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INTO DARKNESS – STAR TREK (Star Trek Into Darkness)

Creato il 16 giugno 2013 da Ussy77 @xunpugnodifilm

star-trek-into-darknessEmulando Spielberg con stile

Secondo episodio che continua a percorrere la strada già tracciata dalla pellicola precedente, Into Darkness – Star Trek (Star Trek Into Darkness, 2013) è un prodotto che conferma quanto Abrams consideri suo padre putativo il maestro Spielberg. Pare seguirne le gesta e la semplicità nella costruzione narrativa. Con successo.

L’insofferenza alle direttive e alla disciplina costano al capitano Kirk la poltrona dell’Enterprise. Ma sarà una minaccia imprevista e misteriosa a riportarlo su quella stessa poltrona. Il pericolo si chiama Khan, un uomo che la stessa razza umana ha modificato geneticamente e congelato insieme ad altri 72 elementi, 300 anni prima. Il suo obiettivo? Recuperare il suo equipaggio e vendicarsi nei confronti della flotta stellare.

Abrams contamina e intreccia. Cinema e televisione si fondono in una pellicola, che presenta un villain (Khan, empatico, cinico e spietato) che si allaccia direttamente alla storica serie televisiva Star Trek (anni 60) e che viene ripreso successivamente nel secondo episodio ufficiale della lunga epopea trekkiana. Ma non solo, perché l’indagine che persegue il regista statunitense è quella introspettiva e relazionale dei due protagonisti Kirk e Spock. Un rapporto che si rinsalda e sfiora quell’indicibile viscerale amicizia costellata di amore e odio, istinto e regole, che hanno da sempre contraddistinto queste due figure storiche e intramontabili. Si passa dalla raggiunta maturità di Kirk a quel sentimentalismo di Spock (non sentimentale per eccellenza), che si palesa sullo schermo cinematografico fulgidamente. Inoltre c’è quella volontà di costruire una famiglia (quella dell’Enterprise), che custodisce valori e rapporti personali che vanno al di là del semplice rispetto per l’uniforme o l’autorità. È questo sicuramente che emerge dalle immagini che scivolano nello spazio profondo, tra bagliori lenticolari (marchio di fabbrica di Abrams o volontaria citazione alle pellicola sci-fi di Spielberg?) e strettissime riprese che sfiorano le lamiere delle nave spaziali. È indubbia la bravura di Abrams a intrattenere e a inventare (con semplicità) nuovi meccanismi per raggiungere il suo obiettivo: distaccarsi dalla saga classica, rimanendone contemporaneamente legato a doppio filo. Perché se è vero che il regista attinge a piene mani dalla serie televisiva (lasciando a quest’ultima la possibilità di consigliare come risolvere la minaccia incombente),allo stesso modo ci si allontana simultaneamente esibendo meno austerità e più ironia e umorismo. Tutto questo caratterizzato da una costante ricerca dell’avventura (rifuggendo lo space western anni 60) e un utilizzo della macchina da presa invidiabile: fluido e invisibile il touch di Abrams appassiona e coinvolge e non rende necessario lo sviluppo di meccanismi intricati e incomprensibili per accalappiare il pubblico in sala. Imparando e mettendo in pratica la lezione spielberghiana (facendone una piccola celebrazione a inizio pellicola, difatti il cap. Kirk sembra un futuro Indiana Jones mentre fugge con un mistico tesoro tra le mani, inseguito da un gruppo di indigeni), Abrams ha la capacità di intrattenere con estrema semplicità e stile. L’inconfondibile tocco del regista newyorkese apre all’epica e realizza una pellicola che non scivola necessariamente nell’oscurità mentale o spaziale (come il titolo potrebbe far pensare), ma che in realtà apre a un nuovo corso trekkiano in modo assolutamente genuino e fresco.

Into Darkness – Star Trek mette in fila argomenti ed effetti speciali; non fa commuovere, ma coinvolge e lascia in bocca quel sapore spielberghiano, che entusiasma e convince.

Uscita al cinema: 12 giugno 2013

Voto: ****


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