Nel video in calce, Marco Scibona, senatore Movimento 5 Stelle ma soprattutto fiero avversario del Tav, racconta il punto di vista suo e di un’intera vallata, ridimensiona i dati utilizzati dall’avversario democratico, cerca di trovare una quadra per giustificare, da senatore della Repubblica italiana, l’adesione a un movimento che sta combattendo le direttive dello Stato. Ciò che impressiona, oltre alle naturali differenze di vedute, è l’uso
Il Senatore Marco Scibona
dei numeri, plasmati da entrambi a seconda delle loro esigenze. Per il momento l’ultima parola, se non altro per questioni cronologiche, è di Marco Scibona: ci auguriamo che il senatore Esposito o chiunque abbia qualcosa di costruttivo da dire, voglia usare Retrò Online come tribuna da cui farlo.
Ci è stato ripetuto in tutte le salse, lo ha confermato Perino a parole e Caselli con i fatti: l’estate appena trascorsa in Valsusa ha cambiato radicalmente il conflitto sull’alta velocità. I cancelli del cantiere della Clarea, dove da qualche giorno la nuova talpa meccanica cerca di aggiungere metri di profondità al tunnel geognostico, hanno visto un intensificarsi della protesta e un inedito proliferare di violenza. Tanto da parte dei manifestanti No Tav, che hanno provato più volte a fare irruzione nel cantiere blindato servendosi di armi rudimentali, quanto da parte delle forze dell’ordine, che non si accontentano più di contenere i manifestanti ma ormai passano all’attacco con una buona dose di gratuità. Accade dunque che i mass media stigmatizzano la deriva presa dal movimento No Tav, mentre i militanti sostengono di essere stati ingiustamente criminalizzati. Molti intellettuali contrari alla Torino – Lione sentono il bisogno di dire la loro, inconsapevoli (?) di gettare ulteriore benzina sul fuoco, sull’altra sponda però le testate nazionali santificano gli imprenditori a cui i No Tav hanno bruciato i macchinari, dimenticando che molti di quegli imprenditori sono stati citati nell’ambito dell’operazione Minotauro. Il risultato finale dell’ultima stagione di lotte è che i giornali vomitano vagonate di inchiostro su ciò che succede nei boschi tra polizia e militanti, privando il lettore di un’informazione completa su quanto invece dovrebbe accadere all’interno del cantiere e soprattutto di un vero dibattito sull’utilità o meno della grande opera. Fare chiarezza non è facile ma in questo momento ci sembrava doveroso. Il senatore Pd Stefano Esposito, in una lunga intervista rilasciata al nostro giornale il 31 agosto, ha toccato molti dei punti dibattuti in queste righe, dando a ognuno degli argomenti la sua personalissima e sicuramente partigiana interpretazione. Se il confronto è il sale della politica nonché l’unico modo per fare del giornalismo imparziale, non si poteva non sentire l’altra campana.