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Intimità

Da Lanterna
OK, lo confesso: da quando i bambini hanno smesso di prendere il ciuccio (ottobre 2009 per Ettore, novembre 2009 per Amelia), le nostre notti hanno cambiato configurazione. I bambini hanno cominciato a svegliarsi spesso e noi, per non soccombere, li abbiamo messi in camera con noi. In lettini attaccati al nostro letto, ma separati dalla sponda, seppure abbassata.
Da lì abbiamo potuto riprendere a dormire senza grandi interruzioni (a parte notti di vomito, vedi ieri con Amelia).
Quando si parla di sonno dei bambini, si scatenano scuole di pensiero opposte, pronte ciascuna ad ogni bassezza pur di sopraffare l'altra. Copione già visto con l'allattamento, del resto.
Io vi confesso che ho sempre guardato con tanto d'occhi sia chi predica Estivill sia chi pratica il cosleeping integrale. Penso che sia innaturale abbracciare pienamente un metodo, mi sa di integralismo. Invece, quando vedo una via di mezzo, mi viene di più da pensare che quella famiglia abbia trovato la via giusta per sé e per quel momento. Come noi ora.
La principale obiezione che viene mossa al cosleeping (o più in generale a chi dorme con i figli in camera) è che l'intimità della coppia va a farsi benedire. Ma, facendo due conti, quante volte credete che, stremati e assonnati per aver fatto addormentare i figli nei loro lettini, ci siamo dati al sesso sfrenato? Tipo quasi mai.
Anzi, succedeva questo: uno di noi andava in camera con i bambini, stava lì per mezz'ora o più a farli addormentare e si addormentava lui stesso. L'altro si faceva i fatti suoi per un po', poi guardava l'orologio, si spazientiva, capiva che l'altro si era addormentato e andava a svegliarlo. Capirai che voglia di far sesso, in quelle condizioni.
Invece adesso almeno condividiamo il momento dell'addormentamento. Se loro si addormentano senza problemi e a noi avanzano ancora energie, bene, c'è spazio altrove. Se no, ci sono tanti altri momenti nella settimana o nel finesettimana. Ché poi siamo pieni di storie di coniugi la cui sessualità si è ringalluzzita quando si sono ritrovati a doversi vedere di nascosto e far finta di essere amanti.
Quello che invece mi darebbe parecchio fastidio del cosleeping è l'imposizione di un contatto fisico totale. Non a caso la maggior parte dei cosleeper va avanti ad allattare per un tempo che a me parrebbe eccessivo, se le tette fossero le mie. Non mi è mai andato il principio per cui il pupo può servirsi da solo, senza il mio consenso, e non mi va che abbia libero accesso a qualsiasi parte del mio corpo. Oltretutto, i bambini hanno in comune una cosa con i gatti: pur essendo piccoli, occupano un sacco di spazio. Solo che i gatti posso chiuderli al piano di sotto e non protestano troppo (al massimo pisciano in giro), i bambini me li toglierebbe l'assistenza sociale.
Ecco, l'intimità che a me interessa è quella di poter abbracciare mio marito e addormentarmi vicino a lui. Di svegliarmi nel cuore della notte per un brutto sogno e sentirlo vicino.
Dopotutto capisco i bambini: è così bello dormire con qualcuno. Spero che loro, quando cresceranno un pochino, possano darsi a vicenda quello che io cercavo nel dormire a casa delle amiche o nelle camerate quando si andava in gita. Quello che ho trovato nel condividere una camera con P. nel periodo in cui vivevo a Genova e ci addormentavamo morte dal ridere. Non dubito che quel momento arriverà: non vorranno dormire con noi per sempre, e per fortuna.
Un giorno, spero, chiuderanno la porta della loro camera ogni sera, per evitare che li sentiamo parlare mentre si confidano i loro segreti.

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