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Investire sul vecchio è una garanzia

Creato il 21 marzo 2014 da Salvatore Cugliari

cct-buoni-postali-investimenti-sicuro-btp-Siamo la società del consumismo. Siamo la società degli sprechi. Siamo, letteralmente, il sale della terra. Forse è brutto, alle volte fastidioso, affermarlo, ma è la pura e sacrosanta verità. Viviamo e, giornalmente, contribuiamo a tenere in piedi un sistema marcio, un sistema fondato sull’avere e non sull’essere, sull’apparire anziché sul soffermarsi su un qualcosa di più, su un qualcosa di apparentemente diverso.

Questo sistema, oramai, si è trasformato in un vero e proprio concetto, quasi in uno stile di vita. Riusciamo a trovare utilità nel superfluo, quando, in verità, è più utile l’inutile. Costruiamo senza freno. Non abbiamo terminato una palazzina che già pensiamo a dove poter edificare la prossima. Il cemento, non c’è nulla da fare, ce l’abbiamo nei cromosomi ed estirparlo non sarà certo facile. Siamo (con rammarico lo grido) la terra dei fuochi e non, purtroppo, la terra del sole.

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Accettiamo, ormai troppo spesso, passivamente le cose. Non ci soffermiamo su quello che abbiamo, vogliamo sempre di più. Sembra quasi che ognuno di noi sia stato fagocitato da un treno che corre, corre, macina chilometri e noi, noi tutti, lì al finestrino per guardare, per scrutare ciò che non funziona, ciò che potrebbe essere cambiato, migliorato. Siamo lì, vediamo, capiamo quel che non funziona, ma rimaniamo fermi. Da qual treno pochi riescono o meglio vogliono scendere. Tutti a criticare ma quando ci si chiede un contributo spariamo, voltiamo le spalle alla collettività e quindi a noi stessi.

Costruiamo per interessi. Costruiamo, non perché è necessario farlo, ma perché  non abbiamo ritegno. Mandiamo avanti progetti di proporzioni gigantesche come la Tav senza pensare al vecchio, senza pensare se c’è qualcosa da migliorare. Abbiamo il coraggio di far partire i lavori sulla Tav sapendo che molte dei percorsi ferroviari italiani sono in uno stato di assoluto degrado, di abbandono. Abbiamo la faccia tosta di proporre la locuzione adalta velocità ferroviaria apprendendo, dai quotidiani e dai media in genere, che due treni, in provincia di Catanzaro, si sono scontrati frontalmente. Abbiamo ancora binari unici e noi ci prendiamo la briga di pensare alla Tav? Stiamo male o cosa?

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Abbiamo bellezze inestimabili come i Bronzi di Riace fermi con le quatto frecce in un museo atipico, apatico. Avremmo la possibilità di mandare i Bronzi in giro per il mondo e noi, noi tutti, li lasciamo a marcire in un museo dove non si reca nessuno. Avremmo la possibilità di investire sui Bronzi, avremmo la possibilità di investire sul “vecchio”, ma noi, noi tutti, come al solito, guardiamo troppo oltre.

Noi, noi tutti, pensiamo che dal vecchio non si possa trarre nulla. Cazzata! Investire sul vecchio è una garanzia. Non serve costruire, serve ristrutturare. Non serve pubblicizzare l’inutile, pubblicizziamo il “vecchio”. Utilizziamo, per esempio, “vecchie” strutture a sostituzione di impianti colossali come, per esempio, quello dell’Expo 2015. Investiamo su Ercolano e Pompei, bomboniere dell’intera ricchezza italiana ormai abbandonate a se stesse, per far ripartire il turismo.

La soluzione è sempre dietro l’angolo, ma noi, noi tutti, ci dobbiamo continuamente complicare la vita, l’esistenza. Investire sul vecchio è una garanzia. Investire su ciò che abbiamo potrebbe essere la soluzione. Più che guardare oltre sarebbe ora di guardarci alla spalle.


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