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intro alla TERAPIA BREVE STRATEGICA

Creato il 19 giugno 2011 da Mente Libera

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… Nella Terapia Breve Strategica gli stratagemmi (strategie) orientano il terapeuta nella scelta delle manovre (tattiche) di intervento

La sistematizzazione di un protocollo di intervento per la depressione è nato dal quesito se il Sistema Percettivo Reattivo (SPR), come modalità di costruzione e persistenza del problema, fosse unico o esistessero delle tipologie diverse e delle varianti delle stesse.

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Partendo dall’assunzione che i disturbi di natura psicologica derivino da una modalità disfunzionale di percepire e di reagire nei confronti della realtà, il terapeuta strategico, per cambiare una situazione problematica, anziché andare alla ricerca delle cause originarie, indaga su come il problema funziona e su come si mantiene per poi individuare la modalità d’intervento più efficace.

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Da un punto di vista strategico, quindi, per cambiare una situazione problematica è importante lavorare su come il problema stesso si mantiene nel presente: il terapeuta focalizzerà quindi l’attenzione sull’indagine delle cosiddette “tentate soluzioni”, vale a dire tutto ciò che il paziente e le persone intorno a lui hanno tentato di fare per cercare di risolvere il problema. Questi tentativi disfunzionali ripetuti nel tempo, se non vengono bloccati e sostituiti con delle modalità più funzionali, alimentano la situazione problematica e ne determinano la sua persistenza. Per questo motivo, il terapeuta strategico concentra la sua attenzione, fin dall’inizio della terapia, sul rompere questo circuito vizioso, lavorando sul presente piuttosto che sul passato, su come funziona il problema, piuttosto che sul perché esiste, sulla ricerca delle soluzioni piuttosto che delle cause.

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Scopo ultimo dell’intervento terapeutico diventa lo spostamento del punto di osservazione: in questo modo la persona acquisisce  la capacità di fronteggiare i problemi senza rigidità e stereotipia, sviluppando un ventaglio di diverse possibili strategie risolutive.

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…. spesso emerge il ruolo di Vittima in 3 diverse tipologie: Vittima di Sé (con una variante), Vittima degli Altri, Vittima del Mondo.
Nella Rinuncia al proprio ruolo si possono evidenziare alcune sotto- modalità: la delega, l’arrendersi, la pretesa.

Spesso si nota l’esistenza di un Mito. Un costrutto rappresentativo della realtà che nell’esperienza del paziente si è frantumato manifestando la sua disfunzionalità, portando il cliente alla sensazione di aver perso il controllo di quella realtà o, di non averlo mai posseduto, con la presunta, unica, soluzione di rinunciare.

Il mito è una rappresentazione comportamentale e ideativa con una sua specificità, una realtà inventata, (MAPPA per orientarsi nel territorio della quotidianità)…

L’identificazione e contemporanea modifica del Mito, costituisce colonna portante della diagnosi e del trattamento. Il percorso terapeutico passa attraverso l’uso di selezionati stratagemmi, e ristrutturazioni metaforiche, nella prima fase; prescrizioni nella seconda e consolidamento nella terza.

il cambiamento si realizza non su un piano razionale, ma “facendo sentire” delle cose al paziente.

“…Le metafore corrispondono in un modo speciale all’esperienza originale che descrivono per mezzo di un isomorfismo. … Poiché esse utilizzano le cose concrete per
illustrare gli aspetti intangibili, complessi e relazionali della vita, sono vivide e indimenticabili. Le metafore racchiudono e definiscono l’intangibile e l’astratto, ma questo processo limita e seleziona le percezioni e le azioni, limitandole a quelle che hanno senso all’interno della logica della metafora.

attraverso domande strategiche e successive parafrasi, cerchiamo di delimitare il territorio su cui muoverci. Attraverso le stesse definizioni delle situazioni, date
dal paziente, ridefiniamo lo scenario, fino ad arrivare all’identificazione del Mito.
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intro alla TERAPIA BREVE STRATEGICA

Delineiamo un nuovo disegno, che deve apparire a lui prima ancora che noi lo definiamo: non “sveliamo”, ma conduciamo alla “scoperta” .

Dovremmo arrivare in questo modo, già nella prima seduta, a ristrutturare il problema in modo nuovo, ma in cui il paziente si possa riconoscere e possa riconoscerne, di
conseguenza, la disfunzionalità. Il cambiamento a questo punto è già in atto.
Solo dopo aver creato questa breccia nelle rappresentazioni del paziente, possiamo fargli fare esperienze concrete, che gli consentano di assumere una prospettiva diversa. Questa diventa il “trampolino di lancio” per modificare il ruolo di vittima.

Alcuni stratagemmi sono risultati essere più efficaci piuttosto che in altri.
Ad es., lo stratagemma: “creare dal nulla”, che sottostà a prescrizioni “solution oriented”, sembra essere più efficace nei SPR “depresso Radicale” e “Moralista”.
Gli stratagemmi “spegnere il fuoco aggiungendo la legna”, “uccidere il serpente col suo stesso veleno”, “storcere per raddrizzare”, sostengono prescrizioni “problem-solving”,
che sembrano essere più efficaci nei SPR “illuso-deluso”, tanto nella versione “vittima di sé”, che “vittima degli altri”.
Le manovre, rispetto agli stratagemmi, che ne sostengono la logica, presentano una maggiore specificità.

Le domande strategiche ci consentono, chiudendo porte successive, di arrivare in modo quasi inevitabile, come necessaria conseguenza logica, alla ristrutturazione metaforica.
Questa si usa per cominciare ad incrinare il mito disfunzionale e servirà poi da trama per tutte le successive prescrizioni, sia problem-solving (come peggiorare, peggiore fantasia, e tutte quelle a carattere paradossale), sia solution-oriented (domanda miracolo, come se, eccezioni positive).

Dagli stratagemmi alle manovre. Esempi

“Creare dal nulla”, significa creare qualcosa che non esiste, ma che se viene ritenuto esistente può produrre effetti concreti. Il Mito stesso risponde a questa   logica.   Conduciamo il paziente, attraverso le domande strategiche, le successive parafrasi e la ristrutturazione a riconoscere il proprio Mito (=realtà inventata) e la sua   disfunzionalità. Ciò ha per effetto la rottura del Mito e l’apertura di prospettive diverse, più funzionali.  

“Spegnere il fuoco aggiungendo la legna” è l’espressione codificata in aforisma di un principio paradossale. E’ questa la logica che sottostà alla prescrizione, ben   nota peraltro, denominata “worst fantasy” con la quale invitiamo il paziente a stare, volontariamente, più male che può, all’interno di uno spazio temporale   ritualizzato (cfr. G. Nardone e P. Watzlawick, L’arte del cambiamento, Ponte alle Grazie, 1995).

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“Uccidere il serpente con il suo stesso veleno”. Ritorco il serpente contro se stesso quando dico, ad esempio, al paziente, che lamenta la sua inettitudine e il suo   senso di colpa: “Lei ha ragione…. È veramente colpevole. Anzi, è molto più colpevole di quanto creda. E’ addirittura peggio che colpevole: lei ha la   presunzione di accollarsi i peccati di tutti …. Di credersi l’Agnello di Dio, che si fa carico di tutti i peccati del mondo!”.  

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“Storcere per raddrizzare” significa costringersi a complicare il problema, per poter vedere vie d’uscita. In quest’ottica suggeriamo al paziente illuso-deluso, alla   fine della prima seduta, di pensare a tutti i possibili modi per peggiorare deliberatamente la situazione: “Da qui a quando ci rivedremo voglio che, ogni   giorno, lei pensi a che cosa dovrebbe fare se fosse così pazzo da voler,   deliberatamente, peggiorare la sua situazione anziché migliorarla. A tutto quello   che potrebbe fare o non fare, dire o non dire se volesse far andare le cose ancora   peggio. Ovviamente deve solo pensarci, non deve mettere in pratica nulla!”

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Fonti:

- http://docs.google.com/viewer?a=v&q=cache:QSmtucMt-xwJ:www.centroditerapiastrategica.org/journal%2520articles/Articoli_Italiano/muriana.pdf+terapia+strategica+breve+metafore&hl=it&gl=it&pid=bl&srcid=ADGEESgod7DMSnxbgFftNw8D4q2M2lmQEcSy4CqSKL-a0P21bqqI4BgEnGiTPaGptkH0kCAJ6J7ag6LZonBo3pKs4SrGiqBrIfcgiU_KUo2Ss11Qzxgrl1tnvjSSsfeRy9nDwvUS97_z&sig=AHIEtbQvOiBejzUFDGw3hXHsF1WIIEYuWg&pli=1

- http://www.psicoterapiabrevetreviso.it/introduzione.html


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