produzione stagionale.

Numeri della community: quanto è popolata e da chi. Collaborazioni? 

Grow The Planet conta, a oggi, 400.000 iscritti, 75.000 unique visitors al mese, 500.000 condivisioni di contenuti, 400.000 pagine visualizzate al mese e una crescita globale del 40% al mese. L’ 82% degli utenti sono italiani, i restanti si dividono tra Regno Unito, Germania, Sud Africa, Stati Uniti e Australia. La rete è aperta anche alle scuole e ai bambini, per far loro scoprire i cicli della natura e condividere quanto imparato a scuola con i propri coetanei in tutta Italia.
Grow The Planet è infatti il partner digitale ufficiale di Orto in Condotta, il programma educativo di Slow Food che prevede percorsi formativi per gli insegnanti, attività per gli studenti, seminari per genitori e nonni, e naturalmente la coltivazione di un orto scolastico. Main partner è anche WWF. A dare l’esempio, inaugurando la presenza WWF tra gli orti “d’autore” Grow the Planet, è proprio Fulco Pratesi, fondatore e presidente onorario del WWF Italia, che nell’orto di casa all’Oasi WWF di Pian Sant’Angelo, nel viterbese, coltiva filari lussureggianti di insalata e carote, cipolle, cavoli. Ma non rinuncia all’orto nemmeno in città, e nei pochi metri quadri del suo terrazzo romano ha cresciuto pomodori, piante aromatiche come alloro, rosmarino e prezzemolo, un limone, un arancio amaro, un melo, un albicocco, due nespoli e un fico di cui contende i frutti con le cornacchie. Il progetto ha anche trovato nell’immediato un testimonial d’eccezione: lo chef Alessandro Borghese, protagonista del seguitissimo showcooking culinario “Ale Contro tutti”.


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