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Intervistato.com | Stefano Epifani

Creato il 10 dicembre 2011 da Intervistato @intervistato

Qualche settimana fa abbiamo avuto il piacere di intervistare Stefano Epifani, attualmente titolare della cattedra di Tecnologie applicate alla Comunicazione nella Laurea Specialistica in Comunicazione d’Impresa della Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università di Roma La Sapienza.
Prima di tutto Stefano ci ha spiegato la differenza tra l'approccio ai social media delle aziende private e della PA. Sicuramente si tratta di un quadro a marce diverse, ma bisogna far notare che nelle aziende private spesso la velocità non è come si vorrebbe pensare: spesso fanno fatica a capire la portata della rivoluzione che la società sta vivendo e che solo di riflesso investe le aziende, generalmente abituate a dettare il cambiamento ed ora costrette a subirlo. [video]
La Pubblica Amministrazione vive questo problema all'ennesima potenza, perché se le aziende devono solo adeguarsi al cambiamento, con tutte le difficoltà che questo comporta, quando si parla di PA bisogna fare i conti con uno scenario normativo complesso, con problemi riguardanti le competenze internet e con un contesto culturale complessivo davvero complicato da eradicare e cambiare. Il crollo del sito ISTAT per il censimento è la metafora dell'inadeguatezza a rendersi conto del cambiamento che sta avvenendo nella società. [video]
Un altro argomento che abbiamo affrontato insieme è stato quello dell'utilizzo di social media da parte dei politici. Da diversi anni Stefano sta analizzando, insieme a un gruppo di ricerca, le attività dei politici in rete, e le dinamiche relazionali sono drammaticamente cambiate negli ultimi 4 anni. Se l'eccezione, solo qualche anno fa, era che un parlamentare fosse presente online, ora la vera eccezione è il politico che non è in assoluto online. Il vero problema è che, pur essendo presenti sui social media, riportano su uno strumento nuovo, con regole nuove e soprattutto che si riferisce a un contesto completamente nuovo, le regole e le  modalità di comportamento tipiche della gestione che fanno e hanno fatto in passato con gli strumenti mainstream. [video]
Si spiegano dunque anche i frequenti attacchi alla libertà della rete, che in alcuni casi sono costruiti, ma in altri non sono frutto di una volontà di danneggiare la rete, bensì della semplice ignoranza riguardo al funzionamento di questi mezzi. Ne sono talmente lontani che non hanno nemmeno la percezione del fatto che il mondo è cambiato, rendendo quindi difficile identificare degli elementi normativi adeguati. [video]
Intervistato.com | Stefano Epifani Stefano ci ha spiegato anche in cosa consiste l'attività dell'Associazione Italiana per l'Open Government, che ha il compito di incidere sull'amministrazione in modo tale da far comprendere che il mondo è cambiato. Non solo, sono cambiati anche i rapporti, le relazioni tra amministrazione e cittadino, che non è più suddito e usufruttuario di un sistema di servizi, bensì un interattore: la PA deve quindi mettere a disposizione gli strumenti che gli permettano di interagire, e si tratta innanzitutto di strumenti conoscitivi. [video]
Il primo fra questi è la disponibilità dei dati, ovvero open data, che permettono di conoscere la realtà dei fatti in base alle informazioni detenute dall'amministrazione. La PA detiene moltissimi dati non sfruttati, che però sono stati pagati con le tasse dei cittadini e che ai cittadini appartengono. Quando si parla di open data ci si avvale sempre di un equivoco legato alla privacy: non si tratta infatti di dati personali, ma per esempio i dati della rilevazione dell'inquinamento delle città, i costi delle ASL, i livelli di performance negli istituti di formazione superiore, i costi del Comune, giusto per citarne alcuni. [video]
Tutti questi dati dovrebbero essere messi a disposizione di tutti non solo nel formato non elaborabile in cui sono pubblicati per legge, ma in un formato che possa essere elaborato, in modo da poter confrontare i dati ed innescare una collaborazione virtuosa tra impresa, amministrazione e cittadino. Una volta che il dato è disponibile, infatti, rappresenta l'infrastruttura per lo sviluppo di una serie di servizi che producono benessere, posti di lavoro, ricchezza e consapevolezza nel cittadino.
Si tratta quindi da una parte di una possibilità di sviluppo e dall'altra di una reale porta verso un processo di democrazia più strutturata che oggi è possibile grazie alle nuove tecnologie. [video]
Abbiamo parlato anche di comunicazione aziendale attraverso i social media, di e-learning, di innovazione e ricerca scientifica portata dentro le aziende, giusto per citare alcuni temi.
Invito quindi tutti alla visione dell'intervista integrale, ricchissima di informazioni, riflessioni e chiarimenti riguardo a questi temi molto discussi in questi mesi.
Buona visione!
Maria Petrescu

Intervistato.com | Stefano Epifani
A few weeks ago we had the pleasure of interviewing Stefano Epifani, currently Professor of Technologies applied to Communication in the Science of Communication Faculty of La Sapienza University in Rome
First of all Stefano explained the difference between private companies' approach to social media compared to the PA. Surely they're travelling at different speeds, but it is important to point out that private companies don't travel as fast as we might want to think: they often have difficulties understanding the importance of the revolution society is living and that only reflects on companies, which are generally used to dictate change, and now they're constrained to suffer it. [video]
The PA lives this problem at a higher level, because if companies just need to adjust to change, with all the difficulties this implies, when we talk about PA we must take into account a complex norm scenario, problems regarding internal competences and with a cultural context which is really hard to  eradicate and change. The failure of the ISTAT website for the censorship is the metaphor of the inadequacy in realizing what change is happening in the society. [video]
Another topic we talked about is the use of social media by politicians. During the last few years Stefano has been analyzing, together with a research team, the activities of politicians online, and the relational dynamics have dramatically changed during the last 4 years. If the exception, just a few years ago, was that a Member of Parliament was present online, now the real exception is the politician who isn't online at all. The real problem is that, even though they are present on social media, they bring into a new tool, with new rules and especially a completely new context, rules and behaviors that are typical of the management they've done and do with mainstream tools. [video]
This also explains the frequent attacks to the freedom of the web, which in some cases are wanted, but in others aren't the result of a will of damaging the web, but of sheer ignorance regarding the way these media work. They're so far away from them that they don't even have the perception that the world has changed, making it very difficult to identify adequate norms. [video]
Stefano has also explained what the Italian Association for Open Government does: it has the goal of making the PA understand that the world has changed. Not only the world, the relationships between PA and citizen have changed, the citizen is no longer a user of a system of services, but an interactor: the PA must make the tools that allow him to interact available, and these tools are knowledge tools. [video]
The first one is the availability of data, or open data, that allow to know the reality of facts based on the information the PA holds. The PA has a great deal of data that isn't being used, that have been paid with the money of the citizens and that belong to the citizens. When we talk about open data there's always a misunderstanding regarding privacy: we're not talking about personal data, but for example the data regarding city pollution, the costs of ASLs, the levels of performance in highschools, the costs of the Comune, just to name a few. [video]
All this data should be made available to anyone not only in the format that cannot be processed which is mandatory by law, but in a format that allows processing so that citizens can compare data and start a virtuous collaboration between companies, PA and citizen. Once the data is available, it represents the infrastructure for the development of a series of services that produce wellbeing, jobs, wealth and awareness in the citizen. We're talking about the possibility for development on the one side and a door towards a more structured democracy process, which today is possible thanks to new technologies. [video]
We also talked about company communication through social media, e-learning, innovation and scientific research brought into companies, just to name a few.
I invite everyone to view the full interview, very rich in information, insight and more explanations regarding these very discussed topics.
Enjoy!
Maria Petrescu

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