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“Investire nel green design senza inquinare l’ambiente”, parola del giovane architetto e designer italiano Vito Tripolone
Creato il 01 marzo 2012 da ControstilefashionSecondo il Rapporto GreenItaly 2011, negli ultimi tre anni circa 370.000 imprese italiane (precisamente il 23,9%) hanno investito e investiranno nelle nuove tecnologie verdi, ridistribuendo equamente in tutto il Paese un’occupazione sostenibile per il 38% dei casi: 227.000 “assunzioni verdi” su un totale di circa 600.000.
La metà dei nuovi impieghi si può ricondurre ai classici “green jobs”: settore delle energie rinnovabili, tutela dell’ambiente, efficienza energetica, mobilità ed edilizia sostenibile. Il primo posto delle aree con il più alto tasso occupazionale (70% delle assunzioni) va al settore del green-building.
Investire in un prodotto o in un progetto verde ha i suoi vantaggi: per prima cosa si combatte l’inquinamento ambientale utilizzando esclusivamente materiali ecosostenibili che non hanno nessun impatto deleterio sul pianeta. In secondo luogo, da un punto di vista estetico e stilistico i risultati possono essere davvero strabilianti. Lo testimoniano per esempio le numerose creazioni dei talentuosi designer italiani: originali, sofisticate, efficaci, innovative e soprattutto ecologiche. Le idee nascono da un creativo connubio tra architettura e natura con l’obbiettivo di ridisegnare e rendere “vivi” gli interni di una casa, un ufficio, uno store, ecc. A contribuire al grande successo del green design è certamente l’utilizzo di un nuovo materiale, il Moss, un muschio naturale che non necessita di interventi di manutenzione e che vive negli ambienti interni nutrendosi esclusivamente dell’umidità naturale dell’aria. Grazie al Moss, in ogni ambiente si può ritagliare un angolo verde, creando giardini verticali o complementi d’arredo come ad esempio un lampadario con orto sospeso, un tappeto vegetale, una parete in fiore, un soffitto d’erba e così via.
Ci racconta la sua esperienza il giovane architetto/designer siciliano Vito Tripolone. Classe 1983, dopo la laurea in architettura consegue il master in product design. Disegna lampade decorative in metacrilato curvato per Utilis, ottiene importanti premi e riconoscimenti, collabora a progetti di interior design con la Gardè.srl, sviluppa un piano a induzione per Whirpool e di lampade regalo per Swarovski. Oggi lavora per numerosi marchi italiani e internazionali come Verde Profilo, Guzzini, Lavazza, Fiam Italia, Magis, Fornasarig.
Come nasce la tua passione per il green design?
È nata per caso dopo l’incontro con Giusi Ferone, titolare di Verde Profilo, un’azienda green che ha deciso di espandere il proprio business non solo a green indoor ma anche al green applicato ad oggetti di arredamento.
Il Moss ha segnato una rivoluzione in questo campo. Credi che sia più conveniente rispetto ad altri materiali per installazioni verdi?
Il verde applicato è sicuramente una rivoluzione: non necessita di alcuna manutenzione e vive grazie all’umidità dell’ambiente interno.
Nel 2006 hai vinto il primo premio con Piastr-X. Com’è nata questa idea? A cosa ti sei ispirato?
Il bando di concorso chiedeva idee di riciclo all’interno dell’ambiente domestico a tema “La cucina del futuro”. Il materiale prescelto era l’alluminio. L’uso dell’alluminio in cucina è associato spesso al comune rotolo per alimenti; quello è stato il punto di partenza. Ripensando alle caratteristiche del materiale (alta conducibilità termica) e al suo attuale utilizzo (conserva-alimenti) ho progettato Piastr-X: una piastra multiuso dove il rotolo di alluminio che la compone ha uno spessore maggiore rispetto a quello tradizionale; questo è utilizzato prima come piano per scaldare/cucinare gli alimenti, poi una volta staccato, è riciclato ed utilizzato come piatto.
Il progetto “Puoi dosare l’acqua” ha avuto il successo sperato?
Pur non essendo un approccio totalmente nuovo verso il risparmio idrico, è un’idea che certamente ha incuriosito. Il mio studio si è basato difatti su un’evoluzione rispetto ai cosiddetti “rubinetti a tempo”, dove il tempo di cascata dell’acqua viene prestabilito al momento dell’istallazione. In “Puoi dosare l’acqua” invece, è l’utente stesso che decide la quantità d’acqua da erogare, imparando così i quantitativi necessari per svolgere le operazioni quotidiane più comuni come lavarsi mani, denti o riempire un secchio.
Secondo te perché un architetto o un designer dovrebbero investire nel green?
Un architetto ed un designer investirebbero sicuramente nel green, qualora l’azienda/cliente fosse green oriented, una sintonia necessaria per garantire un’ottima qualità progettuale ed innovativa.
Molti consumatori lamentano il prezzo dei prodotti ecosostenibili, perché spesso risulta più alto di quello di altri prodotti realizzati con materiali inquinanti. Ci spiegheresti perché conviene fare acquisti green?
Per lo stesso motivo per cui una confezione di arance con la scritta BIO costa più di una senza: è puro marketing! In realtà però, un pacco di arance venduto al mercato o per strada, seppur una qualità molto più elevata, costa meno di uno venduto al supermercato. Questo cosa ci fa capire? La sostanziale differenza tra produzione “locale” e “globale”. La dimensione locale è stata il passato è sarà il futuro, con una diminuzione di spese di gestione ed una maggiore qualità. Il green è un prodotto a kilometro 0, un prodotto che per essere realizzato non ha inquinato l’ambiente. Scegliere green è un modo per preservare l’ambiente ed anche ogni individuo, nel suo piccolo, può dare un grande contributo.
Quali sono i progetti di interior o graphic design in corso?
Attualmente svolgo il ruolo di project manager per Verde Profilo, azienda green con cui collaboro da quasi un anno. Parallelamente svolgo la mia attività di interior ed industrial designer con progetti che spaziano dalle pentole antiaderenti per una nota azienda italiana, ad una linea di arredo bagno per il mercato della Turchia. Il salto è lungo ma con Internet oggi tutto è possibile: nuovi punti di vista e culture che accrescono sicuramente il patrimonio progettuale di un designer.
In foto (gentilmente concesse da Vito Tripolone):
Il Mauro, puff in muschio rivestito da un tessuto in lycra e base in ecopelle
Cassetta, una sedia pensata per costare poco, inquinare meno (non presenta scarti nella lavorazione del legno) e cambiare forma (smontando lo schienale ed inserendolo sotto, la sedia si trasforma in una cassettiera impilabile. Al momento Cassetta è un progetto da realizzare.
Vuoi dosare l’acqua, modello del progetto vincitore al concorso “Waterlife” indetto dall’associazione H2O
Piastr-x, illustrazione del progetto vincitore del concorso “Al design. L’alluminio nelle forme dell’abitare
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