Investire sull’oro, il peggio è davvero alle spalle?
INVESTIRE IN ORO
L’occasione ci era stata abbondantemente fornita dal referendum sull’oro svizzero: un evento storico ma non certo imprescindibile per comprendere quali sono le “reali” determinanti in grado di influenzare le quotazioni del lingotto, e sul quale abbiamo avuto modo di effettuare alcune attente valutazioni. Nel discutere sulla congruità del referendum svizzero (il cui esito, ricordiamo, è stato negativo), avevamo altresì dichiarato come ciò che avrebbe scaturito il referendum non sarebbe stato “decisivo” per il futuro dell’oro, la cui ripresa nel breve e medio termine sarebbe comunque stata garantita da altri fattori.
Ebbene, compiamo un ulteriore passo in avanti cercando di comprendere quali siano i nuovi presupposti legati alle quotazioni dell’oro, che attualmente viene scambiato intorno ai 1.190 dollari l’oncia. Il metallo prezioso potrebbe aver superato il momento critico, sebbene la liquidazione di fine anno continui a costituire un serio rischio: le quotazioni delle ultime ore mostrano una ripresa, recuperando delle piccole perdite precedenti. Il valore del lingtto sera infatti stato penalizzato in seguito alla pubblicazione dei positivi dati occupazionali migliori delle attese, giungendo a sfiorare quota 1.200 dollari l’oncia, per poi ripiegare qualche dollaro l’oncia più giù.
Ricordato quanto precede, sottolineiamo come la scorsa settimana alcuni trader speculativi abbiano ridotto del 10% le scommesse ribassiste contro l’oro, ridimensionandole di un terzo rispetto al dato vicino al nuovo record del mese di ottobre (stando a quanto affermato dal regolatore americano CFTC).
Il cambio del riposizionamento – prolungava poi un approfondimento di Standard Bank – suggerisce come l’oro abbia dato il via a un vero e proprio percorso di inversione di tendenza, nonostante condizioni non ancora ottimali nella domanda fisica.
Da fine anno ad oggi gli investimenti in oro hanno restituito una flessione di un punto percentuale, contro una crescita dell’indice S&P500 della Borsa di New York del 12 per cento, prima dell’erogazione dei dividendi delle società quotate nei listini finanziari americani.
Come sottolineano gli analisti della Mitsubishi, l’indice di ribilanciamento delle materie prime potrebbe fornire un supporto rialzista. Gli analisti dell’istituto dichiarano altresì come la domanda fisica dall’India potrebbe anche spingere i prezzi più in alto, adesso che le restrizioni all’import del metallo prezioso sono state rimosso.
Nel breve periodo, affermano ancora gli analisti, lo scenario più probabile potrebbe essere quello di una stabilizzazione nella fascia compresa tra 1.180 dollari e 1.220 dollari l’oncia nelle prossime settimane. Difficilmente, infatti, gli investitori cambieranno in modo significativo le proprie posizioni nel corso del brevissimo termine, abbracciando un orientamento univoco in un mercato che pare essere sempre più aleatorio e incerto.
Insomma, nel corso dei prossimi giorni non dovrebbero sorprendere eventuali tendenze negative di corto respiro, tuttavia compensate da ulteriori inversioni di altrettanto breve termine. Riteniamo però che la situazione di medio termine sia destinata a cambiare, e che l’oro – nel 2015 – sia in grado di iniziare un rally particolarmente interessante che potrebbe riservare qualche ghiotta fortuna a tutti coloro i quali desiderano di conferire fiducia a tale commodity.
Il nostro orientamento è pertanto abbastanza prudente per quanto concerne il mese di dicembre e il mese di gennaio del nuovo anno, mentre da febbraio in poi (quando, probabilmente, avrà altresì preso il via il rialzo dei tassi di interesse di riferimento da parte della Fed e, di contro, un ipotetico piano di quantitative easing dalla Bce) è possibile ipotizzare un’eventuale ripresa delle quotazioni.